Mon garçon - Mio Figlio (Christian Carion, 2017)

Una bimbo sparisce dal campo estivo, il padre farà di tutto per ritrovarlo.

Pigro film girato in pochi giorni, parte bene poi si spegne piano piano verso il finale, tanti deja vu, a metà strada tra Les 7 jours du talion e La Belva.
Nonostante l’ottimo cast e la bellissima ambientazione, a mio avviso non raggiunge la sufficienza, si percepisce la fretta con cui abbiano voluto chiudere il cerchio.
Disponibile su #primevideo

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Non sono d’accordo con @SWAT , il film l’ho trovato efficace e coinvolgente, certo non un capolavoro ma la sufficienza se la becca eccome.

Forse potresti cambiare opinione guardandoti il backstage, che racconta l’esperimento folle che è stato realizzato.
Praticamente il protagonista non sapeva nulla su questo film, sapeva soltanto che la trama parlava di un padre alla ricerca del suo figlio rapito. Arrivava sul set senza sapere nulla di quello che sarebbe successo, le scene sono state girate in ordine cronologico e lui viveva un’esperienza di immersione totale e di completa identificazione col personaggio.
Il film è stato girato in soli 5 giorni ed il tempo della narrazione coincide con quello delle riprese, nella scena in cui arriva trafelato e sconvolto dopo gli acadimenti della giornata al commissariato, davvero era notte fonda e lui pian piano aveva vissuto tutte quelle esperienze emotivamente forti e appreso quelle informazioni sconvolgenti. Quando recitava con altri attori, questi cercavano di guidare il film nella direzione in cui doveva andare, ma non erano sicuri che Cantet rispondesse quello che nella sceneggiatura era previsto che dicesse, e pure i suoi interlocutori dovevano quindi improvvisare. Quando Cantet dopo aver setacciato la casa del rapitore trova nella stufa i resti del sacco a pelo bruciato davvero si emoziona, perché era immerso nel personaggio e stava davvero mettendo sottosopra la casa in cerca di indizi. Quando all’esterno si sente la moto del rapitore arrivare, il regista dice a Cantet “Adesso precedilo in garage e torturalo”, e lui ci va e improvvisa la tortura con gli strumenti che trova lì nel garage, utilizzando anche degli oggetti che il regista non aveva immaginato che usasse. Nella suddetta scena Cantet era così focalizzato e concentrato che l’attore che recitava con lui era pietrificato dalla paura ed aveva scordato pure alcune battute. Praticamente un film girato quasi tutto in “buona la prima”.

Vero che la storia non è originalissima ed è molto lineare, ma se guardi l’interpretazione è davvero intensa e sprigiona grande carica emotiva.

Strano esperimento che secondo me val la pena di premiare con un bel 7.

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Rifatto nel 2021,dallo stesso regista, con protagonista James McAvoy. Sempre girando in pochi giorni. Evidentemente, Carion si diverte così… :unamused::thinking::black_heart:

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