‘Allora, saresti tu? Si dice in giro che tu abbia un cazzo enorme. Fammi vedere quello che sai fare…’ Questo gentile invito aprì il ‘casting’ in cui il ventenne Rocco Siffredi fu esaminato da sua maestà Gabriel Pontello. L’incontro avvenne nel 1984 al ‘106’, un locale parigino per scambisti di cui era titolare la celebre Diane Dubois, pornodiva veterana nel settore, attiva già dal 1977, ‘donna di gran classe e femminilità, alta e bionda’.
‘Ogni notte c’erano orge incredibili - ricorda Rocco, parlando di ‘quei locali’ - oggi sono diventati troppi (…) i gestori inseriscono coppie finte, pagate apposta per far divertire i single che sborsano almeno il triplo del prezzo dell’entrata se non sono accompagnati’.
Quella fatidica sera ‘Denise’ - questo uno dei nomi utilizzati da Diane Dubois nei suoi film, ed è così che Rocco la chiama nel suo libro - si recò a sussurrare all’orecchio di Supersex che c’era un giovane che voleva conoscerlo…così Rocco l’italien, avvicinandosi con fare ossequioso, si trovò squadrato ‘dall’alto in basso, con fare snob. Era davvero pieno di sé, forse anche un po’ arrogante’.
Non è difficile riconoscere Pontello nella descrizione fatta da Rocco. Ancor più ovvio sentirlo pronunciare, con quell’espressione beffarda che gli abbiamo visto tante e tante volte nei porno da lui interpretati, ‘fammi vedere quello che sai fare!’ invitando Siffredi ad estrarre il proprio ‘strumento’.
La storia dice che al tavolo con Supersex ci fossero due ragazze. Si, ma non due qualunque: si trattava di Barbara Dare, un bella bionda pornostar americana, e Patty Rhodes, vera ‘business woman’ del porno che si sarebbe fatta conoscere, di lì a poco, addirittura come produttrice. Pontello invitò le due grazie ad unirsi a Rocco per un provino…provino che durò per due ore di sesso, al termine delle quali il giovane aspirante pornoattore ricevette l’ok del maestro (che nel frattempo s’era gustato il casting, dopo essersi acceso l’immancabile sigaro): ‘Mi ha sorriso, mi ha dato l’indirizzo del suo studio a Montrouge e mi ha detto di presentarmi il mattino dopo alle 9’.
The best is yet to come, come si dice…e il bello, per Rocco, aveva un nome: Platinette. O, se volete, Marilyn Jess, ‘una bionda sensuale con seni e forme perfette e un fascino irresistibile’. Era con lei che Rocco avrebbe interpretato una serie di fotoromanzi, il primo dei quali, Adam et Eve, lo vedeva appunto in coppia con la ‘Marilyn Monroe dell’hard’. Un bel debutto, non c’è che dire.
Tuttavia un problema arrivò subito a turbare le riprese, perché, come osservò ridacchiando Pontello: ‘Rocco, dobbiamo fare soft…puoi tenerlo buono per cinque minuti?’ Gabriel si riferiva al membrone del giovanotto, che senza neppure toccare Marilyn s’era eretto al punto tale da liberarsi dell’adamitica foglia di fico che lo copriva. Sicché il giovane ortonese passò in camerino venti minuti non per raggiungere un’erezione, bensì per…smontarla. Segni del destino…che bussò una volta di più alla porta nella persona di Marc Dorcel, già allora nome eccellente tra i produttori hard. C’era un film in preparazione, quella stessa settimana, il giovanotto italiano era convocato. Si trattava di ‘Belle d’amour’, regista Michel Ricaud: sarebbe stato il primo film porno di Rocco Siffredi…(continua :))
Per l’appropriata identificazione di ‘Denise’ si ringrazia, come sempre, l’impagabile A.N.