Le canzoni più gay della storia

Video che gli altri tre non volevano fare (come non volevano fare quello di IT’S A HARD LIFE, troppo barocco per loro, e quello di CRAZY LITTLE THING CALLED LOVE a disagio vestiti di pelle da capo a piedi), ma che seguivano il ‘capo’ quasi rassegnati. Comunque si vedono pochissimo. Girato a Montreal alla fine del 1981. E il primo video in cui non compaiono in un finto live come i precedenti. In Italia e in Europa in generale non ci furono problemi, ma MTV si rifiutò di trasmetterlo.

Se non è un inno gay questo! n.b.: Non esiste video nonostante sia del 1983.

Non tanto la canzone, ma il video è curioso.

Stesso discorso con tutti quei mandriani e motociclisti.

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Riascoltandola spesso, in questo periodo, direi che una delle canzoni più “frocie”, e belle, mai fatte, è “Fernando” degli ABBA. Intonata in coro, durante un qualunque Pride, fa un figurone clamoroso… :heart::heart::heart::heart::heart::heart::heart::heart::blush::blush::blush::blush::ok_hand::ok_hand::ok_hand::ok_hand::champagne::champagne::champagne::champagne:

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Se non è gaio questo! Tra l’altro uno dei due autori, Paul Jabara (1944/1992) che lavorò anche in Italia con Pasolini e Brocani, era omo dichiarato.

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Non credo che fosse quello l’intento di Benny e Bjorn, però potrebbe sembrare quasi una situazione alla BROKEBACK MOUNTAIN…

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Bravo, esatto. Nel romanzo e nel film, due vaccari. Figure che DOVREBBERO essere “rudi & senza dubbi sulla propria sessualità”. Nella canzone, invece, due soldati. Poi, nella realtà, appunto ci sono tante sfumature e “tentazioni”, lo si voglia o no… :wink:

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Già il titolo, dice tutto, su. “Piovono uomini”… :ok_hand::kissing_heart::laughing:

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Ci sarebbe questa dei Macho

E poi anche questa presente in molti hard italici del primo periodo

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il tempo di morire
di FGTH anche welcome to the pleasure dome

e poi questa

I’M A MAN della Spencer Davis Group in realtà di gaio nulla aveva. Diciamo che ne hanno fatta una lettura un po’ forzata. Però l’arrangiamento di Malavasi, l’esecuzione dei musicisti tutti del giro bolognese e l’interpretazione di Marzio Vincenzi sono straordinari. Tanto che piacque moltissimo anche negli USA.

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Piacque così tanto negli Stati Uniti che una produzione tutta americana uscì immediatamente dopo. Questa è la copertina:

C’è anche su cd!

Ma i Macho andarono oltre: ROLL, 1980:

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Rrcupererei di Gian Pieretti “Uno strano ragazzo” e "“Il vestito rosa del mio amico Piero”

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Vergogna a tutti, incluso il sottoscritto, per aver finora dimenticato la bellissima “When my boy walks down the street” dei Magnetic Fields… :ok_hand::sunglasses::kiss:

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Imprescindibile! Tutto l’album da recuperare, un concept album sulla condizione dell’omosessuale nella chiusissima società dell’epoca, probabilmente era la prima volta che un prodotto culturale “di massa” si focalizzava così tanto sul tema.
E poi è un bel disco!

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Anche COME BARCHETTE DENTRO UN TRAM, 1976 e il successivo singolo VALERY/ROMA, 1979, di Alfredo Cohen

VALERY nel 1981 divenne ALEXANDER PLATZ

La Valery del titolo è una persona realmente esistente, si chiama Valery (ignoro il vero nome) Tacchinelli o Tacchinardi e Cohen lo adottò quando aveva solo 15 anni e faceva il travestito (un ‘femminiello’) per i vicoli di Napoli. Quando Battiato propose a Cohen di riscrivere il testo di VALERY per renderlo più adatto a Milva lui disse ‘prima devo chiedere il permesso a Valery’ che lo accordò essendo un grande fan di Milva.

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Per questo singolo successe un casino. Prima ‘sponsorizzato’ da Ciao 2001 che poi tolse il permesso affermando che avevano messo il loro nome senza permesso (scusate la ripetizione). Il disco uscì esclusivamente in buste bianche forate. Ignoro il metodo distributivo se mai ce ne fu uno. E’ sicuramente il primo disco che ‘presenta’ gli omosessuali senza macchiettismi di sorta. Troppo per l’epoca.
FUORI sta per FRONTE UNITARIO OMOSESSUALI RIVOLUZIONARI ITALIANI. Lo frequentò anche Ivan Cattaneo.
Joan Peter Boom (1936/2011) era un cantante e attore olandese naturalizzato italiano che alla fine degli anni novanta conobbe un certo successo in Svizzera e Austria come cantante euro disco!

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mi spiace ma abbiamo un vincitore:

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Questo è arrivato prima. 1969/1970.

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Poi c’è quest’altro, 1981.

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Disco che all’epoca non venne nemmeno adeguatamente distribuito. Inviterei a riascoltare anche la citata “Uno strano ragazzo” (1963) scritta da quel “folle” di Ghigo Agosti. Una canzone solo all’apparenza banale ma che delinea in maniera oserei dire riuscita il comune sentire dell’epoca nei confronti della diversità. Un po’ per ignoranza, un po’ perchè la mentalità vetero-cattolica dell’Italietta di allora non permetteva di affrontare il tema in alcun modo (in altre parole, all’epoca, dell’omosessualità non si parlava), l’omosessuale veniva inizialmente percepito come una persona “strana” o in ogni caso “fuori dal comune” . La rivelazione della realtà sfociava poi in incivili manifestazioni
discriminatorie e di becero scherno

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Infatti per anni venne usato l’aggettivo ‘diverso’.