La notte dei morti viventi (George Romero, 1968)

No, non ricordo quel pestaggio. Comunque potrei immaginare, dal contesto in cui tu lo citi, che si trattò di un pestaggio di un nero da parte delle forze dell’ordine nel periodo di uscita del film (Ho solo fatto un’ipotesi non ricordando nulla, quindi mi sono preso il rischio di dire una cacchiata)
Beh, se così è la tua tesi può acquistare un senso ed essere una buona analisi.
Lasciamo comunque riposare il thread, che è diventato “Hot” molto rapidamente, nell’attesa di opinioni di altri forumisti (EDV ad esempio, al quale ho chiesto spiegazioni).

semmai scrivimi in privato, ok?

Quando diventerò di platino potrò inviare PM.

Scusate se vado un pochino OT ma ci tengo a fare una precisazione. Il pestaggio di Rodney King non è coevo al film di Romero ma avvenne nel 1991… io l’ho solo usato come esempio di razzismo da parte delle forze dell’ordine… perché è indicativo di come il comportamento dei poliziotti nei confronti delle persone di colore negli Usa non sia cambiato molto in 25 anni

Tanto che vero che la scelta del nero venne all’ultimo momento e in maniera casuale…
I messaggi(di critica sociale) di Romero sono sicuramente evidenti in Zombi,per esempio, quando ha acquistato capacità autoriale e nei lavori comunque successivi alla notte.
Ma dubito fortemente che il traguardo che si prospettasse fosse quello che poi è stato.
Comunque consiglio fortemente il bellissimo libro di Matheson.

OT
Senza togliere nulla alla critica: sono riusciti a trovare metafore e critiche sociali pure in Duel…e qui mi fermo…

Edito non avendo letto i topic indietro:

In realtà si tratta proprio di ispirazione perchè il libro è molto diverso dal film.
Il protagonista comunque non è negro ma è bianco e la critica sociale è più feroce nel libro; che io ricordi comunque non c’è traccia di razzismo nel libro di Matheson

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Allora, tutto sommato, la mia (non) analisi, ovvero che Romero non aveva nessuna intenzione di lanciare accuse o critiche sociali ma semplicemente realizzare un horror inquietante e claustrofobico, non sembra poi così sbagliata:rolleyes:

PS. Attendo ancora la risposta di EDV; forse lui ha qualcosa da dire in merito.

Molti elementi possono pure esser nati casualmente, come la scelta di Duane Jones, che però non è stata effettuata il giorno prima delle riprese. Inoltre Romero e Russo si sono subito resi conto della portata dirompente di questa scelta, chiamiamola pure “dell’ultimo minuto”.
Ma andiamo alle scelte non casuali: la bandiera americana sbiadita che campeggia nelle inquadrature iniziali quando John e Barbara arrivano al cimitero (con un automobile che da lì in poi verrà praticamente abbandonata, simbolo che ad esempio non sarebbe sfuggito a Roland Barthes, ma noi non vogliamo fare i semiologi).
La famiglia. Cazzo, la famiglia! La rappresentazione palese della disintegrazione del nucleo familiare dall’interno. I fratelli (John) vogliono divorare le sorelle (Barbara), le figlie (la bambina) i genitori. Non lo so. più evidente di così…
Indubbiamente molti segni all’interno del film sono risultati incontrollabili allo stesso Romero, nessuno vuole negarlo, come siamo ben lungi dal sostenere che Night of the Living Dead sia in realtà un trattatello di sociologia. Però ripeto, non accogliere la metafora di un corpo (nella sua accezione più ampia: sociale, politico, culturale…) che sta divorando le sue carni per diventare altro (ce l’avremo presente cosa sta succedendo in America in quegli anni, sì?!), mi sembra pararsi gli occhi per voler vedere soltanto un b-movie da drive in.

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Per carità ma questo è evidente…
Ma io credo che in primis Romero volesse appunto sconvolgere…
Sono convintissimo che sia un’opera che vada oltre l’horror, ma dubito che fossero realmente queste le sue intenzioni.
Ricordo che Romero è stato molto discontinuo nella sua filmografia.
Poi certo un po’ di critica alla società non fa mai male;)

Io direi di sì

Questa non l’avevo notata. Sarà anche perchè il mio DVD 5° Piano è un po’ tutto sbiadito :-p . Eventualmente riguarderò.

