La violenza: quinto potere (Florestano Vancini, 1972)

Capolavoro. Difficile che io usi questa parola ma per quel che riguarda questo film non posso fare a meno di usarla. Cast dai grandi nomi, tutti in parte, persino chi entra in scena per un paio di minuti o poco più e mi riferisco a Mariangela Melato per esempio, lascia il segno. Moschin e Salerno offrono una prova carica di tensione, Adorf è perfetto, mentre non posso non menzionare il grandissimo Ciccio Ingrassia in una tra le sue migliori interpretazioni drammatiche se non addirittura la migliore, con quella sua faccia “consumata” dalla miseria e dalla fame, di un’intensità unica e così talmente umana da far riflettere e tanto anche dopo la visione. Questo film per quel che mi riguarda dovrebbe essere messo nella lista dei 100 film italiani da salvare. Uno scandalo che non sia ancora stato editato in digitale

Credo venga anche citato l’agguato di viale Lazio ai danni di Michele Cavataio, quando gli uomini di Barrese/Adorf compiono il massacro travestiti da poliziotti nel palazzo in costruzione ai danni degli uomini di Crupi/Wilson

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Ottimo film di Florestano Vancini, ispirato al dramma giudiziario scritto da Giuseppe Fava.

La vicenda di un processo di mafia vede sfilare tanti personaggi con un cast incredibile.

Dal pubblico ministero Enrico Maria Salerno all’avvocato difensore Gastone Moschin,dai testimoni la vedova impersonata da Mariangela Melato, Ciccio Ingrassia(al suo primo ruolo drammatico da poco separatosi da Franco Franchi) bravissimo in un ruolo difficile di un capro espiatorio voluto dalla mafia per nascondere i veri colpevoli del delitto,a Riccardo Cucciolla,Aldo Giuffrè e Guido Leontini.

Scritto da Vancini con Arduino Maiuri,Massimo De Rita e Fabio Pittorru

Musiche di Ennio Morricone

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