Tutta la verità sul terribile c.d. “massacro del Circeo”, dopo oltre 45 anni dai fatti, cercando di raccontare senza retorica oscillando stilisticamente tra presa diretta e struttura circolare (alternando la narrazione avanti e dietro nel tempo, a ripetizione, rispetto agli eventi principali) di tarantiniana memoria: un regista che, coadiuvato da un cast notevole senza eccezioni e da una solida sceneggiatura in tandem co Luca Infascelli e Massimo Gaudioso, riesce a non essere retorico e commiserativo-contemplativo (e non era, certamente, facile) offrendo uno spaccato perfetto sociale e psicologico ricostruendo non tanto (non soltanto) un’epoca bensì un microcosmo peculiare difficile da rappresentare ma non da comprendere.
Atto di coraggio è stato già il solo provarci a narrare queste vicende, affidandosi (talvolta) alla voce fuori campo di uno dei personaggi con un retroterra letterario d’origine (il libro omonimo, edito da Rizzoli nel 2016, di Edoardo Albinati che non ho letto ma che-ricordo- nello stesso anno ha vinto il Premio Strega)
Film da vedere, assolutamente secondo me, senza farsi (possibilmente) condizionare da certe recensioni negative (in giro per il web) per me non condivisibili e sovente intrise di quella retorica che il film non ha per niente.