L'Aquila d'Acciaio - Iron Eagle (Sidney J. Furie, 1986)

Daje regà! Oh, io lo so che due righe fa avevo scritto che Top Gun: Maverick era una stronzata, che è vero che degli anni 80 nun se ne poteva più, ma cazzo!!! Che fottutissimo capolavoro è questo eh regà? Sò venuto nei carzoni!

Eh no niente, purtroppo lo stile di @tony_brando è inimitabile, quindi mi spiace caro @Renato ma il massimo che posso offrire è un topic di cinema da 30 e passa righe.

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Ok, grazie signora prima ministra. Siccome abbiamo tolto dal vaso di formalina il guscio umano del thetan Tom Cruise e la cosa ha fatto un sacco di soldi, mi sembra giusto ricordarvi che esiste un film di aerei da combattimenti uscito nel 1984 che soffre della cosiddetta “Sindrome di Gigi Sabani”, ovvero quando è il momento in cui finalmente si può parlare di te, allora succede qualcosa che ti oscura completamente. Che cos’è la sindrome di Gigi Sabani? Semplice: Gigi Sabani, dopo le traversie legali che ha avuto per vallettopoli da cui è stato completamente assolto, è morto il 4 settembre 2007 dopo che non era mai riuscito a rilanciare la sua carriera: ci si aspettava che il suo decesso fosse, come fin troppo spesso succede, il momento della sua riabilitazione. Invece no, perché il giorno dopo morì Pavarotti e quindi nessuno si cagò il povero Gigi.

In realtà, il film di cui vi parlo dovevo uscire nell’estate del 1986, ma fu fatto uscire a gennaio 1986 perché tutto sommato la TriStar aveva fiutato che il megavideoclip di Tony Scott avrebbe dato la paga a Iron Eagle su quasi tutti i fronti, quindi meglio raccogliere più soldi possibili prima, ed evitare di essere visti come una brutta copia. Che poi, con la syndication in TV, l’Aquila d’Acciaio era ritenuto comunque la brutta copia di Top Gun, e ciononostante veniva mostrato su Italia 1 molto più frequentemente. Sarà per questo che Top Gun l’ho visto nell’infanzia solo una volta (piangendo pure un bel po’ alla morte di Goose) mentre questo l’ho visto un bel po’ più di volte. Prima di tutto, come ho detto, era più frequentemente sui palinsesti. Secondo, lo guardavo in maniera più spensierata perché sapevo che non moriva Goose. Terzo, il protagonista Doug Masters era più vicino alla mia età (avrò avuto 8-10 anni quando lo vedevo in TV) di quanto non lo fosse Pete “Maverick” Mitchell in Top Gun. Inoltre, l’F14 Tomcat mi piaceva molto di meno degli aerei del film di Furie, che ero certo fossero F-15 (e avrebbe avuto senso, visto che l’F-15 ha nome in codice “Eagle”), ma invece scopro che sono degli F-16, che hanno nome in codice “Falcon”. Boh! Sarà perché al tempo avevo sul mio PC F-15 Strike Eagle II, e volevo disperatamente un film che mi insegnasse a pilotarlo? Forse! Per avere Falcon 3.0 dovetti aspettare che @SWAT me lo passasse nel 1993, e purtroppo non mi funzionava. Ma torniamo al film.

Doug Masters è il protagonista interpretato dal carneade Jason Ghedrick, e se vi viene in mente qualcosa “Anni 80” lui ce l’ha. Mullet, t-shirt infilata nei jeans a vita alta, maniche arrotolata (con o senza pacchetto di marlboro dentro, non importa), faccia da coglione e cricca di amici etnicamente ben assortiti (tra cui la potenziale fidanzatina) che vivono in funzione di Lui. E infatti è proprio la cricca di amici, in particolare quelli nerd (così gli sfigati come me potevano identificarsi in qualcuno di più realistico) si danno da fare per organizzare un piano per rubare un F-16 e andare a salvare il padre di Doug, che è un pilota dell’Air Force ed è stato catturato durante una missione per aver apparentemente invaso lo spazio di uno stato vagamente arabeggiante chiamato “Bylia” (si riconducono i gentili lettori all’appendice alla pagina della Sfinge)

Dimenticavo che l’unico hobby di Doug è quello di pilotare aerei e vuole andare all’accademia per diventare come il padre Ted, si spera senza la parte in cui si viene catturati e condannati a morte dall’incrocio tra Gheddafi e Saddam, che è interpretato da David Suchet, successivamente impegnato nell’interpretare Poirot nel per me (che sono un ustinoviano de fero) dimenticabile ciclo di film tv.

Insomma, tutto molto bello ma ci vuole la figura del mentore sennò un sedicenne che salva il padre da Poirot Hussein non è credibile, ed è qui che arriva Louis Gossett Jr nei panni di un colonnello dell’USAF in pensione con un nome da cibo per cani (“Chappy” Sinclair, ed è interessante che nei famosi Tuskeegee Airmen un pilota storico soprannominato “Chappy” ci sia stato veramente). Inutile dire che grazie alla scaltrezza del team di sfigati, alla saggezza tipica dello spikeleeiano “magical negro” che è Chappy, e soprattutto alla sua cazzutaggine, Doug va in Libilya, parcheggia l’F-16 in piazza sbattendosene della ZTL, come se fosse un Phantom Malaguti con la marmitta taroccatissima, tira su il matusa (convenientemente, l’F-16 rubato è la versione F-16C a due posti) e dopo aver sparato un AGM-65 Maverick contro una jeep da atterrato, sfida a singolar dogfight lo stesso Poirot, che si dà il caso che oltre a essere il dittatore sia pure il miglior pilota di MiG-23 del paese, dando così il via a una tradizione proseguita in Independence Day: chi maneggia meglio il proprio eburneo uccello d’acciaio diventa presidente. Meritocrazia, amici! (Una logica molto da videogame: una volta battuto il boss finale, l’intero nemico è sconfitto, e forse era anche per questo che il film era nelle mie corde)

