L'Homme Du Train

Ho recuperato solo oggi questo bel noir di Patrice Leconte che si basa sulle interpretazioni dei due protagonisti Jean Rochefort e Johnny Hallyday.
È la storia di due uomini che si conoscono per caso. Uno è un rapinatore, l’altro è un ex professore con l’hobby della poesia. Ognuno vorrebbe vivere la vita dell’altro e il film si sviluppa su questo fragile equilibrio che c’è tra le vita dei due uomini.
Bello, crepuscolare, ben interpretato e ben diretto.
Ad essere rompipalle non ho capito l’utilità di un movimento di camera che ricorreva praticamente in tutti i primi piani (è complicato da spiegare, se guardate il film fateci caso). Era brutto ed inutile ma il fatto che venisse ripetuto costantemente mi fa credere che avesse una funzione specifica che però non ho capito… :oops:

Molto molto bello…visto sia al cinema alla sua uscita (mi ricordo che in tutta Milano fu distribuito solo in un cinema) sia in DVD…
Ne consiglio a tutti la visione…

Splendido.Purtroppo perso a suo tempo in sala,ma successivamente recuperato grazie a Sky e poi preso in dvd.Regia sottile,bella storia,bei dialoghi,attori titanici(abbastanza prevedibilmente Rochefort,sorpresona Hallyday):il miglior film di Leconte,regista un pò discontinuo ma capace di opere davvero notevoli.
P.S.Scandaloso,ma va ricordato:a Venezia 2002 non prese nulla.“Miglior attore” per l’occasione venne premiato Stefano Accorsi.Non aggiungo altro,sennò divento ripetitivo e parecchio volgare…

Il cinema di quel regista ruota tutto attorno ai rapporti umani (rammento La Ragazza Sul Ponte).

Il suo linguaggio, davvero molto raffinato, porta seco le delicatezze di un acquarello cinematico e gli intellettualismi di un cineasta romantico e riflessivo.

I due protagonisti qui, poli opposti che quanto mai si attraggono, costruiscono pian piano il loro legame.

Così come la fotografia (fredda quella degli esterni e calda quella degli interni) ripropone la dicotomia dei due anti-eroi, i movimenti di macchina di cui parli, tutti attentamente valutati e mai casuali, probabilmente (ma è solo una mia idea, è passato molto tempo dalla visione) hanno qualcosa a che vedere col passaggio di conoscenza, quell’apertura, quella sorta di legame silenzioso che va cementificandosi fra i due e che scavalca l’immagine che una vita “non scelta” ha loro imposto.

Interessante e plausibile…
Sono sicuro anch’io che non si tratta di movimenti casuali e probabilmente questa tua interpretazione coglie nel segno o quantomeno si avvicina.

È mancato Jean Rochefort

http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2017/10/09/news/addio-all-attore-francesce-jean-rochefort-1036064/

Un grande attore che “illuminava” lo schermo, a prescindere dal valore dei film. Non un bellone alla Delon, né un fustaccio alla Belmondo, ha però attraversato i decenni e i generi, costantemente piacevole e credibile. Quei baffetti mi hanno sempre messo di buon umore: MERCI, MONSIEUR ROCHEFORT!!!

Ed è morto, a 74 anni, anche Johnny Hallyday. Per cancro ai polmoni…