La Paura nel cinema 😨

mi permetto un lieve inciso OT, perché a mio avviso il sentimento in assoluto più forte, intimo recondito e importante, che più influenza e caratterizza una persona con le sue scelte e reazioni - e di conseguenza più difficile da rappresentare ed esprimere sul fronte attoriale - è la vergogna, spanne oltre la paura.

rientrando alla svelta in argomento prima che zomma sguaini il battipanni, per quanto mi riguarda la paura meglio trasmessa è quella espressa in silenzio, senza urla e strepiti: riallacciandomi a profondo rosso, trovo in tal senso perfetta quella diciamo così implosiva di hemmings quando realizza di “avere visite” mentre suona il piano e si finge ancora compostamente impegnato, mentre suda brina. quando risponde al telefono alla nicolodi dà l’esatta misura di cosa significhi farsela addosso.

notevole anche quella “muta” di alexandra delli colli legata alla spalliera e convinta di essere accanto al maniaco ne lo squartatore di new york

in poltergeist un’ottima resa la dà oliver robins ogni volta che impazza il finimondo, ma in particolar modo coi mugugni e le urla strozzate nella scena col clown animato.

una buona resa emotiva la danno anche la supplice vedova incinta incarnata da marilù tolo in confessione di un commissario della polizia al procuratore della repubblica, nella scena in cui prima di venire uccisa in quando si trova alla porta i due sicari mafiosi che la canzonano che dei falsamente rassicuranti “su sia dignitosa, non è il caso di comportarsi così” mentre avanzano per ucciderla e l’attore (non ricordo chi fosse) che interpreta il giovane pastorello che viene ucciso dai due ceffi che lo afferrano per gola e piedi

un’altra efficace trasmissione sensoriale si ha in salvate il soldato ryan, nell’espressione dell’attore che precede l’accoltellamento al cuore da parte del tedesco che gli sussurra quasi dolcemente shhht! mentre affonda la lama

in creepshow leslie nielsen dà una buona prova di crisi isterica ridanciana indotta dalla paura, e in generale è ben iconografizzata dalle interpunzioni fumettistiche che fanno da sfondo pop ai personaggi che urlano

nel finale di bug, insetto di fuoco, l’attrice cui va la megablatta sull’occhio fa un lavoro niente male, idem la vittima inseguita nella metro e chiusa nei bagni in maniac

e più delle ovvie scene paniche di paura collettiva di the day after (quella di bibi bech fuori controllo che urla e piange non appena sente tremare casa per la partenza dei missili e viene trascinata via dal marito è comunque terribile), la migliore rimane quella della donna pietrificata dal terrore che fissa attonita il fungo in silenzio pisciandosi addosso in threads

altro asso pigliatutto è john hurt in orwell 1984 nella famosa scena del topo - e gli va vicina la rapace nelle varie scene a tutto ragno in rupture

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