La taglia è tua...l'uomo l'ammazzo io (Edoardo Mulargia, 1969)


Il film è un po lento, però non è malvagio, tocca o meglio sfiora alcuni temi tabù per quell’epoca (pedofilia, omosessualità)ed è intriso di una certa violenza (una sequenza di morte è talmente brutale che nemmeno in un gongfu…).Mulargia ha dato la precedenza alla caratterizzazione dei personaggi e quindi va molto a discapito dell’azione, infatti alcuni passaggi possono risultare piuttosto noiosi.Comunque tutto sommato è un lavoro discreto che merita certamente di essere visto, se non altro per alcuni tocchi di classe.

Visione di rispetto risalente a ieri sera. Che dire…un film la cui aggettivazione più consona direi corrisponda ad “anomalo”. Una pellicola davvero fuori dal comune, da ogni schema classico o consuetudinario. Mulargia, regista da più fonti accreditato come “aperto” ad innovazioni e proposte di apertura registica, si conferma tale con questo lavoro. Un film che vuole essere certamente “mistico” un percorso hippy nel vecchio west…Ritroviamo infatti il buon vecchio Woods alcoolizzato cronico con una reputazione straordinaria, ma ormai opaca e forse irrecuperabile. Il personaggio centrale della vicenda, El Puro, su cui pende una ghiotta taglia da 10000 dollari, è un personaggio complesso, “perdente” in partenza…tormentato da ansie e ricordi di tempi passati…rassegnato nella sua condizione e consapevole della stessa. Secondo il mio personale parere, la pellicola può essere in questo caso definita e catalogata a pieno titolo nel genere “decadentista”. Gli elementi ci sono tutti: un atmosfera stanca e scandita da un ritmo lento, inesorabile e rassegnato; i personaggi caratterizzati a dovere con tratti psichici alterati…vedi lo stesso protagonista, che ha continue visioni dovute all’alcool per tutta la durata della pellicola…oppure il capo della banda dei bounty killers, nevrotico e omosessuale ( da brivido, la scena dell’inaspettato bacio all’amico torturatore e aguzzino della splendida Rosalba Neri oppure un indeito Mario Brega dal cuore tenero nella sua follia…. Tra le varie sequenze, la mia attenzione si è soffermata poi su un particolare verso il 25esimo minuto della mia personale visione: uno dei bounty killers infatti, impugnerà la sua colt di sbieco. Elemento visivo noto ormai a tutti in seguito a Pulp Fiction ed emulato a sua volta da moltissimi sicari della camorra napoletana, cosa che per’altro, tecnicamente, rende necessari più colpi per abbattere la vittima, a causa dell’imprecisione di tiro all’atto del rinculo (ma questa è un’altra storia). Il tema musicale è in pratica un’emulazione del tema del più noto “il buono, il brutto e il cattivo”…che inizialmente disturba proprio per questa “forzatura”, per poi divenire orecchiabile. Ultimi 2 tratti distintivi della pellicola:

1 - L’efferata uccisione di Rosalba Neri, a colpi di cazzotti e sberle ( a tratti, mi ha richiamato alla mente la morte di Florinda Bolkan nel fulciano “Non si sevizia un paperino”
2 - L’uccione del protagonista nel finale…redento dall’angelo sterminatore simboleggiato dall’ultimo bounty killers rimasto in vita. Quest’ultimo elemento ribadisce l’impossibilità del protagonista di tornare ad essere “El puro” di un tempo.

Complessivamente entusiasmante, lo consiglio caldamente a tutti coloro i quali ancora non ne hanno avuto la possibilità. Da recuperare con urgenza.
Spero che il mio post inneschi un confronto costruttivo e stimolante da parte di chi ha avuto il piacere di visionare cotal perla. Grazie sempre per lo spazio concesso.

Fausto Bellone “Saggiatore”

