L'Arcano Incantatore (Pupi Avati, 1996)

Dalla Bologna clericale del 1750, dopo aver ingravidato una ragazza, inducendola ad abortire, il seminarista Giacomo si rifugia sull’Appennino nella rocca di un monsignore sospeso a divinis per i suoi studi occulti ed esoterici. Il soggiorno si trasforma in una lotta contro un Maligno di mutevoli sembianze.

Piccolo gioiello del cinema “nero” nostrano, “L’arcano incantatore” passa sotto gli occhi della critica suscitando ben pochi clamori. In effetti, non è ai livelli de “La casa dalle finestre che ridono” dello stesso Avati, molto più incisivo e coinvolgente, specialmente per quanto riguarda la trama e la narrazione.
Ma i meriti e le peculiarità di questo film del 1996 sono altri.
Ciò che spicca maggiormente è l’atmosfera cupa e di mistero che aleggia sulle vicende dei protagonisti, un occultista ed il suo aiutante, ma soprattutto su una Emilia Romagna, luogo dove avvengono gli strani eventi raccontati dalla pellicola, resa davvero “magica e arcana” dal bravo regista.
Da segnalare l’ottima prova recitativa di Stefano Dionisi, volto del personaggio chiave del film, e la fotografia, impeccabile nel sottolineare sensazioni e stati d’animo che trasudano dai personaggi e dai luoghi della storia.

Dal 19/11/2008 disponibile in dvd.

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Il film, a mio avviso, è ottimo…questa uscita colma una grande lacuna digitale. Lo vidi al cinema al momento dell’uscita, e il fatto che in sala ci fossero solo cinque persone mi fece subito pensare che sarebbe stata un’ottima visione. Così è stato. Carlo Cecchi è semplicemente magnifico.

Peccato che a duettare con Cecchi ci fosse quel cagnaccio di Dionisi (ottima prova recitativa? Sarà…). Sulle atmosfere esoteriche e suggestive mi trovate pienamente d’accordo, era ora che lo editassero in digitale. Comunque trattasi di film anni 90, forse dovremmo spostare la discussione nella stanza principale… a proposito delle sale semi-deserte, pure a Torino mi capitò la stessa cosa. Ma quanto avrà incassato???

la canzoncina di questo film mi mette sempre i brividi,ricordate?<<rosa di rose,fiore di ogni fioreee>> ,ci fecero pure il remix da discoteca.

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Eh, il trailer cinematografico guadagnava in atmosfera proprio grazie a tale macabra filastrocca. Avati è uno che sa spaventare quando vuole, avercene autori così…

Ottimo dvd, di molto buona fattura audio visiva, con un bel backstage tra gli extra: http://www.bloodbuster.com/index.php?idlingua=1&pageid=dettagli&idprodotto=5621 :rolleyes:

…anche un trailer, Corry, tra gli Extra del dvd…:wink:

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Anche a me piacque molto quando lo vidi al cinema. Nonostante la presenza di Dionisi (che ha fatto anche di peggio, ad esempio in Sostiene Pereira, davvero insostenibile).
Uno dei migliori Avati di sempre. Purtroppo gli incassi furono magri, si piazzò all’80esimo posto della stagione 1996 (davanti comunque a film come Broken Arrow e Fargo). Del resto anche il recente Il nascondiglio non è andato bene al botteghino, era lo stesso Pupi a lamentarsene da Minestrina Fazio un paio di settimane fa.
Ma a noi il responso del botteghino non interessa, giusto Tuchulcha?

Ho acquistato il dvd appena uscito, ne confermo l’ottima qualità.
Sul film mi pronuncerò più avanti, vorrei guardarmelo nel pomeriggio.
Pensate che proprio martedi sera ho visto Carlo Cecchi, l’attore che ha impersonato l’arcano incantatore, al teatro Parenti di Milano.

…con la sua Fonetica Peculiarissima…
…anche nel film, infatti, sembra sempre che reciti sopra o fuori le righe…
…Incantevole, Presente e Assente al tempo stesso: Inimitabile e, semplicemente, Straordinario…
…il film è un Horror Gotico di Maniera comunque Sorprendente, Evocatore di Atmosfere Singolari ma che sembrano Realistiche (nonostante sia Fantasy)…:slight_smile:

Moralmente no, figurati; vorrà dire qualcosa che un capolavoro come La cosa al cine si sia rivelato un flop. Purtroppo le leggi di mercato le conosciamo; se i gotici di Avati in sala non incassano va a finire che non ne farà più. E invece trattasi della sua vena più felice, al diavolo le melensaggini romagnole che si ostina a propinarci!

