Stasera su Rai Movie alle 03.50.
Stay tuned!
Un film che non avevo mai visto se non rapidamente per via delle locations milanesi, ringrazio Steed e la sua iniziativa del cineforum virtuale, per avermelo fatto recuperare. Come ampiamente discusso nei post precedenti, una specie di remake nostrano del “Delitto per Delitto” di Hitchcock, ma in versione decisamente melodrammatica, così come piace al co-protagonista, il Conte Tiepolo. La storia regge, e la lettura data da Liberanomalia e Tuchulca mi trova pienamente daccordo, oltre che entusiasta. Se si vuole muovere una piccola critica è che l’incedere lento del film (cosa per nulla negativa di per se) porta inevitabilmente ad intuirne il finale un po’ troppo presto, meglio forse avrebbero fatto gli sceneggiatori (l’ottimo Lado, Augusto Caminito e lo stesso Lucidi) a inserire qualche piccolo depistaggio e magari un colpetto di scena qua e la. Intendiamoci, piccolezze, perchè la storia gira bene anche così e nel suo lento incedere alimenta comunque il suo fascino, e l’approfondimento psicologico dei personaggi forse compensa la mancanza di qualche emozione in più. Gli attori mi sono apparso tutti ottimi. Un Milian molto misurato rispetto a quello che siamo abituati a vedere nei polizieschi (e qui con la sua voce originale), rende perfettamente il travaglio interno di un marito tendente al “compromesso”, ma sfinito da una situazione matrimoniale insostenibile. La moglie (Marisa Bartoli) è un personaggio interessante, depressa sì, ma molto lucida e sempre pronta a capire e anticipare le mosse del marito. L’amante (Katia Christine) algida bellezza, non dimostra particolare verve sino forse alla denuncia finale. Nota a parte per il Conte Tiepolo (Pierre Clemanti), personaggio etereo e sulfureo nello stesso momento (doppiezza su cui il personaggio gioca sino all’ultima scena), reso alla perfezione dall’attore, grazie anche a tratti somatici perfetti per la parte. Ambientazioni milanesi ricercate e adatte all’atmosfera (il freddo Pirellone, il classicissimo Grand Hotel et de Milan e il romantico Cimitero Monumentale), perfette quelle Veneziane, città adattissima allo svolgimento e soprattutto all’epilogo della storia. Musiche di Bacalov e dei New Trolls di alto livello (il famoso Concerto Grosso) e chicca della canzone iniziale e finale eseguita in inglese da Tomas Milian.
Per concludere un ottimo film, non privo di qualche piccolo difetto, ma che non ha perso smalto nonostante il passare del tempo. E ora sotto gli altri cineforumisti
Rivisto stanotte per la seconda volta… per me resta un film meraviglioso.
Vedere due attori cazzutissimi come Milian (fuori dalla maschera parolacciara Monnezza/Giraldi e con la sua voce) e Clementi è già qualcosa di grande di per sé; solo la Christine mi è parse davvero inadeguata e monoespressiva. La storia ha un meccanismo noto e non così sorprendente ok, ma a chi importa? A me no… la confezione poi è spettacolare, la fotografia di Aldo Tonti (di cui ho appena letto il libro Odore di cinema, che vi consiglio) rende magiche sia Milano che Venezia: insomma splendido.
Ho notato nel trailer presente sul dvd surf delle scene differenti e/o più lunghe di quelle del film… oltre ad un doppiaggio alternativo (Oreste Lionello su Clementi!).
Dovrei rivederlo, ma non e’ che Clementi architetta tutto il marchingegno per incolpare Milian anche perche’ quest’ultimo, rifiutando il patto tra loro, rifiuta la sua “amicizia”?
Beh, è cosa soggetta ad interpretazione, non è il classico giallaccio italiano con lo spiegone finale con tanto di flashback chiarificatore (per fortuna)… io fondamentalmente la penso come liberanomalia, vedi il suo messaggio qui
Hai ragione, l’avevo visto anche io ma non avevo notato la finezza del doppiaggio, bravo Rena’ !
Io in realta’ non sono d’accordo, il fatto e’ che tutto il marchingegno del film e’ conseguenza del rifiuto di Milian alla proposta del conte. Il suo piano originario era lui uccide la moglie di Milian, Milian uccide lui, fine.
Quindi non e’ che il conte ha pianificato il tutto come un’opera d’arte, lui aveva solo proposto e quindi pianificato lo “scambio di favori”; tutto il gioco di incastri e la macchinazione avvengono a posteriori, quasi una sorta di vendetta al primo rifiuto di Milian.