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Ho terminato di vedere ieri questo film di Mulargia(ma a quanto pare è più degli attori che del regista)e non esito a inserirlo nella top ten degli spags della vita e un film che,forse grazie anche alla sua povertà,estremamente stimolante. Secondo il mio modestissimo parere El Puro è per certi versi lo svelamento delle caratteristiche essenziali di tutto lo spag, senza orpelli decorativi e altro. Desolazione,odio per le donne,insensatezza esistenziale a parte una irresistibile pulsione di morte.Il fatto che sia un film realizzato con pochi mezzi sembra quasi un plusvalore, come a dire che dietro certe faraoniche produzioni nostrane si andava a nascondere i caratteri del nostro western che lo rendono diverso da quello americano e che sono quelle che davvero contano.Sorvolo sulle incongruenze e sull’ambientazione non molto credibile o…meglio,non sorvolo. Il western nostrano è un luogo che è sempre assomigliato pochissimo al west e tantissimo all’inferno come privazione di luce (non mi contraddico,per me il sole bruciante dei nostri western son solo riflessi di fiamme infernali)e La taglia è tua casualmente ricorda il tedio della condanna eterna che si trova in un film che nulla sembra entrarci con questo, ovvero The devil in miss Jones.Vi sono degli elementi più appariscenti di altri, in primis il bacio tra Fiorini e Berti che poteva essere solo un colpo di scena se non fosse preceduto dalla scena dell’emporio dove Berti sceglie come camicia un abito da donna… Forse si può avvicinare al seguente Matalo! di Canevari, altro mio cult assurdo ma credo che questo film vada oltre e sia meno velleitario. Non dico dell’assonanza tra i cognomi del primo e del, per me, ultimo pistolero all’italiana (Eastwood/Woods) che mi piace pensare quasi come non casuale,o alla stilizzazione quasi (in)volontariamente parodica degli elementi stilizzanti (mai come in questo film l’accoppiata sigaro/cappello come arte recitativa son portati alla definizione estrema).E’ giusto che lo spag finisca tra quattro assi marce,in un villaggio di quattro anime,con delle donne bellissime che vengono uccise o non accolte,in una storia che non si sviluppa(il plot negli spags credo sia l’ultima cosa interessante a favore di una iperstilizzazione),con u bandito pazzo a dire per l’ennesima volta una messa profana in una chiesa disadorna.Tutto è così abbandonato in un eterno agosto desolato da farmi pensare che,concettuallmente,La taglia è tua sia il contenitore di tutto ciò che caratterizza il nostro cinema western.:rolleyes:

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Mi inchino davanti all’analisi dei due utenti precedenti…e non possa far altro che essere d’accordo. L’atmosfera di questo film è davvero surreale e delirante. Mulargia stavolta ci ha stupìti davvero! :wink:

Verissimo riguardo il commento musicale di Alessandro Alessandroni, molto morriconiano! Come mai? Beh…Alessandro Alessandroni era il direttore di coro nelle musiche di Morricone ed era anche l’autore del famoso “fischio” nel film “Per un pugno di dollari” ! Proprio cosi, era lui a fischiare…e propone un tema fischiato anche qui!

[QUOTE=Ragtime;263606]Mi inchino davanti all’analisi dei due utenti precedenti…e non possa far altro che essere d’accordo. L’atmosfera di questo film è davvero surreale e delirante. Mulargia stavolta ci ha stupìti davvero! :wink:

Verissimo riguardo il commento musicale di Alessandro Alessandroni, molto morriconiano! Come mai?

Una band di miei amici e colleghi, i Guano Padano, hanno inciso un brano con Alessandroni. I racconti del maestro sembrano essere stati illuminanti, specie per le paternità reali di molte composizioni di Morricone…

Racconta dai…

infatti!! racconta! siamo tutt’orecchi :smiley:

http://www.youtube.com/watch?v=JczbnNyE4K0
intanto il brano (non mi piace molto eh, anche se amici…)
Quello che mi ha raccontato Danilo Gallo, il bassista, a parte la stupefazione nel sentire il fischio di Alessandroni, senza alcun soffio, semplicemente il suono del fischio senza suoni passivi attorno, purissimo, è, dicevo, che Alessandroni ha detto che molte cose a nome Morricone son state scritte da altri. Per esempio il tema di Per un pugno di dollari, che lui attribuisce a se stesso.
Ambasciator non porta pena, io riporto… certo è un mondo di beghe ed illazioni quello della musica “commerciale”, del “mestiere” del musicista-artigiano (detto col massimo del rispetto eh) che lavora a cottimo, pur mettendoci tanta arte (spesso più dei cosidetti"artisti")

Insomma…questioni di soldi; il Maestro (che conobbi mille anni fa ad una sua retrospettiva a Venezia, alla querini stampalia e che vi assicuro fu scortesissimo…) si sarebbe fatto i soldi col lavoro altrui…

Quindi Carlo, significa che il Tema principale di “Per un Pugno di dollari” non sarebbe stato scritto da E.M. ma da “Fischio” ?

