La morte del cinema italiano

Ho trovato questo ineressante articolo pubblicato su un forum di cinema (o quasi …) intitolato “Berlusconi e la morte del cinema ita”. Premetto che della politica a me non frega niente, pero trovo interessante la parte che da la colpa ai vecchi canali locali di 20 anni fa circa, che mandavano in onda i film senza pagare i diritti. Che ne pensate??

http://www.killer-elite.org/perle/forum/viewtopic.php?t=72

In questo momento il cinema italiano appare in crisi. Secondo te, per quale motivo?
risposta:Nel 1978 il mio amico Peppo Sacchi vinse un processo a Bruxelles contro il monopolio delle tv pubbliche. Io decretai che il nostro cinema era avviato verso la fine. Noi non abbiamo mai avuto un’industria davvero solida, i nostri produttori erano degli speculatori più che uomini d’affari. Un’incredibile numero di stazioni televisive cominciò a funzionare programmando film per i quali non venivano pagati i diritti. Fummo inondati da cinema gratis, e ovviamente nessuno più voleva spendere per ciò che poteva avere gratis in casa.

Dopo pochi anni, quando ormai tutti i film italiani erano stati visti in televisione, molte stazioni fallirono e un monopolio privato fu fondato da Berlusconi. Allora incominciò una gara tra pubblico e monopolio privato per l’acquisto di film americani, soap operas, sitcom. Questo ridusse la nostra percentuale di produzioni quasi a zero. I nostri film non vennero più doppiati negli Usa; noi invece doppiavamo tutta la produzione americana. Era d’uso che vi fosse una tassa sul doppiaggio, e quanto i distributori americani guadagnavano in Italia doveva anche essere speso da noi. Il nostro governo fu corrotto (io non immagino da chi, ne so quanto te) e la tassa sul doppiaggio alla fine sparì, insieme alle annesse normative. In media noi giravamo circa 300 film all’anno: scesero a soli 60 o 70, la maggior parte dei quali grazie ai finanziamenti dell’“Articolo 28”… solitamente robaccia. I vecchi grossi produttori morivano o si ritiravano, e a i nuovi non piaceva affrontare rischi, per cui si rivolgevano alla tv pubblica o privata per i loro progetti e per chiedere denaro. Se qualcuno concedeva loro, per esempio, 3 milioni di lire, essi realizzavano un film di 2 milioni e mezzo. Se ne infischiavano della qualità.

Alla fine degli anni Ottanta ci fu un tentativo della tv di Berlusconi di distruggere i produttori indipendenti. Berlusconi incominciò a pagare la gente tre volte, quattro, fino a dieci volte più delle tariffe correnti. Nessun altro avrebbe potuto competere. (A Vittorio Salerno e a me furono pagati un miliardo di lire per una sceneggiatura riguardante Stradivarius!) Poi lui mollò la scena romana e si ritirò dal progetto della produzione cinematografica; non so perché. Può darsi che lo scopriremo in un prossimo futuro, visto che è in corso un grosso processo contro di lui, nel quale si tratta di denaro sporco e altra roba del genere.

Sarebbe bene citare tutte le fonti.
La persona che ha rilasciato queste dichiarazioni è Ernesto Gastaldi che, volendo, potrebbe raccontarne delle belle…

Sono anni che Ernesto Gastaldi dice e scrive queste cose (vedi il suo libro autobiografico del 1991).

Bravo! Ho trovato l’intervista completa:

http://www.fantascienza.com/magazine/servizi/6615/?print=1

Libro che consiglio caldamente: “Voglio Entrare Nel Cinema”, Mondadori.

Sai dove si può recuperare?

Ormai è roba di antiquariato, anche se è stato pubblicato solo quindici anni fa. Prova a cercarlo nei vari siti che vendono vecchi libri.

Io lo trovai su una bancarella quand’ero a Pisa.
È difficile trovarlo perché, stando anche a quello che mi disse Gastaldi, è fuori catalogo.

Vi allego, al proposito, quanto mi scrisse in una mail, tempo fa, Gastaldi:

"Il mio libro “VOGLIO ENTRARE NEL CINEMA” edito da Mondadori è ormai esaurito. Lo puoi trovare in rete sul mio sito http://www.ernesto-gastaldi.com/com_entrare.htm "

Buona lettura.

