L'istruttoria è chiusa: dimentichi (D. Damiani, 1971)

ma è quel confronto faccia a faccia con la figlia di pesenti a rappresentare il pugno nello stomaco del finale.

ok, ma a mio parere tutta la sequenza finale poteva “dare” qualcosa in più…per quanto è superbo il tutto, l’ultima scena l’ho trovata un pò tirata via, anche Nero “trasmette” meno che nel resto del film. parere personale ovviamente…

indubbiamente ha un’atmosfera un pò sdrammatizzata rispetto ad un film che è stato serrato. ma comunque è una conclusione che non stona.

certo che no, il mio discorso è legato solo al pathos che trasmette, per me inferiore ad altre scene…dal finale mi aspetto sempre una “coltellata al cuore”…lo stesso Nero la sdrammatizza troppo per me…oh, son dettagli da poco, giusto per parlarne…gran film!!!

anche a me la conclusione è piaciuta, seppur sembri indefinita è davvero molto amara a pensarci bene

Un’altra perla del grande Damiano Damiani, un film teso e pessimista all’ennesima potenza con un cast tutto in grande forma da Nero e Cucciolla, da Steiner a Ferro. Ciò che mi ha colpito molto sono la freddezza e la pochezza con cui viene trattato il protagonista dal suo avvocato e perfino dalla sua famiglia che trovo veramente al limite del disgusto. Damiano Damiani se non erro compare nel film interpretando il ruolo dell’avvocato di Nero

A giugno esce il blu ray della Koch tedesca.
Audio anche in italiano e una lunga featurette negli extra.

hai chiarito il mistero della colonna sonora di Morricone?
:smiley:

Preso il bluray teutonico… a breve me lo sparo.

veramente ottima, interviste con contenuti di spessore, soprattutto quella di Enrique Bergier

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Io non concordo tanto con questa lettura; nell’ambiente borghese del finale, dove il carcere e’ ridotto a o spunto per commenti superficiali (“Anche moralmente… E’ un’esperienza umana che serve!”) o battute grevi (“cosa dicono i giornali? Che si sta male nelle carceri italiane?” (in riferimento all’incontro di Franco Nero con la ragazza in radiologia)), il massimo dell’interesse verso quella realta’ puo’ essere dettato da quello economico: nello specifico la stesura di un libro per solleticare i pruriti dei lettori annoiati: “Vanzi! Ci metta gli omosessuali!”.

Questo episodio è, personalmente, anche piu’ deprimente dello scambio di battute -appena successivo- con la figlia di Pesenti.

Ciao!
C.