Condivido: gli Ultimi Avati sono, infatti, alquanto Deludenti…
…questo film per me , del resto ed anche in dvd, fa parte (con “La Casa dalle Finestre che Ridono” e “Zeder”) d’un Trittico Italian-Padano (e Non)-Horror d’eccezione del regista…
… la sua Vena Migliore, credo, di chi ha nel DNA il Senso del Giallo e del Colpo di Scena e la Creazione di Atmosfere Particolarissime…:oops:

Cecchi straordinario, ma Dionisi allo stesso livello, se non superiore.
Cecchi è un attore teatrale della scuola di De Filippo (difatti martedi a teatro recitava una divertentissima piéce del maestro napoletano…), e si sente nella recitazione impostata, da palcoscenico, amplificata ancor più dal suono in presa diretta. Dionisi ha una recitazione più cinematografica, più naturale.
Il film, che ho visto questo pomeriggio per la prima volta, è una affascinante ghost-story in salsa padana, con quei caratteri comunque di intimismo che il cinema di Avati ha da sempre (in alcuni film molti, in altri meno).
Mi son visto anche l’interessante backstage, della durata di 19 minuti, presente come extra, dove vi sono interviste agli Avati, ad Aurelio De Laurentiis, Carlo Cecchi, Dionisi, ecc. Il backstage è stato curato dal montatore del film Amedeo Salfa.

…giusto anche perché, per gli sviluppi narrativi, è funzionale alla storia il modo in cui Dionisi sceglie di Interpretare il proprio Personaggio…:oops:

…a Dimostrazione, Ennesima, che non è la durata ma la Qualità a rendere Appetibili gli Extra dei dvd…:wink:

Guarda il caso, oggi pomeriggio ho incontrato l’arcano incantatore a Porta Venezia, vicino al Parenti; mi è passato di fianco…con un pastrano blu e un cappellaccio…

Il film, a mio avviso, è ottimo…questa uscita colma una grande lacuna digitale. Lo vidi al cinema al momento dell’uscita, e il fatto che in sala ci fossero solo cinque persone mi fece subito pensare che sarebbe stata un’ottima visione. Così è stato. Carlo Cecchi è semplicemente magnifico.

Mi è tornata in mente stasera mentre guardavo un altro Avati.
Ricordo chiaramente quando passava il remix progressive alla radio, stavo alle medie…

Dopo averla ascoltata volli andare a vedere il film, mi accompagnò mia madre che non voleva mandarmi da solo nonostante la pellicola non avesse alcun divieto; lo programmavano al Vittoria, la sala più piccola della città. Credo che sia il primo horror che vidi al cinema, non lo rivedo da allora mi sa, ricordo la bellissima atmosfera gotica rurale, poi quando pian piano recuperai la filmografia del regista la ritrovai in tante altre sue opere ed imparai ad amarla.

Mi è montata una gran voglia di rivedere questo film!

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Ok, ci ho messo due anni ma finalmente me lo sono rivisto :sweat_smile:

A me piace moltissimo, forse il mio Avati preferito.

Le atmosfere che riesce a creare sono così coinvolgenti e concrete, la dimensione a cavallo tra eresia e parapsicologia, misticismo e satanismo.
Quella dimensione estremamente manichea in cui si viveva nel passato cattolico, nel quale l’inferno ed il diavolo non erano una metafora per parlar di valori etici o una semplificazione per indottrinare i bambini… Ma erano realtà, concretezza, elementi centrali nella vita di ogni persona alle quali non si poteva neanche immaginare di non credere. Impossibile immaginarsi un mondo che fosse costruito diversamente, queste credenze erano davvero intrinseche e connaturate all’individuo, patrimonio comune di tutta l’umanità che viveva in determinate zone geografiche.

E tutto questo Avati lo trasmette concretamente, questa presenza del mistico e dell’ultraterreno nella vita quotidiana è tangibile, quando le presenze diaboliche si manifestano i brividi corrono lungo la schiena…

Filmone.

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Bravissimo. E’ proprio tipico del cinema horror di Avati, inquietante anche per questo motivo. Non solo i suoi classici (a me inquieta parecchio Zeder): si pensi anche a un film abbastanza recente come Il nascondiglio, che ha, sì, ricevuto diverse critiche negative ma presenta pur sempre tutti gli stilemi del thriller/horror avatiano.

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io purtroppo l’ho trovato molto scarso
ha influito sicuramente il tipo di storia che non è nelle mie corde, oltre al cast di cui non ho apprezzato nulla
Dionisi mi è sembrato pessimo e sotto ogni soglia minima di credibilità, mentre Carlo Checci, che sarà magari il Dio in terra della recitazione a teatro, al cinema mi dà spesso l’impressione di essere inutilmente sopra le righe (oltre che ripetitivo e monocorde)
una verbosità insostenibile completa il quadro di un film che ho faticato tremendamente a terminare