A onor del vero tempo fa lessi sul forum di nocturno un intervento di dardano sacchetti in cui esponeva delle tesi sostanzialmente molto simili a quelle riportate che provengono da gastaldi

personalmente mi vorrei soffermare un momento sulla prima parte del testo riportato, che trovo molto interessante e oggetto di sindacabilità senza per questo dover finire a parlare necessariamente di berlusconi che quì è pure vietato :pollanet:

ossia: le tv private un pò alla volta hanno inondato di film lo spettatore che prima casomai andava al cinema, e in assenza di uno scenario legislativo lo hanno fatto pure in modo del tutto pirata

contraltare a questo fatto: quanta gente saprebbe ancora nel 2006 chi sono lenzi, fulci e casomai pure dario argento senza essersi visto in gioventù tutta una serie di film a stufo sulle tv private?

e ancora: la pirateria tra alti e bassi fa parte del gioco, ieri le tv private oggi il file sharing; peraltro sulle tv private passavano generalmente i film editati su vhs quindi comunque già usciti dal circuito delle sale e non propriamente nuovi, oggi su eMule trovi già dei film che non hanno fatto ancora in tempo a farli uscire nelle sale… però in giro per il mondo qualcuno che produce ancora del cinema c’è…

Infatti io ho conosciuto Fulci, Bava e film come Giornata nera per l’ariete, l’Etrusco uccide ancora ed altri, proprio grazie a questi canali che li mandavano in onda senza pagare i diritti. La piaga non riguardava soltanto i film ma anche i cartoni animati, sopratutto quelli giapponesi. Fino agli anni 80 venivano trasmessi ma negli anni anni 90 sono spariti quasi del tutto, nonostante i giapponesi li continuavano a produrre. In una trasmissione televisiva sentii parlare una persona che disse che i giapponesi smisero di exportare i loro cartoni animati in Italia proprio perchè gli italiani li trasmettevano senza pagare i diritti.

Il buon Fragasso non racconta poi cose molto diverse.
Incollo un pezzo della mia intervista di un po’ di tempo fa che, tra l’altro, si trova in versione integrale qui.

Come hai vissuto il declino del cinema di genere in Italia?

Tra gli anni ‘70 e ‘80 producevamo tra i 400 e i 450 film l’anno.
C’era un’industria attivissima e allora la domanda sorge spontanea: ma che fine hanno fatto questi registi? Sono spariti, fuggiti, morti? No, è successo un fenomeno molto preciso: i produttori italiani, che erano in qualche modo i padroni del cinema italiano perché lo producevano, hanno deciso di svendere quasi tutta la quantità delle loro library, dei loro film, alle televisioni. Emergeva la televisione, era il gran momento.
Per un lungo periodo, fino alla fine degli anni ’80, la tv non aveva praticamente importanza per il nostro cinema. I film erano per il cinema, la tv contava poco o nulla.
Poi però arrivò un tipo di Milano… Ricordo ancora cosa dicevano i produttori: “C’è un matto di Milano che compra tutti i film…”. I produttori in crisi (che poi erano la quasi totalità) correvano allora a vendere i propri film per quattro lire, si vendevano a pacchetti, c’erano produttori che avevano la proprietà di 20, 30 film e li vendevano per una miseria. Erano convinti che il ”matto”con le sue televisioni non sarebbe durato più di tanto…

Diciamolo, quel famoso “matto di Milano” era Silvio Berlusconi…

In persona… Berlusconi ha creato una library talmente importante che quando ci fu una crisi molto forte, tra metà degli anni ‘80 e gli anni ‘90, nessuno ha potuto più fare un film se non con l’aiuto di chi aveva il denaro, e chi aveva il denaro lo aveva grazie alle televisioni. A quel punto c’era Berlusconi da una parte e la Rai dall’altra. Quando non si aveva più la forza economica per produrre un film bisognava chiedere alla tv. La tv, però, odiava il genere perché non poteva andare in prima serata con le scene forti e crude che lo caratterizzano. In questo modo sono stati “creati” film cinema che in realtà erano per la televisione. La censura televisiva era ed è fortissima ed ha contribuito all’appiattimento generale del nostro cinema, perché nessuno si è imposto per cambiare le regole. La colpa è anche dei produttori, è troppo comodo fare film con i soldi della tv senza rischiare nulla.
Adesso siamo nel totale dominio della tv che sostituisce il cinema di genere con le schifezze come i reality show, i quiz, lo squallore della tv che in qualche maniera sostituisce “Cannibal Holocaust” o “Zombi” con il Grande Fratello o L’Isola Dei Famosi.
Questa pazzia dei produttori è stata la causa principale del decadimento del cinema di genere, di tutto il cinema, in un certo senso, ma del cinema di genere in particolare perché interessa meno alle tv visto che non può essere trasmesso in prima serata dato che il prime time è dedicato esclusivamente ad un altro tipo di horror: quello dei reality show. Oppure quello dei programmi di gossip che ruotano attorno ai reality con gli ospiti dei vecchi reality che fanno gli opinionisti su non si sa cosa…. E’ finita?… Chissà, Magari nasceranno reality show con i concorrenti che si uccidono tra loro, mangiando i cadaveri dei perdenti per poi trasformarsi in zombi a loro volta…. A parte gli scherzi, non so cosa accadrà domani, ma sono certo che le tv non hanno più nessun interesse che il genere venga fatto al cinema per il cinema. Anzi credo che le tv non abbiamo nessuna convenienza che rinasca il cinema in generale, perché altrimenti cosa mandano in onda?.
Ho esagerato? Non lo so… So solo che quello che vedo in tv è molto più forte di tutto lo splatter che ho fatto finora. Quando si vedono i sentimenti delle persone messi in gioco si è davvero superato il punto di non ritorno. Fellini una volta, parlando della televisone disse che l’occhio del pubblico era scoppiato. Io dico che ormai è scoppiato anche l’udito con il conseguente mutismo della parola e la perdita completa del cervello.

