La Paura nel cinema 😨

Non è una cosa scontata, tante volte vediamo recitare tristezza, divertimento, rabbia, libido, dolore e tanta disinvoltura.

Ma… la paura, il sentimento più intimo e più recondito, dove secondo voi viene reso meglio a livello cinematografico?

La paura: non semplicemente intesa come panico, terrore, perdita del controllo, tutti nella vita abbiamo avuto paura e sappiamo cosa vuol dire, ma spesso nel cinema è un sentimento che viene rappresentato in maniera scontata, limitandolo alla mimica o alla gestualità.

E’ un discorso che mi è venuto in mente con alcune recenti visioni, tipo Fuga da Pretoria, non che Radcliffe meriti l’oscar, ma l’evasione da un carcere per una persona “normale” non deve essere una cosa ovvia, genera panico, perdita di controllo, di sonno, di forze e quant’altro.

Giocando in casa, parlando di cinema italiano mi viene in mente anche l’attacco di panico in Deserto Rosso,

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Oppure ancora Giuliana Calandra in Profondo Rosso,

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Secondo voi, in quali film e annesse situazioni viene meglio rappresentata: LA PAURA?

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Limitatamente a “profondo rosso”, da ragazzino mi fecero molta impressione le due sensazioni di paura/terrore provate da Macha Meril 1) a teatro durante la conferenza 2) quando va ad aprire la porta. Ma anche Glauco Mauri ha una bella espressione di paura quando viene “chiamato” dall’assassino.

L’espressione definitiva di “paura” resta questa :

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Un messaggio è stato spostato in un nuovo argomento: FilmeFobia (Kiko Goifman, 2008)

Interessante @Frank_n_Furter ma sei OT, un film che meriterebbe di essere spostato in un topic a sè.

Personalmente parlavo di quei film dove la paura viene meglio interpretata e resa allo spettatore.

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Per tornare in tema anche Shelley Duvall in Shining, ci fa vedere molto bene cosa sia la paura

A discapito della foto in fondo, uscì dal film in esaurimento nervoso, per aumentare il suo stato di ansia e di paura, è risaputo che Kubrick fece letteralmente bullizzare e ignorare l’attrice da tutto il resto del cast:

On the DVD commentary track for Arena: Making ‘The Shining’(1980), Vivian Kubrick reveals that Shelley Duvall received “no sympathy at all” from anyone on the set. This was apparently Stanley Kubrick’s tactic in making her feel utterly hopeless. This is most evident in the documentary when he tells Vivian, “Don’t sympathize with Shelley.” Kubrick then goes on to tell Duvall, “It doesn’t help you.”

L’epocale urlo (e espressione di puro terrore) della Nicolodi alla fine di Tenebre può essere un buon esempio?

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mi permetto un lieve inciso OT, perché a mio avviso il sentimento in assoluto più forte, intimo recondito e importante, che più influenza e caratterizza una persona con le sue scelte e reazioni - e di conseguenza più difficile da rappresentare ed esprimere sul fronte attoriale - è la vergogna, spanne oltre la paura.

rientrando alla svelta in argomento prima che zomma sguaini il battipanni, per quanto mi riguarda la paura meglio trasmessa è quella espressa in silenzio, senza urla e strepiti: riallacciandomi a profondo rosso, trovo in tal senso perfetta quella diciamo così implosiva di hemmings quando realizza di “avere visite” mentre suona il piano e si finge ancora compostamente impegnato, mentre suda brina. quando risponde al telefono alla nicolodi dà l’esatta misura di cosa significhi farsela addosso.

notevole anche quella “muta” di alexandra delli colli legata alla spalliera e convinta di essere accanto al maniaco ne lo squartatore di new york

in poltergeist un’ottima resa la dà oliver robins ogni volta che impazza il finimondo, ma in particolar modo coi mugugni e le urla strozzate nella scena col clown animato.

una buona resa emotiva la danno anche la supplice vedova incinta incarnata da marilù tolo in confessione di un commissario della polizia al procuratore della repubblica, nella scena in cui prima di venire uccisa in quando si trova alla porta i due sicari mafiosi che la canzonano che dei falsamente rassicuranti “su sia dignitosa, non è il caso di comportarsi così” mentre avanzano per ucciderla e l’attore (non ricordo chi fosse) che interpreta il giovane pastorello che viene ucciso dai due ceffi che lo afferrano per gola e piedi

un’altra efficace trasmissione sensoriale si ha in salvate il soldato ryan, nell’espressione dell’attore che precede l’accoltellamento al cuore da parte del tedesco che gli sussurra quasi dolcemente shhht! mentre affonda la lama

in creepshow leslie nielsen dà una buona prova di crisi isterica ridanciana indotta dalla paura, e in generale è ben iconografizzata dalle interpunzioni fumettistiche che fanno da sfondo pop ai personaggi che urlano

nel finale di bug, insetto di fuoco, l’attrice cui va la megablatta sull’occhio fa un lavoro niente male, idem la vittima inseguita nella metro e chiusa nei bagni in maniac

e più delle ovvie scene paniche di paura collettiva di the day after (quella di bibi bech fuori controllo che urla e piange non appena sente tremare casa per la partenza dei missili e viene trascinata via dal marito è comunque terribile), la migliore rimane quella della donna pietrificata dal terrore che fissa attonita il fungo in silenzio pisciandosi addosso in threads

altro asso pigliatutto è john hurt in orwell 1984 nella famosa scena del topo - e gli va vicina la rapace nelle varie scene a tutto ragno in rupture

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Un messaggio è stato spostato in un nuovo argomento: La Vergogna nel Cinema