:confused: … a me questa sembra un’interpretazione un po’ forzata. La bambina divora la madre perchè è morta e si trasforma in zombi; questa scena è forse la più inquietante del film e inquietare mi pare il suo scopo in primis

A me pare che in genere la critica, quando apprezza un film, cerchi a tutti costi di trovarvi dei significati reconditi, metafore e chi più ne ha più ne metta, per nobilitarlo. D’altra parte i registi non si tirano certo indietro e magari confermano le interpretazioni dei critici.

Su questo sono d’accordo

Ragazzi, ho la sconfortante impressione che qua dentro si stia dimenticando l’abc del cinema, che ci si voglia mantenere a tutti i costi ad un grado zero della significazione. La scena della bambina che con la cazzuola massacra i genitori (e qui scusate ma me ne infischio altamente degli spoiler, La notte dei morti viventi l’abbiamo visto tutti, senza se e senza ma) non è inquietante solo per il modus rappresentativo, altrimenti sarebbe bastato un Herk Harvey qualsiasi a girarla (e lo dico con tutto il rispetto che nutro per Harvey), ma per la portata devastante di quella scena, per il suo - chiamiamolo - sottotesto. Questa è una scelta assolutamente studiata da parte di Romero che decide di mettere in scena una disintegrazione PRECISA (dell’istituto familiare), attraverso un tabù PRECISO della società occidentale come l’antropofagia. Perché Romero colloca una famiglia all’interno di un perimetro ASSEDIATO?, perché ci mette dentro pure un nero? Queste sono domande che non ci si può non porre. Per mero gusto della diegesi? Perché narrativamente faceva più figo? Visto che qualcuno la storia non la sa, mi permetto di fare la lezioncina di storia: quando Romero sta girando Night of the Living Dead in tutti gli Stati Uniti d’America - dunque anche a Pittsburgh, che non è la sua provincia più remota, e tra l’altro Romero è pur sempre newyorchese - infuoca la lotta per la rivendicazione dei diritti dei neri, è da ben 5 anni che dal fatidico discorso pronunciato a Washington il 28 agosto 1963 (che tutti ricordano perché incominciava con “I Have a Dream…”) Martin Luther King sta infiammando la Nazione. Nel 1967 nel ghetto nero di Los Angeles si scatena l’inferno. L’eco di quella insurrezione giunge fortissima fino alla East Coast e a 40 anni dall’accaduto, ancora ce la ricordiamo (figuriamoci Romero a distanza di un solo anno). Il 4 aprile 1968 lo stesso Martin Luther King viene barbaramente assassinato. Ora può essere un puro caso che a un certo punto la mente di Romero viene attraversata dalla folgorazione di sostituire Rudy Ricci con Duane Jones? Io dico di no. Vi ricordo che la release del film in USA porta la data del 1° ottobre 1968, traete liberamente le vostre conclusioni.
Ripeto: durante il mio incontro milanese con Romero mi ha davvero confessato di aver girato Night of the Living Dead per divertimento (e quel senso di divertissement l’ha mantenuto anche nel secondo episodio della tetralogia sui morti viventi, un po’ meno nel terzo), ma ha anche aggiunto - testuali parole - che in quegli anni si respirava una sorta di rivoluzione culturale, sociale e politica, e che certe cose ti si erano insinuate sotto pelle. Pelle, sangue, carne, corpo…vi dice qualcosa?

Anche le colline hanno gli occhi o l’ultima casa a sinistra presentano di fondo una critica sociale ma sono in primis film, come hai detto tu, da drive-in.
Fatti per divertire e terrorizzare le fanciulle che ti portavi per farti fare i chinotti in macchina.
E così è stato per la notte dei morti viventi.
L’hai detto tu che Romero ti ha confessato che l’ha girato per divertimento.
Ok è oltre gli altri film del genere.
Ha avuto molto più successo degli altri.
E’ diventato il film horror per eccellenza.
Ma piantiamola di forzare la realtà: Tutti i film di quegli anni presentano elementi del clima di tensione e angoscia che c’era.
Vietnam, famiglia, guerra fredda, razzismo.
Benissimo.
Qualcosa di nuovo sotto il sole?

