Les Yeux Sans Visage - Occhi Senza Volto (G. Franju, 1960)

Non saprei dirti, potrebbe essere. Io l’ho visto su dvd estero.

Thérèse Desqueyroux l’ho visto anch’io in francese, ma non su rai3.

Ci sono stati 10 anni …sciagurati, direi … in cui controllavo sulle guide settimanali ogni film che passava in TV e non mi è mai capitato Therese Dusqueyroux. Un film di Franju non me lo sarei fatto scappare. L’uomo in nero, Occhi senza volto e credo anche La Fossa dei disperati li ho visti grazie a Fuori Orario. Deve essere passato molto prima, come ha detto Raffaele 1961.

Comunque il film che più si avvicina a “Occhi senza volto” trovo che sia “L’uomo in nero”, sia per qualità (Therese D. non mi è sembrato un gran film) sia per poesia e follia. Mi sembrano più suoi, più personali rispetto a Therese D.
Occhi senza volto è anche per me il suo capolavoro, l’unico fra i 4 …4 e 1/2… che ho visto di Franju che può essere definito tale. (Il “mezzo” è per Piena luce sull’assassino, che ho visto ma di cui non ricordo quasi nulla)

Non c’è dubbio che Occhi senza volto sia il suo capolavoro, ed è altrettanto vero che L’uomo in nero sia un migliore film rispetto a Therese D.
ma, diciamo, a livello di “atmosfera” complessiva del film, ho trovato personalmente maggiori attinenze tra Therese e Occhi rispetto all’uomo in nero. Boh, sensazioni personali. Di L’uomo in nero esiste topic sul forum e se ne è abbondantemente parlato in merito all’edizione NoShame.

Bel film senz’altro, anche se non condivido in toto il vostro entusiasmo. L’amosfera c’è tutta, il mad doctor, la villa isolata, le scene splatter per l’epoca eccetera, ma ho percepito una certa lentezza, specie nella prima parte del film, in molte sequenze.

Oltretutto la musica di Jarre - splendida - si sente pochissimo, avrebbe potuto rendere meno pesanti certi momenti e invece niente. Boh.

Ah ho visto pure il documentario sul mattatoio… bello, ovviamente non per tutti i gusti. Bello crudo, ecco.

Il film è affascinante anche per l’uso che viene fatto della musica. Franju era più o meno della stessa parrocchia di Bunuel. In quasi tutti i loro film c’è poco commento sonoro, inteso come musica che accompagna le immagini. Nell’ultimo Bunuel non c’è proprio. Quindi questo film può dare la sensazione di essere lento.
Credo che Franju usasse la musica quando voleva dare un tocco di poesia in più alle immagini. Ad esempio nella famosa scena del ballo ne L’uomo in nero o, in questo film, quasi ogni volta che appare Edith Scob, anche solo quando cammina o tocca qualcosa. Ma la lunga operazione al viso è fatta senza musica, solo coi rumori di fondo. Sembra la scena dello scasso di Rififì o dell’evasione ne Il Buco. …B maiuscola, altrimenti si potrebbe equivocare.