Lindo Ferretti

ma se posso definire con un aggettivo solo la musica dei CCCP per me è stata semplicemente INASCOLTABILE, mentre trovavo assai grazioso il sound dei CSI che ho visto anche in concerto… poi che fine avesse fatto Ferretti prima di questa più o meno pubblica uscita lo ignoro

aggiungo anche che l’ultimo di “destra” a convertirsi alla “sinistra” in eta matura credo sia stato nel 1976 o forse era ancora il 1975, però in realtà la cosa più impressionante nel caso di Ferretti più che la svolta politica mi sa che è quella religiosa

ovvio che in questi casi le persone vanno giudicate per la qualità del loro lavoro e non per le loro convinzioni personali, ed è altrettanto ovvio che aggiornare le proprie opinioni è comunque qualcosa persino di doveroso

ma però la gente che fa le virate a 180 e le total abiure del loro passato con tutta la buona volontà proprio non mi piacciono e non riesco a farmele calare a prescindere dal loro punto di partenza e da quello di arrivo, se poi l’impressione di fondo è quella di accodarsi al carro dei winners non ne parliamo neanche

premesso che non sono mai stato acritico nei riguardi di Giovanni, l’ho frequentato quanto basta da poter correggere il tiro su una marea di inesattezze (e cazzate) che lungo questo thread gli sono state cucite addosso anche con una certa callosità da hater.

per iniziare, posso capire che mai quanto nel suo caso l’apparenza inganni e che la spettrale magrezza datagli da problemi metabolici, tiroidei e di peritonite/ulcera perforante avuti sin da piccolo possano far facilmente pensare, considerati anche il look e l’aria spiritata, a chissà quali trascorsi di pere anfetamine o coca, ma a parte una certa indulgenza con l’hashish e la mariulla Giovanni non ha mai fatto ricorso a droghe pesanti né allucinogeni, che anzi ha sempre avuto in odio. che io ricordi, del filosovietico quartetto l’unico a non disdegnare eccitanti era fatur.

i riferimenti agli psicofarmaci nei testi del primo periodo sono retaggio della sua esperienza come operatore psichiatrico e la leggenda metropolitana su ferretti eroinomane e malato d’aids (ne girano anche di peggiori) è nata ai tempi dei primi CSI quando in un camerino del velvet di rimini un fan vide una siringa sul tavolo, e da lì non c’è stato più verso di fermarla o smentirla. in realtà quella siringa faceva parte di un lotto di iniezioni di antibiotici, successive a un delicato intervento a stomaco e fegato.

circa il prendere alla lettera i testi dei CCCP, mi limito a ricordare che buona parte della prima produzione testuale dei CCCP era a opera di Zamboni. hit come emilia paranoica, morire, mi ami? etc sono sue (il fatto che ferretti fosse frontman e portavoce del gruppo ha spostato su di lui l’attribuzione complessiva di tutto); lo si nota soprattutto nello scarto stilistico testuale da Socialismo e barbarie a Canzoni preghiere danze: dall’impianto dada-futurista-strutturalista-surreale si passa a testi più messianici, sputasentenze, para-pasoliniani (il reazionario antimodernismo era un bernoccolo di giovanni già allora, e le prime distanze dal PCI iniziò a prenderle dopo la morte di Berlinguer).

la svolta spirituale e la conversione: non so davvero più di cosa stiamo parlando. ferretti era profondamente cristiano già agli albori dei CCCP, dove si trovano indizi come libera me domine, madre, paxo de jerusalem, il dies irae dies illa intonato all’inizio di ogni concerto per tacere della madonna in copertina. l’islamismo, come il filosovietismo, era per i CCCP una valenza più estetica che intellettuale ideologica o di tendenza religiosa. bisognerebbe tenere conto del fatto che i CCCP erano 5 elementi ben distinti, ciascuno dei quali con le sue peculiarità ed eccentricità, e ognuno di loro valeva il gruppo: per cui in mezzo ai CCCP (che tendevano a una sintesi superiore di molte, forse troppe cose) la spiritualità di giovanni sembra una provocazione (che si amalgamava e confondeva assieme ad altre provocazioni e simbolismi) e fuori da lì idem, ma recepita in negativo. non c’è dubbio che nel tempo si sia rafforzata toccando vette (insopportabili anche per me) da neocon e papaboy, ma già ai tempi dei CCCP andava a messa prima dei live, per cui anche basta con sta stanca tiritera del ferretti convertito e traditore.

quanto all’equivocatissimo immaginario, la cosa più sensata e acuta l’ha annotata, tracciando un parallelismo con Pearce, @Blu_petrolio . il gioco del rovescio delle parti è esattamente lo stesso (ne sanno qualcosa i Disciplinatha). e i CCCP erano filosovietici, non filorussi.

