Catalogo dei fuori catalogo
Quel bel libro non si può più leggere
Un’informatissima inchiesta di Antonio Armano su il Giornale del passato 30 giugno traccia una sorta di catalogo dei libri fuori catalogo e ormai spariti, irraggiungibili. Scrive Armano che «per Silvio Raffo, curatore di antologie poetiche ormai introvabili per Mondadori (da Ada Negri a Amalia Guglielminetti) la lista è piuttosto lunga». Per esempio «Sconclusione (questo l’incipit: “Lentamente ma con determinazione rinchiusi mio padre nel cassetto”) di Giorgio Manganelli, capolavoro del genere surreale-fantastico, non è più in circolazione, nonostante la fortuna attuale dell’autore, in buona parte riproposto da Adelphi». Da aggiungere La rivincita del maschio della Guglielminetti, «una cosa alla Fitzgerald, protagonista cocainomane, orge eccetera. Le costò uno scandalo e il processo, dopo il quale, anche a causa delle accuse di Pitigrilli, verrà internata». E, a proposito di Pitigrilli, di cui Bompiani ha ristampato molte opere, Raffo si chiede «perché non venga ripubblicato La vergine a 18 carati, edito da Sonzogno nel 1924». E poi ancora: Il domestico (ed. Garzanti, 1950) di Robin Maugham, nipote del più celebre William Somerset, da cui nel '63 il regista Joseph Losey trasse un buon film, intitolato Il servo, con Dirk Bogarde e sceneggiatura di Harold Pinter; poi L’abbazia degli iconoclasti e Le poesie d’amore di Rodolfo J. Wilcock; Vanagloria e Inclinazioni di Ronald Firbank; Italia magica, antologia di racconti surreali, curata da Gianfranco Contini (ed. Einaudi, 1988) con testi di Landolfi, Moravia, Palazzeschi; Lungo la vita di Giovanni Pascoli (ed. Mondadori, 1961) biografia scritta dalla sorella Mariù Pascoli.
Tanti i libri imperdibili perduti dagli editori, come dice il titolo di Armano, che si rischia di presentare un elenco telefonico. La giustificazione sta nella speranza che qualche editore vinca il timore di un mercato sfavorevole, esca dall’indifferenza, risvegli la memoria e sani almeno in parte queste lacune letterarie.
L’inchiesta continua con Tecla Dozio della Libreria Sherlockiana di Milano, specializzata in gialli e fantascienza, di cui Armano riferisce «la lista di desideri inesaudibili dei suoi clienti, libri che sono pietre miliari sotterrate, ma di un interesse che li rende degni di riesumazione e riscoperta… " il primo romanzo hard boiled Punti sul nero ed esce il rosso di Eric Knight. I romanzi rosa di Scerbanenco e quelli della Christie. Che fine hanno fatto? E i primi gialli di Valerio Massimo Manfredi, quelli del diplomatico e sinologo olandese Robert van Gulik… richiestissimi. Penso poi a sei libri di Michael Chricton, firmati con pseudonimo e pubblicati da Garzanti… E I misteri di Parigi di Eugène Sue?"». Antonio Armano prosegue citando «un libro di culto del mondo gay come La lunga notte di Singapore (ed. Gastaldi, 1952), scritto sotto lo pseudonimo Bernardino di Tegerone da Bernardino Del Boca, sequestrato per oscenità e distrutto fino alla fusione del piombo. Problemi di censura, ma di tipo diverso pendono sul testo antisemita di Louis-Ferdinand Céline, Bagatelle per un massacro. Come per altri fuori catalogo cari alla destra esistono edizioni taroccate, stampate dai “camerati napoletani”». Interviene Giovanni Bottazzi, «libraio, ex legionario, che espone al mercatino milanese di Piazza Diaz» dicendo che «un altro latitante del genere è Il cammino del cinabro, un testo fondamentale di Julius Evola, la sua autobiografia edita nel '63….Un libro molto interessante che non si trova più è Tiro al piccione di Giose Rimanelli sulla guerra civile in Italia (ed. Mondadori, 1953), da cui Giuliano Montaldo ha tratto un film nel '61"».
Infine, scrive Armano, il caso di Alberto Arbasino, del quale sono spariti libri «come Le piccole vacanze, esordio Einaudi del lontano 1957, che contiene lo splendido racconto (monologo interiore alternato) Giorgio contro Luciano, o Sessanta posizioni, raccolta di ritratti di scrittori che un fortunato bibliofilo - così raccontano divertiti alla libreria di modernariato L’Atlante di Milano - ha trovato in una bancarella a Torino tra roba porno (il titolo induce in errore). E pensare che, dell’usato arbasiniano, Sessanta posizioni è quello che, per difficile reperibilità, ha le quotazioni più elevate».
[fonte: http://www.sindacatoscrittori.net/comunicazione/news4/notiziemix.htm ]