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non posso che quotare El Topo trovandomi perfettamente d’accordo con quanto espresso sopra.
il capolavoro di Romero è un film che sì, vuole anche sconvolgere, essere un horror claustrofobico, film da drive-in, ma non si può certo ignorare la radicale lucidità politica con cui il Regista ci parla “di noi” e della società in cui viviamo (nucleo famigliare e via discorrendo).
impossibile decontestualizzarlo.
impossibile non tener conto delle agitazioni sociali che l’America viveva in quel periodo e che emergono esplicitamente…
si prendano, ad esempio, le ultime sconvolgenti immagini del film… scatti fotografici disarmanti… bifolchi smargiassi che caricano camionate di cadaveri tra una birra e un’altra… sembra un reportage dal Vietnam, e forse lo è.
per anni l’horror americano aveva tradotto, cinematograficamente, il terrore del “pericolo comunista” sapientemente instillato dalle logiche governative.
il male -la minaccia- era qualcosa che veniva sempre dall’esterno, da lontano, “da un altro mondo”…
e come in ogni film western era facile capire chi fossero
“i buoni” (l’americano) e chi “i cattivi” (l’indiano a cui sparare allegramente).
con film come “La Notte dei Morti Viventi” i registi della nuova generazione cominciano a riflettere sul fatto che, spesso, il male era -è- qualcosa che si annida dentro noi, dentro il nostro tessuto sociale…
che non è più possibile puntare acriticamente il dito contro l’Altro Cattivo, compiere qualche genocidio in simpatia, la coscienza sempre a posto.
(e mi sembrano tematiche attuali eh… affatto datate… ché continuiamo a vivere tempi in cui si esportano allegramente democrazie orchestrando massacri).
questi registi cominciano a domandarsi “ma chi sono i buoni? chi i cattivi?”

chi sono i buoni di questo film?
il gruppetto di nauseanti borghesi barricato dentro la casa per difendersi dall’assedio ma che altro non sa fare che litigare, che autoterminarsi?

il più nutrito gruppo di organizzati che si diletta al tiro al bersaglio per salvare l’America ma che poi, guarda caso, uccide il protagonista del film?

su questo tema esiste il bellissimo e amaro documentario di Adam Simon: “American Nightmare”.
lo consiglio vivamente a quanti si ostinano a non voler riconoscere che questa pellicola come tutte le pellicole coeve, spesso e volentieri sembra uno stralcio di tg dell’epoca.
è stato trasmesso qualche anno fa da Ghezzi su fuoriOrario, ma è reperibile come extra in non ricordo più quale dvd… credo un’edizione di “Quel Motel vicino alla Palude”, ma potrei sbagliare.

finalmente un dvd degno dell’importanza di questo capolavoro assoluto…
e ancora ricordo le parole di Dardano Sacchetti… allorquando disse che Romero, senza Dario Argento, sarebbe stato un mediocre regista messicano di telenovele messicane… ma per piacere:mad:

Mi riferivo all’ottusità di alcuni personaggi e, in particolare, proprio alla scena finale. Il nero scambiato per uno zombie e ucciso, in quanto visto come qualcosa di diverso e di pericoloso.

Se si fosse trattato di un altro autore, avrei anche potuto sposare la teoria del caso.
Ma conoscendo le idee di Romero - e analizzando i suoi lavori - mi sentirei di escludere l’involontarietà del messaggio :wink:

Il fatto che una scena sia nata casualmente, non esclude che possa contenere una vis critica.

Inutile dire che non sono affatto d’accordo con questa visione decontestualizzante, antistoricista e relativista del cinema. Seguo invece il ragionamento di Anomalia e rilancio dicendo che se è vero che “Tutti i film di quegli anni presentano elementi del clima di tensione e angoscia che c’era” è perché principalmente ci sono state due pellicole che con potentissima energia espressiva sono state in grado di ridisegnare un immaginario, perché lanciavano uno sguardo spietatamente introspettivo nell’America di quegli anni, un po’ come stava già facendo Edward Hopper in pittura: Rosemary’s Baby (anno di grazia 1968, siamo sempre lì) di un certo Polanski e Night of the Living Dead. Opere che hanno insegnato per prime all’America a guardarsi dentro, a sostenere che l’ “altro”, latore di angosce e inquietudini, è il nostro vicino di casa, o addirittura un nostro familiare (attraverso immagini, metafore, simboli etc. ovvero elementi di un arte che lavora con e su l’immagine). Craven, Zarchi, Clark, Hooper e tutta la grande cinematografia seventies non horror declinata sui grandi complotti e sogni infranti è successiva.
Non si tratta di forzare la realtà, si tratta semmai di rendere il giusto merito ad autori che fotografavano col piglio divertito del cineasta lo sfacelo di un contesto storico-sociale.

http://www.exxagon.it/notte%20dei%20morti%20viventi.htm

In questo sito una recensione del film, che, se quanto riportato corrisponde alla realtà, confuta la tesi del messaggio antirazziale, mentre appoggia il punto di vista di El Topo sulla famiglia e quello di liberAnomalia.

