La Machine à découdre (Jean-Pierre Mocky, 1986)

tratto dal romanzo A Killer Is Loose di Gil Brewer, scelto come uno dei più importanti film degli anni 80 dal quotidiano Libération e fagocitato da Godard
nel suo “Histoire(s) du cinéma - Capitolo 3(b) Une vague Nouvelle

Di ritorno da una missione, il dottor Enger (Mocky) di Médecins Sans Frontières ha perso la testa. Internato, riesce a fuggire e con il progetto di costruire una clinica specializzata in trapianti di occhi, semina il terrore in una cittadina del sud della Francia, trascinando nella sua follia omicida la giovane e discinta Liliane ed un disoccupato a cui deve la vita.

classico caso di “ma cosa ho appena visto” a fine crediti, rimane impresso nella memoria per la sua sublime bruttezza, un’agghiacciante farsa sexy il cui unico, conclamato motivo di esistere è quello di esibire in modo platealmente gratuito la strabiliante ipertrofia mammaria di Patricia Barzyk, Miss Francia 1980 (fu anche compagna di vita di Mocky ma molto più tardi e comunque è apparsa in numerosi suoi film) che appare nuda o semi nuda o in maglietta bagnata e pelo al vento per tutti i 90 minuti di durata

suppongo inedito in Italia

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Mocky fu un personaggio incredibile, all’interno del cinema francese. Un po’ anarcoide, un po’ pazzoide, parecchio cazzone e compiaciuto di sé stesso. Gli piacevano le donne, come ha ampiamente dimostrato nei suoi film. Se c’erano occasioni per spogliare le attrici, non perdeva tempo. E se tali occasioni non si presentavano, le spogliava comunque… :pig::laughing:
P.S. Parecchie sue opere, rimangono inedite da noi. Se è un bene o un male, lo ignoro… :roll_eyes:

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