Il conte infatti e’ fondamentalmente annoiato e solo, senza alcun legame affettivo; vede Milian e se ne innamora quasi, nella sua mente instabile lo innalza subito a suo miglior amico quasi senza conoscerlo. Mi piace quindi pensare che il tutto sia anche una sorta di vendetta. Lo scambio di favori proposto dal conte voleva essere anche una sorta di consacrazione della loro amicizia; il rifiuto da parte di Milian di suggellare questo patto provoca la vendetta.
SI ma il problema è: che cosa si scambiavano se il Conte poi il Fratello non ce l’aveva ??? Mi sembra che su questo punto la tua storia non regga, dubito che la decisione di immolarsi al posto del fratello (sempre presunto per altro) possa essere maturata solo in seguito.
No, intendevo che lui ha sempre avuto l’intenzione di farsi uccidere da Milian, dopo avergli ucciso la moglie. Il suo piano pero’ si fermava qui; al rifiuto di Milian, e’ partito l’incastro per i motivi che dicevo sopra.
Io ritengo che il conte Tiepolo volesse morire. Forse non ha il coraggio di suicidarsi e allora architetta un piano che porti qualcuno ad ucciderlo. Propone la cosa a Stefano, conosciuto per caso e quindi perfetto, ma sa che una proposta del genere sarebbe rifiutata da qualsiasi persona sana di mente e quindi la “maschera” sotto la veste dello scambio di favori. Ma anche qui, dai, chi acconsentirebbe ad uccidere una persona sconosciuta solo per ricambiare un “favore” (l’omicidio della propria moglie rompicoglioni)? E’ ovvio che Tiepolo debba per forza incastrare Stefano in qualche modo: allora prima gli uccide la moglie e poi gli inficia l’alibi con l’aiuto della prezzolata e finta autostoppista tedesca… Stefano non ha scelta ma era già tutto previsto…
Visto qualche sera fa con l’ausilio del discreto dvd Surf, ovviamente al netto dei “tagli”, che però, stando alle edizioni dvd che circolano, sembrerebbero impossibili da recuperare se non da fonte vhs… o sbaglio?
Forse ci vorrebbe una bella edizione by Camera Obscura sullo stile delle “4 mosche” argentiane, magari condita da qualche intervista a qualcuno che ha partecipato alla realizzazione del film, in veste tecnica o artistica… sempre se, Milian a parte, fosse ancora rimasto qualcuno reperibile come sosteneva Giorgio Brass in un post risalente al 2008.
Ad ogni modo l’edizione più completa sembrerebbe la Shameless UK: nessun forumista l’ha presa e visionata?
Passando al mio giudizio sul film… riguardo il “significato” mi trovo fondamentalmente d’accordo con la spiegazione data da liberAnomalia qui, da Killer Klown da John Trent nel post precedente il mio… e credo che fosse ferma intenzione di Lucidi (e dei suoi sceneggiatori) lasciare il finale un po’ “sospeso”, anche perché, come osservava giustamente stampante “troppi sono gli indizi lasciati allo spettatore”, ossia
Prego… e già che ci sono colgo l’occasione per quotare la tua chiosa che rispecchia sostanzialmente il mio giudizio su questo bel film, a cui manca pochissimo per essere annoverato tra i “cult” del periodo.
Mi sembra di aver detto tutto… anzi no: ma solo a me il pezzo dei New Trolls, pur conoscendolo benissimo e apprezzando da sempre il Concerto Grosso bacaloviano/trollsiano, ha frantumato i maroni per la sua eccessiva riproposizione all’interno della pellicola?
io l’ho presa.
intanto nel film non vengono reintegrati tutti i momenti, alcuni restano solo tra gli extra.
poi: a me francamente il salto continuo tra il master ufficiale del film (sostanzialmente simile a quello Surf) e le parti aggiunte (palesi insert da vhs, con formato differente) mi ha infastidito…
sarà anche la versione più completa, ma io preferisco vedere il film senza i momenti aggiunti piuttosto che dovermi sorbire sti passaggi.
e cmq, a parte qualche momento di dialogo davvero importante la maggior parte dei tagli riguarda raccordi.
insomma dal momento che per adesso una versione in stile CameraObscura non è prevista… io mi accontenterei tranquillamente del dvd Surf… che cmq resta un prodotto dignitoso.
non che mi sia pentito di aver recuperato anche il disco uk eh… però alla fine lascia il tempo che trova, per me…
Confermo che noi (Camera Obscura) non abbiamo in programma un’edizione in dvd di questo film.
