L'Interrogatorio (Vittorio De Sisti 1970)

http://www.pollanetsquad.it/scheda.php?sez=film&cod=266

Caricato su Mediaset Play (e quindi passato su qualche loro canale, credo) in un’ottima copia da 1h29m che spazza via la versione vhs con titoli in inglese, priva oltretutto del prologo. Tuttora inedito in digitale, se non erro.

Il film lo vidi una dozzina di anni fa e lo ricordo notevole, ma vattelapesca.

Davvero un bel film, per niente pesante o noioso anche grazie alla sua struttura ad incastri, che svela a poco a poco il motivo per il quale Lev si trovava in quel palazzo.

Lev (che secondo wikipedia avrebbe avuto 35 anni al momento di girare questo film, cosa francamente assurda ma vabbé) è il classico tontolone che arriva in città e per il colmo della sfiga si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato: una ragazza (Brigitte Skay, sempre bona) è stata assassinata e la polizia lo accusa subito del delitto, per una serie di circostanze che sono tutte contro di lui.

Tra i poliziotti c’è come sempre quello duro (Teodoro Corrà) e quello umano (Rino Bolognesi), ma gli sterotipi non disturbano, anzi.

Bella anche la colonna sonora dei Renegades.

lo hanno già tolto :pollargh:

Di nuovo su Mediaset Play.

Sottotitolo del film: “l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, nel momento sbagliato” (die hard II)

La vicenda è a tratti curiosa e tragicomica perché si presta facilmente sul fraintendere se Lev ci fa o ci è: non si capisce (ma forse è voluto) se il protagonista è un mezzo bifolco con scarsa capacità di cognizione o se è proprio tonno all’olio d’oliva (tanto che, personalmente, ho trovato molto arduo empatizzare nei suoi confronti).

Volendo scrivere del nulla, l’opera è -volendo- apribile ad un paio di chiavi di lettura:

  1. il primo è quello più lampante del j’accuse ai metodi giustizialisti in questo caso applicati dalla polizia, laddove in assenza di un colpevole vero al 100%, si finisce col creare un capro espiatorio

  2. il secondo potrebbe essere una sottile metafora alla “il ragazzo di campagna” in salsa drammatica; lo sprovveduto della periferia cresciuto nei campi e semi-analfabeta giunge nella città tentacolare (si esalta come un bambino dinanzi alle donzelle, roba che oggi lo denuncerebbero in 20 secondi) e resta intrappolato nella mefistofelica ragnatela della Capitale, dove vigono altre leggi & comportamenti.

De Sisti tenta di fare un mix dei 2 ingredienti epperò il frullato che ne vien fuori è si interessante ma senza molto carattere. Il torchiamento dello sprovveduto (per quel che si vede) è a mio avviso severo ma non così tanto da provocarne il risultato finale (a meno che Lev non sia in effetti molto labile di psiche) e lo spaesamento dato dall’impatto campagna-metropoli si avverte ogni tanto ma non in maniera massiccia.

P.s. ma l’avvocato difensore d’ufficio non esiste ? 'Sto figliolo è sballottato dai poliziotti senza aver mai un supporto legale!

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L’ho visto anche io stammattina (doppia M per imitare il doppiatore di Benjamin Lev quando dice che è arrivato in città “stammattina”), all’inizio (primi 20-25 minuti) c’è veramente da ammazzarsi dalla noia, poi pian piano si solleva ma, alla fine, quello che ti rimane da questa visione è la buffa caratterizzazione del protagonista. Oltre a Brigitte Skay. I toni vorrebbero essere seri ma francamente, non riescono nell’intento.

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Invece a me ha fatto l’effetto diametralmente opposto: la prima parte mi ha agganciato subito, per la modernità dello stile (i cut-up alla Godard nell’incontro tra la Skay e il suo assassino, l’uso delle musiche, il bel montaggio alternato “a incastri” tra i primi sviluppi dell’indagine ed i flashback dell’arrivo del protagonista a Roma) e la bella scena dell’inseguimento con tentativo di linciaggio (azzeccata l’alternanza fra le inquadrature “rubate” dal lato opposto della strada e quelle altrettanto “rubate” viste dall’alto, rende molto l’idea di cinema-verité).
Poi pian piano col procedere dell’inchiesta e dell’interrogatorio mi sono un po’ stancato e sono arrivato in fondo con un pochino di fatica.

Si, anche io a un certo punto non ce l’ho fatta più, troppo cretino questo tipo, davvero difficile empatizzare con lui. Ma sei pure entrato nella casa della vittima, calpestando senza rendertene conto del sangue per terra e strappando via una pagina di un playboy che hai trovato appoggiato sulla mensola (facendotela poi ritrovare in tasca dagli agenti)… Ma allora te le cerchi! Anche se lì non fosse stato commesso alcun delitto saresti comunque stato uno stronzo!!!

Una curiosità che nessuno ha citato: quando il protagonista si frega il manifesto con la donna nuda che stava venendo affisso dall’attachino, si tratta del manifesto di Svezia inferno e paradiso!

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