Les Documents Interdits (1989 - )

Direi fake senza la minima ombra di dubbio, però bellissimo, suggestivo e perfetto in ogni dettaglio, ti tiene letteralmente incollato allo schermo. Notevole il voice-over di Ghezzi che integra a meraviglia il tutto, non so quanti anni erano che non sentivo la sua voce, come già detto da @Pizzafichi commento sin troppo studiato? Che sia un “copione” allegato al film tradotto o letto, molto probabile, dato che tutti i dati, date, luoghi vengono detti ma nella pellicola non vengono mai dedotti, sfido chiunque a riconoscere come Malgascio il tizio sul finale.

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Un vero precursore del moderno e in voga Found Footage, mi ha rimandato molto alla fiaba di Deserto Rosso, quella sulla spiaggia.

Riguardo ai fatti e la pellicola in rete si trova veramente poco e niente, alcuni segnali di SOS da altri forum per recuperarlo e una trasposizione completa del testo:

“Questa ripresa fu fatta dall’unico superstite del naufragio del cargo sovietico Vega avvenuto nell’ Oceano Indiano il 7 Agosto 1950. Fino a oggi le circostanze del dramma non sono state chiarite: nessuna richiesta di soccorso fu mai captata.
Il naufrago, di cui ancora si ignora l’identità, ha filmato questo vero e proprio diario di bordo. Il motore della scialuppa si è bruciato, infatti il naufrago si serve di remi.
Primo giorno: mostra i viveri a sua disposizione, i biscotti, le due scorte d’acqua e una pistola lanciarazzi. Non sembra che possieda strumenti per orientarsi e per fare il punto; il morale sembra buono.
Terzo giorno: il morale è sempre buono; l’uomo scherza sulla sua voglia di fumare.
Nono giorno: il tempo non migliora, la fatica comincia a farsi sentire, l’uomo sembra provato.
Quindicesimo giorno: ha gettato un contenitore dell’acqua che doveva essere vuoto oppure non bevibile. Ci mostra i viveri che sono diminuiti e che ha suddiviso adesso in razioni quotidiane; il suo viso è bruciato dal sole, il morale è scosso: siamo al crepuscolo, le riprese sono un po’ casuali, non c’è indice della giornata.
Ventunesimo giorno: dev’essere successo qualcosa perchè l’uomo è euforico; dice: “se posso lo filmerò”. Ci fa vedere di nuovo i viveri e ci accorgiamo che in questi sei giorni non li ha toccati: di cosa o di chi parla? Come può mantenersi così in forma?
Ventisettesimo giorno: l’uomo è più in forma di prima. Osservate il suo comportamento che è cambiato; dai suoi gesti sembrerebbe di capire che sorveglia il mare o che è comunque sulla difensiva: come mai? Guardate i viveri che ancora non ha consumato: come si nutre?
Trentatreesimo giorno: fate bene attenzione a quello che sta per succedere; prima di tutto ci mostra i suoi viveri, che questa volta sono diminuiti, ma questo non spiega ugualmente come abbia fatto a sopravvivere dieci giorni senza toccarli; guardate il suo viso: pensiamo che egli abbia già fatto la sua scelta. Il punto che vedete all’orizzonte è una nave; prende il lanciarazzi, lo carica, sta per lanciare… non lo fa; è una scelta che può portarlo alla morte: sicuramente da questa distanza lo avrebbero visto. Perchè non vuole essere salvato?
Siamo tra il trentaquattresimo e il trentottesimo giorno - Questa cassa faceva parte dei resti del naufragio: è la prova che il naufrago sta andando alla deriva. Quello che ha scoperto lo ha profondamente depresso.
Trentanovesimo giorno - E’ molto stanco, la sua salute è in pericolo, ripete “non lo vedo più”: di chi o di che cosa parla? In teoria quest’uomo dovrebbe già essere morto.
Quarantesimo giorno - E’ il crepuscolo; è certamente la sua ultima razione.
Quarantunesimo giorno - Ancora il crepuscolo. Due giorni fa quest’uomo stava per morire: dove trova la vitalità per fare tutti questi gesti? Ha buttato l’ultima scorta d’acqua; ora non ha più niente da bere nè da mangiare. Abbiamo capito che i suoi razzi non sono destinati ad eventuali navi. Di che cosa è così sicuro?
Quarantaduesimo giorno - Sempre al crepuscolo: non si sa perchè abbia filmato queste scene; sembra che abbia paura di qualcosa. Fate bene attenzione: tutto accadrà molto in fretta.
Guardate: non è un fenomeno naturale, era quello che lui si aspettava. Difficile stabilire la natura di questa luce: per lui il viaggio è finito. Lascia un messaggio, sembra stranamente felice. Non pensiamo si tratti di un suicidio.
Quest’uomo ha un appuntamento.
La scialuppa naufragò poi su una costa del Madagascar; la scritto che l’uomo aveva affidato alla tela era già per metà cancellata. Si poteva ancora leggere: “quelli che l’hanno visto non potranno mai più tornare: è il…” il resto era stato cancellato per sempre.”.
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