Lady of the Stable / Neigh Means Yes (Hisayasu Satô, 1991)

www.imdb.com/title/tt0291533

“La signora della scuderia, una donna inebriata dall’odore delle bestie, questo è davvero il massimo del piacere!”
recita l’allusiva locandina che la tocca pianissimo come da copione.
Lady of the Stable è la traduzione fedele dell’originale, ma il titolo IMDB alternativo fa davvero scompisciare

è in realtà il secondo dei “cavallereschi” del prolifico regista, spinto dopo il successo pervy di Horse Woman Dog (1990) con orde di attempati salarymen ad inzaccherare le poltroncine dei più sordidi cinema del sol levante, a tentare l’anno successivo ancora la carta della “bestialità” nichilista.
come spesso accade(va) però, quell’intellettualone di Sato decide di spegnere gli ardori sconci del pubblico onanista delle turpi salette pinku, offrendo insieme alle oscenità di una nuova avvincente avventura zoofila tutto il corollario di techno turbamenti depressivo-allucinogeni tipicidelle sue ossessioni voyeuristiche.
Complice anche un torbido riversamento da copia della copia di VHS, in molte scene (già in originale scarsamente illuminate) non si scorge quasi nulla delle immoralità di fabbrica, ma si intuiscono quel tanto che basta da aumentare esponenzialmente il disagio e l’angoscia della pornoarte d’auteur satiana

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