poi certo, sono della partita di chi trova qualitativamente indigesto quasi tutto quanto fatto in musica dai PGR in avanti, e certamente si può politicamente dissentire anche con asprezza su alcune scelte degli ultimi tempi (che per me sono in buona parte state provocazioni stupidine ma efficaci per tenere alimentato il personaggio) e fa parte del gioco, per la superbia con quale si è spesso posto e per l’aver mescolato in maniera così ancipite arte e vita, che possa stare tremendamente sul cazzo, però non si può crocefiggere un artista a una fase della sua vita che lo rappresentava bene (idealmente bene, nella testa dell’idolatra più ottuso) solo in quel determinato periodo e pretendere che essa faccia da parte per il tutto sine die. non funziona così per nessuno di noi (siamo tutti coerentissimi grazie alla nostra incoerenza, e si cambia solo per restare uguali). e più che di abiura del proprio passato, penso che si dovrebbe parlare di ritorno alle origini, come lui stesso dice.
sono poi il primo a dire che già ai tempi dell’ultima fase dei CSI cantilene ripetute ad libitum come la nonna la mamma i cavalli la chiesa le tradizioni la mongolia mi avevano fatto due palle a dodecaedro, e sono anche il primo a disdegnare un giovanni che è rimasto cristallizzato a un repertorio di rendita, ma in un paese di mollaccioni come il nostro, nell’insieme giovanni rimane, con tutti i dubbi e i sospetti e le personali acrimonie del caso, una delle poche persone rimaste che quando apre bocca ti arricchisce.

p.s.: giovanni e roberto nella medesima trasmissione sono una bella curiosità da museo, anche perché l’uno non sopportava granché l’altro (ricordo una feroce filippica di roberto contro giovanni, pubblicata non ricordo più dove). esiste un link per questo video?!

