La Rabbia Dei Morti Viventi (David Durston, 1972)

Un gruppo di hippy satanisti sta terrorizzando la città. Un ragazzino decide di infettarli con il virus della rabbia, ma li trasforma così in veri e propri mostri assetati di sangue.

c’e su you tube ma e’ bloccato in italia

mo’ lo metto su archive tv rip restaurato rete mia

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Visto tanti anni fa ma non mi ha lasciato un ricordo indelebile. Mi ci ero accostato per curiosità perchè era una delle due proposte del “double bill” con il titolo più orrorifico della storia: I drink your blood… I eat your skin.

Se po’ vede.

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Io lo reputo una delle migliori cose di rozza exploitation realizzate, tant’è che lo ricordo e cito, rispetto ad altre cose da dimenticatoio.
La trama ha un suo perché, la violenza c’è, il laidume pure, la sporcizia del basso costo idem.
Rimembro, però senza piacere, qualche animale morto, ma mi sembra non ucciso sul set, e comunque un certo retrogusto reazionario, più gusto che retro, anche se andare a parare in questi lidi in prodotti iper commerciali mi sembra superfluo.
La sua controparte double bill non regge il confronto, decisamente inferiore.

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Uscito anche il DVD italiano, qualche anno fa. Abbastanza ridicolo ma esilarante per quello, una specie di Rabid (c’è anche una delle attrici de Il Demone sotto la pelle) ma lontano dalle cupezze grandguignolesche di Cronenberg e follemente grindhouse per la demenzialità dell’idea e delle situazioni. Trucchi gore grossolani, i contagiati con la faccia coperta di schiuma da barba per dare l’idea della bava da idrofobia e momenti di comicità voluta come quello in cui gli hippy celebrano la messa nera. I sorci accoppati erano abbastanza disgustosi, il trailer d’epoca era abile nel farlo sembrare molto più trucido e spaventoso di quanto poi si sarebbe rivelato.

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In effetti, Tullio Kezich lo recensì sottolineandone proprio il presunto spirito reazionario che chiaramente accostava gli hippy a Manson e soci, facendoli apparire come mostri da abbattere. Ma sinceramente mi pare una lettura forzata, dubito che a regista e produttore fregasse qualcosa di possibili sottotesti politici.

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da noi esce tardivamente nell’estate del 1978

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