La casa dalle finestre che ridono (Pupi Avati, 1976)

Mi pare che la Marciano faccia irrigidire ben’altro… :smiley:

Signori, per favore…

Hai ragione, chiedo perdono per quest’affermazione triviale ed estiva :D.
Peccato comunque che la Marciano non abbia proseguito la sua carriera nel cinema.Tra l’altro, ha avuto un ottimo successo come scrittrice, specialmente in Francia.
Leggevo un’intervista ad Avati in cui parlava della figura del prete donna: sarebbe attinto da una storia vera, accaduta nel suo paese quando era bambino. Un giorno disseppellirono il cadavere di un vecchio parroco del paese, e all’interno della bara vi trovarono il corpo di una donna

Addirittura…io non c’ho trovato nulla di interessante, e nemmeno di così potenzialmente “rigido” come dici tu!

E chi l’ha detto? È una delle sceneggiatrici preferite da Verdone (ma anche Salvatores):

Intendevo come attrice, come sceneggiatrice sta nell’ombra ed è invisibile agli sguardi…

probabile che tu non abbia trovato nulla di rigido, eh…

Questo film è il mio preferito del genere. Se poi aggiungiamo il fatto che il giallo all’italiana è uno dei miei generi preferiti …
Storia misteriosa, appassionante ed inquietante. E fin qui nulla di eccezionale: altri films hanno questo pregio. Quello che secondo me distingue realmente la pellicola, rispetto ad altre ottime del genere, è l’atmosfera particolare che è in grado di creare. Oltre all’ottima ambientazione padana e alle musiche, tanto economiche quanto efficaci, vi sono alcune scene inquietanti davvero da antologia. Oltre ai flashback (in particolare quello del ricordo del Coppola) è tutta la parte finale, a partire dall’incontro di Capolicchio con le due sorelle mentre massacrano Leo fino alla conclusione memorabile, a rendere unico il film: eccezionale in questo frangente la perfomance della padrona di casa, davvero orrorifica (“oggi ha dipinto quella troia che ti portavi a letto mentre crepava”).
Non mancano però difetti: l’uomo che vola dalla finestra è davvero mal realizzato: si vede troppo che è un pupazzo; l’espressione, con mezzo sorriso, di Capolicchio dopo la rivelazione della seconda sorella è, a mio avviso, stonata. Ma si sa, nulla è perfetto e questi piccoli difetti non intaccano di certo il mio giudizio complessivo.

Il finale aperto ( con il pollice sulla corteccia dell’albero lascerebbe tra l’altro spazi per un eventuale seguito…

Ho recemente trovato la vhs francese su una bancarella.
Guardate l’incredibile fascetta, che riprende una nota illustrazione che in Italia è stata usata per il poster di “Non Aprite Quel Cancello”.

Ho guardato il film in francese e, contrariamente ad ogni mia aspettativa, il doppiaggio è eccellente, davvero ben fatto.

Certo che questi francesi una ne fanno e cento ne pensano…tra titoli e fascette hanno un gusto tutto loro

Strano non abbiano apprezzato l’essenzialità della locandina italica; questa veste americanofila non c’entra nulla con il film. Temo che molti acquirenti francesi siano rimasti insoddisfatti del contenuto… Sarebbe interessante sapere che incassi ha fatto il film in Francia.

Ho visto questo film al cinema qualche anno fa, durante una rassegna noir (anche se con le altre pellicole c’entrava poco…) e mi è subito piaciuto! Certo i difetti non mancano, ma sono giustificati dalla scarsità di mezzi di cui il regista disponeva all’epoca. C’è una scena però che, anche a distanza di tempo, trovo estremamente ridicola… ed è quella in cui il prete rivela di essere una donna mostrando il seno… si, ma il seno di una ventenne! Va bene che il cast era ridotto all’osso però un errore così eclatante si poteva evitare… Comunque la trama è davvero interessante, bella l’ambientazione casereccia, ottime le location (soprattutto la casa dalle finestre che ridono) e la canzone che canta la vecchia ridotta a letto mette i brividi….
Quanto al dvd anch’io possiedo la splendida edizione della Fox, quella del 25esimo anniversario, non sapevo che ne fosse stata prodotta un’altra ma sicuramente questa è di ottima qualità ed il prezzo oggigiorno è veramente irrisorio (si trova nei cestoni dei supermercati a 8-9 €).

Porcaccia miseria io a quel punto del film sono talmente agitato e in tensione che non ho mai fatto caso alla datazione del seno, e comunque credo che sia sostanzialmente poco importante rispetto al colpo di scena che a mio avviso rimane spiazzante

Lo penso anch’io…alla fine la tensione è alla stelle,quasi impossibile notare il seno giovanile.

Se una porta la prima…anche da vecchia non ha molta merce da mostrare.
Detto ciò, vorrei ricordare la straordinaria recitazione di Eugene Walter, già apprezzato cameriere culattone (Ginetto) in La tarantola dal ventre nero.
E poi il refrain della canzone popolare brasiliana: flores lindas do meu jardin…
Ogni tanto mi capita di canticchiarla!

Io ritengo interessante in special modo la scelta

di aver tenuto il finale aperto con le sirene in sottofondo e la mano (di Avati bros…) che si appoggia sul tronco dell’albero…

Non è una questione di misure ma di età… il corpo di una signora dovrebbe essere molto più avvizzito, invece la pelle è liscia e rosea, il seno sodo… non è credibile.

Invece a me questo particolare è saltato immediatamente agli occhi rovinando, per fortuna solo lievemente, la sorpresa finale… diciamo che la crescente tensione è stata interrotta da un sorrisino amaro

Che poi…
Si conosce l’identità della persona che

controfigurò Walter per mostrare la tetta?

E’ un po’ di tempo che non vedo il film, ma io ricordo un seno piccolo e cadente, da persona anziana. Riguarderò quando posso.

Qui ci vorrebbe uno screenshot.

Eccolo…
Occhio che è SPOILER

http://img254.imageshack.us/img254/6876/casafinrr3.jpg