Non so cosa sia questo exxagon e per me le considerazioni ivi contenute valgono quanto quelle di chiunque altro.

Anzi, anche meno…

“I commenti sociologici successivi al film e incentrati sul fatto che il protagonista è nero sono tutti sbagliati.
A detta di Romero, le considerazioni sul razzismo sono fuori luogo”"
.

Bene. A chi lo avrebbe detto? A te personalmente? Lo hai letto da qualche parte?

Scrivere ‘a detta di Romero’ buttato lì così, non è giornalisticamente una notizia. Citare le fonti.

Considerazione molto personale: chi suddivide le categorie del proprio sito in “weird, ultragore, eurotrash, B & Z movies etc. etc.”, non mi sorprende possa snobbare eventuali chiavi di lettura di un film… :wink:

P.S. Bisogna ammettere che è nata una bella discussione :slight_smile: :wink:

Peraltro chi ha scritto la recensione su quel sito si dimostra oltremodo ignorante quando afferma “ma nel 1998 fu rieditato con 13 minuti in più che a suo tempo erano stati tagliati dal regista stesso, ed è stato cambiato lo score musicale (questa versione è stata curata da John Russo). I nuovi spezzoni aggiungono un po’ di splatter (un’aggressione di zombi a delle vittime di un incidente stradale ad esempio)” dato che i minuti in più non sono stati recuperati da tagli dell’epoca ma girati ex-novo da John Russo che ha editato, per meri motivi commerciali, una sua versione totalmente differente da quella di Romero e assolutamente inguardabile… spacciandola inoltre per una edizione speciale del 30 anniversario… puah!!! :mad: :mad: :mad:
Peraltro la scena col prete che farnetica è assolutamente orribile… ma non nel senso con cui di solito ci si riferisce alle scene di un horror… è davvero cinematograficamente e ideologicamente orribile! :mad: :mad: :mad:
L’autore della recensione suddetta peraltro dapprima afferma che quelli che non vedono letture sociologiche del film sono miopi, confermando anche il sottotesto antirazzista: "Questa pellicola di grande personalità possiede anche una lettura allegorica: è la rappresentazione velata, ma neppure poi tanto, dello “smembrarsi” della famiglia tipo americana (la figlia uccide e mangia i genitori), la legge e l’ordine sono garantite da gruppi di vigilantes armati, l’integrazione fra bianchi e neri non è avvenuta, non è possibile. Il film si conclude negativamente ed in modo beffardo, spiazzando ulteriormente lo spettatore che si sarebbe aspettato, od avrebbe optato, per un finale positivo… …Una pietra miliare non adatta al pubblico mainstream che vedrebbe ne La notte dei morti viventi solamente un noioso bianco e nero un po’ truculento" e poi confuta una parte di quello che dice negando il discorso sul razzismo… mah??? :confused: in questi termini la sua attendibilità, come dice anche EDV, è molto vicina allo zero. :mad:

Per il resto sottoscrivo tutto ciò che hanno detto El topo, anomalia e EDV… io mi sono frenato in precedenza dall’elencare tutte le sottotracce in quanto si rischiava di svelare qualsiasi particolare del film… ma siccome, come ha detto el topo mi sembra, praticamente ogni forumista dovrebbe aver già visto questo capolavoro forse mi sono fatto troppi scrupoli :smiley:

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concordo.
tale versione è davvero improponibile.
le (inutili, secondo me) parti aggiunte depotenziano il film costringendolo in una struttura troppo lineare, troppo spiegata (leggi “didascalica”) ma, soprattutto, troppo moralista.
Russo con la sua discutibile (sempre secondo me eh) operazione ha bruciato tutta la carica eversiva del film trasformando un capolavoro in un film da oratorio.

da evitare come la peste:mad:

http://www.miccaclub.com/serate/zombie_004.php

io me sa ce faccio un salto…

Avevo già postato la notizia in apertura del thread con il relativo flyer :wink:

oopss

Hai ragione!

Mi è sfuggito questo sfondone perchè, dopo le prime due righe, ho capito di non avere a che fare con il nuovo Indro Montanelli e sono andato alla veloce ricerca della parte di articolo che mi interessava.