Deduciamo dunque che Doug può aspirare alla presidenza della Bylia perché Poirot viene fatto rapidamente fuori, e tutto finisce a tarallucci e vino, perché l’USAF è composta da imbecilli che preferiscono non parlare di quello che è successo, anche perché così dovrebbero ammettere che si sono fatti ciulare due aerei da un gruppo di ragazzini che non ha ancora i peli sul pube. Non proprio il marchettone pubblicitario che la US Navy si è fatta fare dal compianto Migliore Degli Scott, e infatti vista la figura da cioccolatai, a fornire gli aerei alla troupe sono state le forze aeree israeliane, che se si può tirare giù qualche MiG arabo, anche nella fiction, mica si tirano indietro. Infatti durante le riprese, serviva un F-16 per andare a bombardare in Libano e lo presero dal set, ma a metà volo tornarono indietro perché si erano ricordati che era decorato con la livrea degli USA. Ops!

Ah, in tutto questo Chappy si è fatto abbattere (il pubblico fischia e fa il verso della scimmia) ma si è salvato in extremis quindi ci evitiamo il momento strappalacrime (il pubblico esulta, fa la ola e si mette a pogare). La cosa più irritante del film è come Chappy, la sera prima della missione, registri delle cassette da fare ascoltare a Doug nel caso in cui per qualche ragione lui non ci fosse a fargli da wingman. Cosa che puntualmente succede, e insomma trovavo estremamente irritante come nelle cassette registrate Chappy avesse previsto tutto quello che sarebbe successo a Doug.

I MiG-23 del film, a differenza dei MiG-18 di Top Gun esistono, e qui sono interpretati dagli israeliani Kfir, derivati del Dassault Mirage 5, con interessanti ali a delta e canard sul muso, molto meno noiosi dei più vecchi e poco minacciosi F-5 che interpretano gli aerei nemici in Top Gun. Ottima anche la colonna sonora, e so di essere un sempliciotto ma “One Vision” batte in scioltezza “Take my Breath Away”. I punti forti però finiscono qui, perché Jason Gedrick è un protagonista simpatico come uno sfogo al culo, la banda dei giovani coglioni presa di forza da “I Ragazzi del Computer” è una roba intollerabile, l’unico che ci prova è Louis Gossett Jr. ma, complice anche il fatto che la regia e la fotografia delle scene di volo sono decisamente meno ispirate di quelle del film di Scott, ecco che ci abbiamo una roba mediocre, con gli F16, d’accordo, ma sempre mediocre è.

Ultima piccola nota, all’inizio del film ci viene spiegato che a Doug piace volare mostrando una sequenza in cui fa lo sborone con un Cessna in mezzo a un canyon. A guidare il Cessna è il pilota acrobatico Art Scholl, che collaborò a Top Gun morendo durante le riprese della sequenza in cui muore Goose.

Dimenticabilissimi i sequel, a parte la sequenza iniziale del secondo episodio (L’Aquila d’Assalto in italiano) in cui Doug viene ucciso prima dei titoli di testa, per poi ritornare inspiegabilmente nel quarto episodio. Non pensiamoci troppo su.

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Lo vidi l’ultima volta circa 30 anni fa e mi fece vomitare ma leggere questa recensione mi ha fatto quasi venire la voglia di dargli una seconda possibilità

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Grazie ma declino ogni responsabilità nel caso di ulteriori effetti emetici

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Dopo un si locupletata recensione del preclaro (ex) videogiocatore, è difficile aggiungere altro. Se non che fondamentalmente tutta la storia è basata sul vero incidente del Golfo della Sirte:

fondamentalmente i libici (di cui si vede chiaramente una mappa in una scena) avevano raddoppiato (da 12 a 24) le miglia nautiche che consideravano come acque territoriali, Reagan aveva mandato 2 portaerei per far vedere che ce l’aveva più grosso di Gheddafi, e gli F-14 USA avevano abbattuto 2 Sukhoi Su-22 libici. Fine della lezione di storia.

Girato astutamente all’aeroporto di Camarillo, fino al 1970 Oxnard Air Force Base, il film può vantare locations appropriate e realistiche: persino le scene girate nel paese arabo, dato che in realtà son state girate in Israele. Fa tenerezza il vecchio simulature di volo per gli F-16, rispetto a quello odierno che ho provato:

Toppata invece la “raffineria” che vogliono bombardare, chiaramente un impianto di smaltimento rifiuti. E poi assurde e cheap tutte le esplosioni, con gli aerei/camion/jeep che esplodono istantaneamente non appena toccato il pulsante.

OST atroce nelle canzoni anni 80, Queen a parte, al confronto quella di Top Gun è roba raffinata. Si salva con pezzi classici di James Brown, Ike & Tina e The Spencer Davis Group, con Lou Gossett Jr che fa vedere quanto abbia il ritmo nel sangue:

Da cringe il video della title track Iron Eagle (Never Say Die), cantata dai King Cobra, il cui leader Mark Free ha succesivamente cambiato sesso e si fa chiamare Marci Free:

È merda? Sì, abbastanza, ma solo per vedere gli F-15 e i Kfir in azione merita.

voci non confermate sostengono che il preclaro (ex) videogiocatore abbia in realtà visto il film col fast forward, riuscendo a creare una recensione più lunga di quanto non abbia passato a vedere il film!

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Confermo le voci non confermate, evito di guardare i film di cui scrivo per non farmi influenzare nel giudizio

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