La figlia lo rimprovera Lui la uccide con 4 colpi di pistola

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All’origine della tragedia una banale lite sul fumo. Stupore tra amici e parenti
PADOVA
In pochi minuti ha ucciso la figlia di 21 anni con quattro colpi di pistola e distrutto la sua vita. Alberto Chignoli, 56 anni, promotore finanziario di Padova, si trova ora in carcere accusato dell’omicidio della figlia Camilla.

Un dramma che si è consumato ieri sera in una elegante villetta Liberty dell’Arcella, quartiere di Padova. Chignoli, che soffriva di un inizio di depressione psichica, probabilmente è stato apostrofato dalla figlia che lo rimproverava di fumare troppo, ha preso la pistola calibro 22 che teneva in casa e ha colpito la ragazza alle spalle con quattro colpi di pistola uccidendola all’istante. L’omicidio è avvenuto nella camera da letto della villetta al termine, probabilmente, di un violento litigio tra il padre e la ragazza che tutti descrivono come figlia modello, appena laureata in Scienze politiche.

L’uomo, sconvolto da quanto aveva fatto, è fuggito da casa sua con una Citroen nera e si è portato con sè la pistola. Nel frattempo ha inviato un sms alla moglie scrivendole: «Non entrare in casa». Ed è stata proprio la moglie Antonella Amandolesi, 51 anni, psicologa, a scoprire il corpo senza vita della figlia Camilla. La moglie ha cominciato a gridare disperata attirando l’attenzione dei vicini che hanno chiamato la polizia. L’altro figli, Tobia, di 14 anni, non era in casa, si trovava in palestra.

La folle fuga dell’assassino è durata poche ore. L’uomo è stato contattato al telefono cellulare e convinto a consegnarsi alla polizia che temeva un gesto estremo da parte sua. L’auto del fuggitivo è stata bloccata verso mezzanotte in un quartiere cittadino e Alberto Chignoli si è arreso in stato di evidente shock.

Resta lo stupore di parenti e conoscenti per l’epilogo tragico della vicenda: Camilla Chignoli era una ragazza acqua e sapone che si era laureata da poco a pieni voti e che non aveva mai dato un pensiero ai suoi genitori. A luglio aveva finito gli studi e si preparava al biennio di specializzazione. Tutti la ricordano come corista nella chiesa di Sant’Antonino dove cantava facendosi apprezzare per la sua voce ’da usignolò.

stocazzo (passatemela)…vabbè essere irritabili e depressi…

Al solito i giornali mettono in luce come meglio credono la vicenda. L’omicida aveva problemi psichici, crisi depressive, magari un passato di litigi in famiglia. La discussione sul fumo è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non direi proprio che è stato il motivo scatenante, anzi.