Nota. Fischio era il soprannome che Fellini diede ad Alessandroni :smiley:

lo dice lui…poi…chissà

Un commento alla pellicola da parte del grande Antonio Bruschini

[flash]http://www.youtube.com/v/Fd0UmNFTNQ8?version=3&hl=it_IT[/flash]

R.I.P. Antonio; non sempre mi convinceva ma era un galantuomo

Tra i 27 spaghetti western del 1969,il film diretto da Mulargia è senza dubbio tra i più singolari:la classica vicenda del pistolero in cerca di redenzione qui si colora di tocchi sperimentali e trasgressivi,mai visti nel genere dei cappelloni.
L’“americano vero” Robert Woods(ben doppiato da Michele Kalamera)rende al meglio il suo personaggio:Joe Bishop detto “El Puro”,un campione della Colt ormai datosi alla bottiglia e affetto da traumi legati alla sua infanzia;un personaggio non certo più positivo dei bounty killers che gli danno la caccia:un omosessuale perverso(Ashborn Hamilton Jr,doppiato da Luciano Melani),un uomo che gira in abiti femminili(Aldo Berti),un pedofilo(Mario Brega,doppiato da Leonardo Severini)morbosamente legato al suo giovane fratello(Maurizio Bonuglia).Le figure femminili,a cominciare dalla bella Rosalba Neri,fanno tutte una brutta fine.
Il regista ha idee ed azzecca il finale tragico ma il budget è bassissimo(nonostante la coproduzione con la Spagna,è tutto girato tra le porte di Roma e Tirrenia),la regia spesso indecisa ed il montaggio quasi a casaccio.Grande colonna sonora di Alessandro Alessandroni che,per dirla col Mereghetti,copia Morricone senza vergogna.Comunque un’opera fuori dagli schemi,da vedere.

la versione originale e’ questa???

https://www.youtube.com/watch?v=NbX8K9lS8bI

Spaghetti anomalo, cupo visionario,totalmente negativo,un eccezione nel genere, pestaggi violenti personaggi perversi riferimenti ben evidenti ad omosessualita’ pedofilia disturbi comportamentali veramente notevole, seppur di ambientazioni povere…un lavorosi dice fortemente influenzato dalle idee di Woods.Da vedere.Darth la chiesetta abbandonata covo dei bounty killers e’reale o costuita di cartapesta???

L’ho rivisto ieri sera in un’edizione apprezzabile su Raiplay dopo averlo visto anni fa grazie ad un amico in un VHS rip multilingue perchè integrale.
Vorrei uscire dal coro di chi attribuisce lo status di cult a questo film. Comprendo le ragioni dei fans e le condivido anche. Il grosso problema però, a mio avviso, è la messa in opera delle idee. Anche ieri sera la sensazione di base era di trovarsi di fronte ad un mediometraggio esteso innaturalmente per farlo arrivare ad un’ora e mezza. La lentezza non riesce ad essere funzionale e da invece proprio l’idea d’incapacità registica della gestione del tempo.
A mio avviso c’è anche un tema di recitazione da parte del protagonista. Robert Woods mi sembra più volte un attore amatoriale, colpa forse anche della sceneggiatura e dei dialoghi, e non è mai riuscito a farmi “entrare” veramente nel suo degrado e men che meno nella sua rinascita (da 0 a 100 in pochissimo tempo…). Non so se avete fatto caso anche voi a quante volte cambia posizione del sigaro nella bocca. Mi ha ricordato i ragazzini che fanno le recite fingendo di fumare.
Leggermente più azzeccata invece la prestazione dei cattivissimi.
Al di là del finale che evidentemente s’ispira a Il Grande Silenzio c’è un altro particolare che mi ha richiamato subito una scena già vista seppur in un’ opera di altro tipo: il duello nella main street con El Puro che si siede su una sedia a dondolo non ricorda anche a voi quello del pistolero Johnny in West and Soda di Bruno Bozzetto?

Finalmente uscito in br. Grazie alla Arrow…

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In ben due versioni, oltretutto. Son curioso.

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io ho visto quella da 108’ (l’altra è di 98’) che contiene scene in bassa definizione e in spagnolo ma non disturba più di tanto e quindi vale sicuramente la pena
il film secondo me è bellissimo e merita in pieno la fama di cult
in particolare non concordo con chi lo considera lento, anzi il fatto che si prenda i suoi tempi ne fa un prodotto affascinante e personalmente non mi sono annoiato affatto
inoltre è pieno di scene molto violente e di situazioni sconcertanti che tuttavia ci stanno e sono punti di forza del film

su RaiPlay c’è la versione cut (94’) ma in discreta qualità, consigliatissimo!

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Confermo. Valgono entrambe la visione. Il prodotto Arrow, come al solito, è superlativo e anche la copia disponibile su Raiplay si guarda volentieri.

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