La qualità del dvd Cinekult è pessima, davvero pessima. Il film per me stra-merita, e in giro non esistono altre edizioni, questo è l’unico motivo per cui salvo l’oggetto, altrimenti ci sarebbe da rifiutarsi di spendere soldi per una roba così abborracciata.
Pellicola anche fin troppo criticata di Lattuada, incolpato di essersi troppo “trattenuto”, di non aver spinto sull’acceleratore fino in fondo, di non aver trasgredito, denunciato, minato alle fondamenta la società borghesia del periodo con tutto il suo marciume, le sue ipocrisie, le sue convenzioni. Lattuada, che rivoluzionario non era, contestatore nemmeno, si muove felpatamente, alludendo, accennando, gettando il sasso e ritirando anche un po’ la mano, limitandosi insomma a porgere sul piatto argomenti dei quali discutere senza poi però mettersi a capo della protesta. Un colpo al cerchio ed uno alla botte forse; la borghesia è ipocrita, autoreferenziale, ottusa, ma è in fondo un’istituzione che deve essere riformata non debellata, pare dire Lattuada. E’ tutto quello che abbiamo, oltre c’è il caos e la violenza dei sentimenti, proviamo a correggere quel che non va ma non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca.
Lattuada sembra identificarsi con il personaggio di Lisa (Lisa Gastoni) che scardina, distrugge, si ribella, ma che poi in fondo non ricava una gran felicità e libertà dalle sue azioni, perché è perfettamente ricompresa proprio in quella società borghese che più o meno consapevolmente combatte. Ho profondamente amato il suo personaggio, fragile, a tratti ingenuo fino all’infantilismo, sognatore, severo con gli altri come con se stesso, perennemente indeciso, dolce fino alla tenerezza. La Gastoni dà corpo a queste sfumature umane e caratteriali con infinito garbo ed una innata femminilità. Di una bellezza radiosa, la Gastoni ti fa innamorare dopo 20 secondi che compare sullo schermo. Si finisce col parteggiare per lei, come probabilmente fa lo stesso Lattuada. La rivoluzione stava altrove.