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concordo con schramm, soprattutto in merito alle scelte ideologiche, politiche, spirituali di ognuno di noi (e quindi, in senso più lato, i gusti, i ripensamenti, la volontà di volersi sempre mettere in gioco): come ho imparato in tanti anni di Asia e come in pochissime ma significative parole disse un mio amico musulmano in Turchia: “se non condividi le scelte o le idee di un altro, perchè le devi offendere? Ti renderesti solo peggiore rispetto a lui. Solo il silenzio può nobilitare il tuo dissenso senza ridicolizzare la dignità dell’altro”.
Ed in effetti - non avevo mai letto questo topic prima d’ora - arrivare a pensare che le sue nuove posizioni filo-cattoliche o quel che cazzo gli parrà a lui - possano essere il risultato di una degenerazione mentale a causa di qualche malattia… è semplicemente aberrante avere già il coraggio di pensarmo, figuriamoci di renderlo pubblico. Si usa il dramma fisico di una persona per supporre danni mentali che portano alla deviazione da un Pensiero Unico Accettato. Con conseguenti prese per il culo in pubblico che dovrebbero nobilitare chi le scrive e ridicolizzare chi ne è l’oggetto delle critiche. Mi pare di essere dalle parti di un Lombroso che complotta con Himmler per giustificare una invasione denazificatrice dell’Ucraina.
Per me i CCCP sono stati un gruppo come tanti… niente di particolare: le canzoni per me musicalmente belle sono poche e circondate da un semplicismo musicale che non è valore aggiunto ma solo normale ripetitività. Ma ammetto che 5-6 pezzi sono interessanti, in genere i CCCP si ascoltano con piacere pur presentando, come detto, pochissimi pezzi che svettano su un mare di cose già sentite da altri gruppi degli stessi anni e nello stesso genere; ma oggettivamente sono lontanissimi da essere un gruppo di culto o così importante per la storia se li si osserva solo dal punto di vista prettamente musicale: come in genere succede per la quasi totalità dei gruppi che ho sentito qualcosa di buono spunta sempre fuori. Ovviamente “Punk Islam” per la visionarietà e la stralunatezza dei testi e una a suo modo affascinante evocazione di luoghi e sensazioni legate a quei luoghi a me cari. Dell’eventuale aspetto politico-idelogico sinceramente non me ne è mai battuto una mazza perchè le militanze mi lasciano tra l’indifferente e l’infastidito: mi possono incuriosire o far sorridere ma a questo punto valuto i CCCP allo stesso livello dei Peggior Amico o dei Vegan Reich (quelli che auspicavano i campi di concentramento per i mangiatori di carne e si dichiaravano “libertari”): un puro e semplice divertissement quando l’ideologia comincia a soffocare il tutto. Meglio i Wretched o gli Eu’s Arse, meglio forse i Joy Division in cui c’è meno parafernalia ideologici soffocanti e pacchiani. C’è da ammettere ed ammirare la loro furbesca immagine filo-sovietica che ha fin troppo facilmente spianato una esposizione mediatica ed un ovvio osanna da parte della Cultura Unica Italiana di allora e di oggi per un gruppo - un genere musicale - che altrimenti non avrebbe avuto nessunissimo spazio commerciale. Ecco, forse son riusciti a sdoganare il punk in Italia col supporto di una major sfruttando più un immaginario ideologico-politico piuttosto che una vera e superiore qualità musicale oggettiva. Se non mettevano simboli sovietici dappertutto, probabilmente sarebbero passati inosservati come la totalità del punk italico di quegli anni. Perchè già un anno dopo il debutto erano su una major come Virgin così come, poco dopo lo sarebbero stati anche altri gruppi fortissimamente schierati a sinistra come Ustmamò e Disciplinatha mentre altri gruppi non schierati ma musicalmente identici e altrettanto validi si scioglievano dopo un 7" o uno split 7" autoprodotto? O magari arrivavano ad un demo, un cd su una etichetta del cazzo e amen?
E’ ovvio che il presunto “mito” dei CCCP è una furbesca commistione di simboli e slogan fortemente schirati a favore di una cultura dominante e arrogantemente autoreferenziale che continua a creare ed osannare sè stessa, unito ad una capillare diffusione da parte di una major (la Virgin è uno dei tanti simboli del capitalismo imperialista americano eppure non mi sembra di aver mai letto segni di protesta da parte dei CCCP per questa evidente contraddizione: forse faceva comodo a tutti…) commisti ad un genere musicale - il punk, post-punk che all’epoca era la nuova “moda” del momento con gruppi costruiti a tavolino come Plastic Bertrand in Francia, Jo Squillo… tutto fintume creato ad hoc dalle major per addomesticare il punk alle potenziali masse di giovanotti, videospettatori, pseudo impegnati alla ricerca di punti di riferimento ampiamente condivisi e accessibili a tutti…
Poi che fossero così veramente innovativi, geniali o apripista… per me non lo sono assolutamente. Furbescamente pianificatori della propria immagine e consapevoli delle opportunità discografiche e culturali che queste scelte di immagine avrebbero portato, sicuramente… ma che oggi GLF venga definito un personaggio squallidissimo solo perchè non parla più di soviet, comunismo o Piazze Rosse mi fa un pò pena. E allora, chiediamoci: ci credeva veramente in quegli slogan così marchiani e fin troppo caratterizzati? come dice Schramm era un artista sicuramente molto più complesso, ampio, spaziante su molti più livelli e approcci filosofici rispetto alla banale dualizzazione sinistra-destra o comunista-papalino o grande-finchè-era-CCCP/merda-da-quando-parla-del-papa al quale il militante qualsiasi di Voghera a tutto riduce e tutto manicheizza.

Che abbia fatto di una posizione inizialmente filosovietica la ragione per dar vita ad un progetto artistico-musicale fatto anche di molta coreografia e propaganda, ne prendo atto e debbo dire che gli è riuscita in pieno: che col tempo abbia evoluto, corretto, modificato, anche rinnegato o abiurato il passato ne rendo altrettanto merito perchè è nel pieno diritto di tutti noi ritornare sui nostri passi, criticarli o prendere atto di sbagli o posizioni non più ritenute sentite. D’altra parte anche Tiziano Terzani comincia a ricredersi sul suo comunismo militante dopo aver assistito all’orrore del regime di Pol Pot che inizialmente lui e il giornalismo schierato avevano fino ad allora supportato, osannato ed atteso come rivincita sul capitalismo occidentale, con il celebre articolo “C’eravamo tutti sbagliati”. E da li ai successivi 20 anni lo avrebbe visto arrivare a posizioni teologico-filosofice lontanissime anni luce… e allora anche a lui bisognerebbe dare di “monachino” o di rincoglionito servo di divinità esistenti solo in una mente malata e minata dal cancro solo perchè il suo percorso umano e di riflessione lo ha portato a posizioni totalmente diverse e distanti dai suoi inizi militanti? Chi deve decidere cosa un uomo deve pensare e cosa no? Chi deve condannare un uomo soltanto perchè vuol osare di intraprendere un suo cammino invece che starsene sempre comodamente e opportunisticamente ancorato tutta la vita sul solito punto di osservazione?

