La Belva (L. Di Martino, 2020)

Leonardo Riva, un veterano di ormai troppe guerre, disagiato e dipendente da psicofarmaci trova la luce solo negli occhi della sua piccola Teresa, l’unica della famiglia che non gli ha ancora rivoltato le spalle.
Poi un giorno… qualcuno ha la malaugurata idea di rapire la bambina, la figlia di quel reduce soprannominato “La Belva” sarà stata una buona idea?

Finalmente una ventata fresca di cinema di genere, un po’ commando un po ’ Man on Fire, si anche taken, ma sono un nostalgico, il tutto condito con un ottima salsa di pomodoro e basilico, se ci si lascia andare a qualche perdonabile imperfezione è un ora e mezza di divertimento.
Fabrizio Giufini è un rude carro armato, calza a pennello nella parte, si è tolto i vestiti belli de Il Capitale Umano e si è mantecato in un una polveriera. Poi c’è anche la piacevole sorpresa di Lino Musella che da camorrista in Gomorra, grazie a un ottimo baffetto si trasforma in un discreto commissErio.
È un film ignorante, fine a se stesso senza troppi fronzoli, prendetelo così. :facepunch:

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Più che ignorante mi è sembrato esilino ma non per questo non godibile. Esilino per scrittura visto che non c’è un tema che non sia già stato visto in precedenza e con incongruenze di varia natura.
Fabrizio Gifuni è perfetto nella parte del soggetto post-traumatizzato ed è la sua caratterizzazione che a mio avviso esprime la migliore connotazione “nostrana”. La belva è umana (ehmm…) visto che non è un action-hero americano. Mena ma ne prende davvero tante e non si ravvisa mai quell’ aurea da superman invincibile dei film USA.
Spero poi di non ricevere un ban per il fatto che a me Musella non è piaciuto per niente mentre sono stato favorevolmente colpito dalla brava Monica Piseddu, finalmente una moglie dell’atletico protagonista “normale” anche esteticamente.
Gli eventi si svolgono in una livida città non identificata che altro non è che il quartiere romano dell’ EUR fotografato a mio avviso molto bene.
L’ora e mezza comunque scorre più che piacevolmente e quindi il film funziona.

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Mi avete fatto venir voglia di vederlo, sembra quasi dalla descrizione un film di genere come si facevano nei '70. Comunque non gli riservo tante aspettative, prima di vederlo, per non correre il rischio di sopravvalutarlo e rimanerne deluso

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Visto con la voglia di vedere un film “ignorante”, roba di cui il nostro cinema ha bisogno, posso ben dire che mi ha divertito. Non un capolavoro naturalmente ma secondo me centra il bersaglio descrivendo il protagonista non come un Rambo indistruttibile, ma come un essere umano con tutte le sue debolezze, soprattutto psicologiche. Questo è un un esempio di come il nostro cinema potrebbe uscire da questo stato di stallo senza ricorrere a remake di capolavori e a situazione trite e ritrite

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