La VHS SHENDENE è stata commercializzata per la prima volta nelle edicole nel 1999, il film andò in onda (come tutti i film dell’altro ciclo horror commissionati da Mediaset) una volta sola durante un’estate di fine anni '80 poi più replicata. Sui passaggi di Odeon non saprei, non l’ho mai visto su quella emittente.
Il film è una sorta di auto parodia dell’horror in linea con le tendenze Americane dell’epoca di mischiare l’horror col demenziale.
Attenti a una giovanissima Ilary Blasi, è la bambina della coppia.
Non mi risulta che nel 1999 ci fosse già la videocassetta Shendene. A meno che non facciate riferimento a un’edizione precedente la collana Rosso sangue, che risale appunto al 2004.
Questa è una videocassetta della Serie Rosso Sangue, puoi notare l’adesivo SIAE bianco e rosso. Questo adesivo è stato dismesso nel giugno del 1999 a favore dell’attuale argentato.
Che poi la serie sia sata ristampata più volte non ci piove ma la prima edizione è del 1999.
La casa nel tempo sfrutta un’idea originale e geniale (gli orologi che vanno indietro) purtroppo mal sfruttata nel prosieguo della vicenda. La dolce casa lasciava ben sperare con un incipit di forte impatto poi s’impantana tra il ridicolo involontario e il deprimente. Davvero una fine ingloriosa per il Maestro. R. I.P…
Un gatto nel cervello paga lo scotto di un budget miserrimo nonostante la prova attoriale altamente autoironica del Maestro. Velo pietoso su Demonia. Voci dal profondo ha un’idea originale con un ottimo Duilio Del Prete ma paga anch’esso lo scotto di un budgetv ridotto all’osso. Le porte del silenzio è un film rimasto solo nelle intenzioni ma il risultato finale ahimè è desolante
L’ultima produzione di Fulci sarebbe da ristudiare, c’è una volontà sua di autodistruzione sicuramente voluta, anche a causa della frustrazione che provava per non essere riconosciuto dalla critica come Argento che nei gialli è a tratti superiore ad Argento, seppur diversissimi.
La sua scelta da Il miele del diavolo in poi è una scelta nichilista ed autodistruttiva appunto, facendo però un cinema completamente libero seppur con budget ridotto all’osso. Per lui vale la stessa cosa che si disse per Jess Franco, voleva girare film, non importa quali e non importa come, era un’esigenza primigena e insopprimibile. I capolavori li aveva già fatti, per lui giustamente era un gioco il cinema, almeno negli ultimi dieci anni.
Testamento non direi, non so, quello che è certo è che da Aenigma in poi Fulci ha girato i film con la mano sinistra, non aveva più nulla da dimostrare, pativa molto il non essere considerato un Autore dalla critica italiana, mentre in Francia era stato già ampiamente ri-scoperto, lui stesso considerava Beatrice Cenci il suo capolavoro, quindi un film che come struttura narrativa e girato era molto diverso dai suoi ultimi horror.
Ma è anche vero che pur non trattandosi di capolavori anche nei suoi ultimi film c’è sempre qualcosa di interessante, c’è sempre un po’ di cinema, un po’ di visionarietà, un certo talento.