Poi che si discuta di un progressivo calo qualitativo della musica… beh, è fisiologico… anche gli Iron Maiden son 32 anni che non tirano fuori più niente di decente; o i Deep Purple non sono mai più riusciti ad eguagliare l’intensità dei loro monumentali album degli anni '70 così come i Cripple Bastards per me arrivano ad esagerare fino a “Your Lies in Check” e dopo c’è un rapidissimo decadimento… ma fa parte del grande gioco chiamato “vita”.

Poi, ecco, contro GLF non ho mai avuto nessun astio a priori o di natura ideologica: ho comunque sempre ammirato la sua sofferta profondità di pensiero al di là di quelle ideologie del momento che professava o supportava. Se dietro c’è una ricerca di pensiero coerente e frutto di profonda analisi, rispetto ed ammiro qualsiasi conclusione. Se deve invece portare al risultato che la gente si vuol far sentire e quindi frutto solo di convenzioni e schemi ripetuti pena la fustigazione pubblica allora… bisogna innanzitutto censurare i censori prima ancora che i pensatori.

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era squallidissimo anche prima

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ciao, @bastardnasum rispondo a scoppio ritardato al tuo intervento molto bello ma che mi trova discorde in alcuni punti

si possono non sopportare, possono essere fuori dal proprio gusto e peggio, ma l’unicità della natura del gruppo non è negoziabile. gruppi come i cccp in italia non ce ne sono mai stati prima, non ce n’erano allora ed escludendo gli epigoni (o i Disciplinatha pre-dischi del mulo) non ce ne sono stati dopo e non credo ne verranno nei prossimi lustri.

guardandomi bene attorno un altro progetto multidisciplinare così ambiguo (proprio perché estremamente cristallino), eccentrico, colto, sagace, provocatorio e capace di magnetizzare creando spontaneamente così tanto spiazzamento logico a ogni apparizione (per impatto, per proposta estetica, per stilemi musicali adottati, per qualità testuale) io non l’ho proprio mai scorto. una formazione che raggruppava un ateo, un punk cattolico di sinistra, un neofascista e una soubrette filo-orientale, beh, sfido a trovarne un’altra.
anche la proposta musicale, può non piacere, annoiare, irritare, far cagare forte (il loro primo live, subìto che ero un po’ troppo giovane, mi vide tra i facenti parte della defezione a poco oltre metà ma fu capace di crescermi dentro di nascosto e cambiarmi approccio a tutto), ma un gruppo che amalgama punk liscio emiliano filosovietismo sonorità mediorientali e musica popolare e chiesastica non si era proprio mai udito. per riavere lo stesso impatto emotivo e visivo e portato estetico-culturale, dovetti incappare nelle Officine Schwarz, loro veri effettivi cuginetti. oppure rivolgermi direttamente ai CCC CNC NCN e più ancora a certo teatro.
togliendo Battiato, testi di tale caratura l’italia non li ha mai visti neanche in cartolina. certo c’erano i kina, i R.A.F. punk (loro sì pesantemente politici e ideologicizzati), i negazione, ma siamo veramente da un’altra parte, e in una nicchia che è sempre stata incapace di emanciparsi dalle sfere del centro sociale.

beghe e polemiche sulla militanza, sull’ideologia e annesse levate di scudi sulla conversione politica di giovanni sono sempre (sempre!) state niente più di qualcosa a cavallo tra l’equivoco e la provocazione. d’altronde era un patto molto chiaro già in una loro canzone: “se siamo fedeli alla linea è proprio perché una linea non c’è - se ci fosse probabilmente le saremmo infedeli e tali ci chiameremmo. ma non c’è, quindi possiamo abbracciare ogni linea”. la stessa che ha coerentemente portato a farli follemente sciogliere proprio nel momento in cui avrebbero potuto fare successo e alzare delle discrete sommette (avverrà tempo dopo coi CSI, ma non va scordato che in quella parliamo di un gruppo fortemente voluto e capitanato da Maroccolo).

e dici bene, non viene mai evidenziato abbastanza che pur essendo i loro album interessanti, belli e/o notevoli, i cccp erano un gruppo da vedere più che da ascoltare; erano da esperire live. nell’ascolto, che resta comunque un’esperienza, molto va perso. quel molto che comunque allora ti mandava in bambola.
così come è sbagliato vedere nei cccp il solo ferretti e viceversa, ferretti nei soli cccp. forse basterebbe quest’ultima annotazione a spazzar via ogni kyrie polemos che ancora oggi orbita attorno a giovanni.