Ah ecco… io invece avevo capito che nello Shameless Uk le scene “tagliate” fossero presenti negli extra come nel dvd tedesco e così ci avevo fatto un pensierino, ma se mi dici che sono insertate all’interno del master allora mi trovo completamente d’accordo con te sull’insopportabilità di operazioni di “raccordo impossibile” tra master di qualità troppo differente. Magari potrebbe avere un senso se fatto su una versione bluray del film, concedendo allo spettatore la scelta se vedere il master “insertato” o “liscio”, ma su dvd la cosa migliore da fare è mettere le scene in più a parte nella sezione extra. Grazie perché mi hai evitato una inutile (anche se poco probabile) eventuale futuro acquisto
Nemmeno Bluray? :-p
Scherzi a parte, lo immaginavo… infatti il mio era più che altro una sorta di desiderio o, meglio, un’utopia
Prima ho citato la CO solo in quanto label da riferimento per la cura messa in tutte le sue edizioni. Ma tu Giorgio per evitare fraintendimenti hai fatto bene a precisare.
Resto comunque dell’idea che un’edizione con tutti i crismi di un film così sarebbe necessaria da parte di qualsiasi label. Però credo che il film di Lucidi sia ancora un po’ troppo sottovalutato, sia dal pubblico che da critici e addetti ai lavori
Ecco, figurarsi se non liquidavi il film in due righe per poi dedicare tutto lo spazio a tagli, edizioni dvd e bluray varie… tsè!
Io speravo che tralasciassi queste diavolerie moderne e ti concentrassi sullo specifico filmico
E nemmanco scritte da lui :-p
non solo. se ricordo bene (ma dovrei ricontrollare il disco) gli inserti sono letterbox e il master è anamorfico… o qualcosa del genere… forse pillarbox e non letterbox… insomma non ricordo con precisione… ricordo però che li ho trovati abbastanza fastidiosi.
invece appena ho il tempo verifico se il disco ha o meno la possibilità di vedere il film senza inserti.
ma anche quando fosse così… tanto vale vedersi cmq il Surf.
Visto per la prima volta grazie al cineforum virtuale, è stato davvero una bella sorpresa.
Una cosa che mi ha colpito da subito è che rispetto ad altre pellicole del periodo, film magari molto suggestivi ma con una struttura narrativa un po’ debole e sconnessa (mi vengono in mente proprio La Corta Notte delle Bambole Di Vetro e il Paperino di Fulci) qui la sceneggiatura funziona decisamente meglio. Questo è in parte dovuto alla derivazione hitchcockiana della trama, con l’uso potente del senso di colpa e del sospetto, la caratterizzazione attraverso certi leitmotiv - per esempio il tormentone della moglie che intima “Parla piano per favore!” - e i vari elementi che se celati o ritrovati possono condannare o scagionare il protagonista. Sono tutte cose che danno compattezza al film, rendono chiaro lo snodarsi della trama e creano suspense e un escalation.
Mi pare ci sia anche qualche citazione diretta allo stile del Maestro, per esempio il doppio attacco sull’asse nella scena in cui Milian sta seduto pensieroso nella villa dopo aver inutilmente cercato la cruccosquinzia Christine e che viene dritto dritto da The Birds.
Ciò detto, la struttura è un robusto telaio che fa viaggiare comodi ma è poi la messa in scena ad affascinare veramente e a creare la poesia: i personaggi e le rispettive interpretazioni di Milian e Clementi, la fotografia, il montaggio e la musica di Bacalov, quel Concerto Grosso che quando ero ragazzino stava lì nello scaffale in mezzo a giganti in vinile del calibro di The Dark Side of The Moon e il genesiano Foxtrot.
Il protagonista mi è sembrato quasi rappresentare la banalità del male, un uomo di mezze misure e compromessi, non particolarmente crudele o cinico, che però arriva senza neanche accorgersene a desiderare la morte della moglie, senza avere il coraggio di commettere o anche solo di immaginare alcunché. Tomas Milian è perfetto con il suo accento che lo rende un po’ spaesato.
Per contro il suo antagonista è un esteta forse anche un po’ manierato, ma a cui Clementi riesce a dare spessore, facendo intuire una voragine di solitudine e fragilità. Il merito va diviso con Giannini che gli presta magistralmente la voce.
Fotografia perfetta, sia nei suggestivi esterni che in interno, con lenti movimenti di macchina che danno al film una caratura superiore rispetto ad altre pellicole del periodo. C’è un’inquadratura che mi ha particolarmente colpito per composizione, luci e colori, e che si vede subito dopo l’incontro col Conte dal fioraio.E’ un campo lungo dell’appartamento di Milian, con la moglie che prepara la valigia. L’inquadratura è dall’alto, i divani sono vuoti a parte il cane, tutto è in ordne, geometrico e senza vita, a suggerire la gabbia in cui il protagonista si sente costretto, e anche questo rimanda un po’ a Hitchcock.