io ritengo che la tv, e ovviamente le televisioni private in primis, abbiano certamente mosso una concorrenza pesantissima al cinema, ma più in senso generale e globale che non riconducibile solo a un aspetto come la trasmissione di film senza diritti

ricordiamoci che fino alla fine degli anni '70 la tv in casa non è che ce l’avessero proprio tutti, e chi ce l’aveva comunque disponeva di apparecchi terrificanti in bianco e nero che si sentivano alla cazzo e ogni tanto bisognava prenderli a cartoni perchè l’immagine iniziava a fare su e giù

dagli anni 80 in poi sono iniziati a diffondersi le tv a colori a un prezzo accessibile, l’offerta televisiva è esplosa e qualitativamente le cose sono cambiate completamente

io la mattina e il primo pomeriggio in estate mi drogavo di ore e ore di prove tecniche di trasmissione a colori a casa di mio zio, c’erano delle gran immagini di prati e distese di fiori da guardare ovviamente con la saturazione dei colori a cappella, lo spettacolo da contrapporre al cinema era già quello

peraltro l’attività delle tv private pioneristiche da riguardare oggi credo sarebbe un gioiello…

Discorso pressocchè identico l’aveva fatto Fabio Testi in una giurassica intervista rilasciata a Nocturno Cinema sul finire degli anni 90. Mi pare un’analisi accurata, anche se sulla morte del cinema italiano (di genere e non) ci sarebbe molto altro da dire…

A Torino qualche copia si becca ancora, nelle librerie dell’usato.

Esatto, ed è proprio questo il punto. Il monopolio televisivo non ha decretato il coma del cinema italiano, gli ha semplicemente rifilato il colpo di grazia. Perchè registi come il compianto Fernando Di Leo dicevano peste e corna dei distributori nostrani e delle regole assurde che imponevano a registi e sceneggiatori già negli anni 70? Carlo Verdone nel suo libro Fatti coatti racconta aneddoti allucinanti, tipo che per convincere i distributori a finanziargli i primi film era costretto a produrre degli sketch improvvisati in loro presenza. Quelli erano perplessi, ma accettavano perchè a fargli da padrino c’era Leone. Le TV private han cominciato a fare concorrenza al cinema all’inizio degli anni 80, ma diciamo la verità: già allora film in Italia se ne producevano di meno, e qualitativamente di sole se ne vedevano un bel po’. Per tacere dei gestori delle sale, che di stronzate ne facevano pure loro; si ha un bel dire che i cinema di periferia contribuivano a far scoprire al pubblico prodotti nostrani snobbati dal circuito delle prime visioni, ma io rammento che in Sicilia negli anni 80 tanti cinemini mettevano in cartellone solo film porno perchè costava meno noleggiarli. Il risultato è che il pubblico dei paesini si spostava solo raramente per andare fino a una grande città per vedere qualcosa in prima visione, e perlopiù preferiva starsene a casa a sorbirsi i film che passavano sulle televisioni private. Mio padre amava andare al cinema, e smise proprio perchè le poche sale che c’erano al paesello o chiudevano o si convertivano alle luci rosse.

Riusciresti a rimediarmene una?

Mio padre amava andare al cinema, e smise proprio perchè le poche sale che c’erano al paesello o chiudevano o si convertivano alle luci rosse.

Cioè quando hai cominciato ad andare al cinema tu? :smiley: :ipsazione

Dai produttori ai distributori e la retribuzione dei diritti dei DVD, ovvero: come saccheggiare la morte.
http://news2000.libero.it/editoriali/eda153.html