altra cosa che mi trova assai discorde è

[quote=“bastardnasum, post:43, topic:8147”]
C’è da ammettere ed ammirare la loro furbesca immagine filo-sovietica che ha fin troppo facilmente spianato una esposizione mediatica ed un ovvio osanna da parte della Cultura Unica Italiana di allora e di oggi per un gruppo - un genere musicale - che altrimenti non avrebbe avuto nessunissimo spazio commerciale.[/quote]

l’idea dei cccp gruppo culto osannato da tutti che metteva chiunque d’amore e d’accordo e che piaceva facile e scalava le classifiche (capirai…) ce la possiamo fare ora che sono stati museificati, rimossi e di ritorno recuperati e idolatrati (e anche in questo: trovarlo, un altro gruppo così traversale a ogni generazione), ma ricollocandoli nel contesto culturale di allora ti assicuro che trovavano ogni frangia impreparata a un organismo simile: dividevano parecchio, e assai violentemente, e dove passavano facevano tanto colpo quanto scandalo proprio perché rifiutavano di appartenere a una scena. rifiutavano tutti i luoghi comuni di destra e di sinistra. rifiutavano di ghettizzarsi nei centri sociali o di diventare mascotte televisive. e pur passando per il punk rifiutavano di farne un ismo, lo sbeffeggiavano o lo sublimavano aristocraticamente. per loro il punk era una sfiga da pezzenti, altro che sdoganarlo (tu menti parla chiaro a riguardo; e più ancora l’essere stati boicottati dai crass), ed è questo che ai miei occhi li rende veramente punk.
lo sdoganamento è avvenuto molto dopo, ma oltre ogni intenzione. credimi se ti dico che ai loro live disordini tafferugli tumulti sassaiole e risse erano più la norma che l’eccezione, e tanto più col passaggio alla virgin, che venne da tutti visto come un affronto e finì con l’invertire le parti tra seguaci e detrattori, anche solo per il fatto che il primo 45 giri conteneva due pezzi di liscio e l’ep una cover disco di/con amanda lear.
poi certo rifiutarsi di dare risposte al pubblico e accattivarselo a suon di ceffoni facendo a ogni mossa il contrario di ciò che questi si aspetta, giocare la carta situazionista del tanto peggio tanto meglio è una paraculata che è sempre riuscita a tutte le avanguardie, ma è anche uno spontaneo modo di essere genuino. e non vedo comunque perché rimproverarla a loro e non, chessò, ai TG che in fondo si sono strategicamente mossi allo stesso identico modo - o ai P.I.L., che per inciso fecero la stessa mossa con la Virgin. né sono d’accordo che senza simboli sovietici ovunque sarebbero passati inosservati, nei primi 2-3 anni si esibivano senza scenografico e performativo décor di sorta, eppure fecero rapidamente breccia (e prima di passare dall’attack punk alla virgin vantavano già platee tra i 1000 e i 6000 spettatori). non erano neanche così inginocchiati a una cultura dominante che anzi, nella migliore delle ipotesi li trattava come un insetto post-moderno (anzi, anti-moderno) da esaminare con cautela e tenendosi a distanza.

poi certo che hanno curato la loro immagine, ma per riflettere una sostanza e non una vacua apparenza (come è stato appannaggio dei, chessò, Sigue Sigue Sputnik).

e certo erano spudorati, eccessivi, messianici, sputasentenze, contraddittori, talvolta programmaticamente kitsch e postmoderni ma è quanto ha contribuito a renderli grandi. e del resto se all’arte togli la spregiudicatezza, l’eccesso, la messianicità, la contraddizione, mi dici cosa resta dell’arte? :wink:

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Ferretti e’ impazzito okay ma fa’ peggio Zamboni che fa’ cantare le canzoni storiche alla Baraldi ma dai su…

…e farà anche di peggio, passando al microfono e cantandole lui. sì, qualitativamente massimo si è abbastanza smarrito, inforcando la via di un cantautorato irricevibile (sono molto meglio le produzioni legate alle colonne sonore) dopo un album niente affatto malaccio come sorella sconfitta. ma d’altronde, dopo un’aspra diaspora come la loro, che altro avrebbe dovuto fare? l’alternativa sarebbe stata imbarcare un epigone di ferretti a tirare a campare con una tribute band come altre cento e rotte ce ne sono oggi lungo lo stivale, come stava rischiando di fare fatur con i socialismo e barbarie. ecco, se la vogliamo mettere sul piano strettamente musicale, forse a tirar fuori le cose migliori è stato proprio danilo, escludendo l’imbarazzantissima avanscoperta come fatur and fax. trabant punk da sola spazza tutte le produzioni musicali soliste di massimo e giovanni. e anche buona parte di quelle scodellate a nome PGR.