Sul significato del patto tra Stefano e Tiepolo la vedo anche io come liberAnomalia. Tutto quello che il Conte vuole è sublimare la sua infinita solitudine in una morte il più possibile estetica e memorabile. Stefano è invece uno che non sa prendere una decisione diretta ma che dentro di sé ha già ucciso la moglie (come gli ricorda Tiepolo “Se tu avessi amato tua moglie, sarebbe viva. Io ho ucciso qualcosa che era già morto in te”). e tanto basta perché sia risucchiato e distrutto dalla psicosi nichilista del Conte.
Anche se a un certo punto si può intuire che il fratello di Tiepolo non esiste a mio parere la vera rivelazione shock del finale è che quando Stefano spara e uccide il Conte, in realtà uccide davvero suo fratello, cioè uccide sé stesso (il Conte glielo dice chiaro e tondo davanti allo specchio “TU sei il mio vero fratello!”, anche se ovviamente non in senso letterale) dato che a quel punto è diventato davvero un omicida e tutti gli elementi che lo potevano scagionare - il tagliando dell’autostrada o la tipa con cui ha passato la notte dell’omicidio - ormai svaniscono nel nulla. Personalmente credo sia questa sensazione di vuoto finale a sconcertare e a lasciare il segno..
In questo senso è interessante che man mano ci si avvicina al finale, gli elementi concreti della trama sembrano perdere importanza e svanire, per esempio i gioielli rubati e nascosti dal Conte in casa di Stefano, probabilmente nell’asta della tenda, e la cui ricerca viene interrotta dall’arrivo della Polizia. In effetti i gioielli non li vediamo e non sapremo mai se fossero effettivamente lì dentro, dove magari rimarranno per sempre. Lo stesso arrivo della Polizia non viene giustificato, magari il Commissario è lì per dirgli che hanno arrestato un balordo ritenendolo responsabile della morte della moglie. Non lo sappiamo, ed è come se a un certo punto tutto perdesse importanza in vista del finale.
Riguardo la musica di Bacalov, è vero che viene riproposta sei miliardi di volte secondo le abitudini del tempo, ma è un ingrediente fondamentale per quella pesante sensazione di solitudine e malinconia che pervade tutto il film. Una delle cose che più mi mancano nel cinema contemporaneo è proprio quella capacità di creare delle rime musicali che non scivolino via come acqua fresca, ma che siano capaci di tenere assieme un film intero e di farsi poi ricordare per sempre.
Visto anch’io codesta mattina, molto bello un thriller efficace e malinconico, con delle incredibili atmosfere barocche grazie alle suggestive ambientazioni veneziane.Il film lo ammetto non l’avevo mai visto ne sentito nominare, è stato, grazie a Steed che lo ha proposto, una scoperta strepitosa.Rileggendo i post precedenti più o meno avete già detto tutto e mi trovo pienamente concorde con i giudizi di Trent (nel suo blog anche) di Libero e tutti gli altri.Poco per cui avrei da aggiungere ai vostri ottimi commenti.
Bella l’interpretazione tormentata di Milian con la sua voce originale che risalta ancor meglio la sua parte, ottima la figura del conte, una figura quasi spettrale per la sua carnagione anemica e le sue movenze eleganti e leggere, quando sceglie Milian per compiere i suoi scopi (dopo vari incontri occasionali a Venezia) sembra che successivamente se ne innamori, e secondo me il conte o è innamorato di Milian oppure in un certo senso lo invidia.
Anche qui come in “Non si sevizia un paperino” il nostro Tomas non si fa mancare i suoi immarcescibili calzini rossi fuoco.
Belle le musiche , io non le ho trovate noiose o ripetitive anzi tutt’altro.
Visto, per la seconda volta, qualche giorno fa e anch’io mi unisco alla linea di pensiero di Trent e gli altri sull’interpretazione delle azioni del conte. Curioso come ad inizio film, durante la scena della proiezione della pubblicità dei Baci Perugina, un personaggio pronunci delle parole che suonano come una dichirazione d’intenti del regista e in un certo senso indicano la linea guida del film:
“Ormai si è fatto tutto, il poliziesco, il comico, il musicale. Le idee ormai non servono più è lo stile che conta”
Il punto di forza di La Vittima Designata è, appunto, lo stile con cui viene narrata una vicenda (l’idea) già rappresentata in altri film precedenti e che regala all’opera un fascino che ad oltre 40 anni dalla realizzazione rimane altamente efficace. Per il resto è già stato ampiamente detto tutto nei post precedenti quindi “passo e chiudo”