Lo scalone

Questo è il link all’esemplare articolo (editoriale) di Giavazzi pubblicato sul Corriere della Sera di stamattina:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2007/07_Luglio/04/occasione_sprecata.shtml

Comunicazione di servizio: evito da sempre lo scalone, abito al primo piano.

Ottimo intervento, assolutamente condivisibile. Oggi, come star della giornata, gli affiancherei Lamberto Dini.
Sa po’ minga 'na avanti inscé…

Sempre a pag.169 del cosidetto programma di governo si legge:

“eliminare l’inaccettabile ‘gradino’ e il numero delle finestre che innalzano bruscamente e in modo del tutto iniquo l’età pensionabile, come prevede per il 2008 la legge approvata dalla maggioranza di centrodestra.”

“In claris non fit interpretatio”.

Be si sa che i sindacalisti si sono formati qui:

E’ vero che eliminare lo scalone era nel programma del governo. D’altra parte, sempre a pag. 169, come cita Giavazzi nell’editoriale, sta scritto anche:
«Con la tendenza all’aumento della vita media, l’allungamento graduale della carriera lavorativa dovrebbe diventare un fatto fisiologico».

Mi pare che, coerentemente, il governo abbia proposto la sostituzione dello scalone, con un graduale aumento dell’età pensionabile fino a 62 anni (misura a mio avviso insufficiente ma coerente col programma): i sindacati non hanno accettato.
D’altra parte i sindacati fanno, giustamente, gli interessi di chi li finanzia, cioè i loro iscritti. Tutelano quindi interessi di parte.
Il governo dovrebbe invece fare gli interessi generali del paese, che sono ben altri. Fortunatamente dall’Europa arriva qualche saggio monito. Anche all’interno della stessa maggioranza qualcuno ha cominciato a sciorinare un certo senso di responsabilità: Dini & Co, D’Alema, Emma Bonino (di quest’ultima non ci si deve meravigliare però: il suo pensiero era noto da anni!).

Direi che in questo periodo vedremo sicuramente se siamo governati da Statisti o da politici.

Il programma di governo ha una precisa valenza politica.
Servirebbe quindi una specifica ‘verifica’ tra i partiti che compongono la maggioranza per cercare una modifica compromissoria. Se la verifica sfuma le conseguenze per il Governo dovrebbero essere ovvie.

Il sindacato svolge un preciso ruolo a tutela dei lavoratori in senso generale e non tanto con riferimento agli iscritti. Partecipa attivamente alla cura degli interessi generali del Paese; del resto viene consultato dal Governo anche nella definizione di taluni aspetti dell’indirizzo politico.

Giavazzi, professore di Economia Politica alla Bocconi di Milano e co-ideatore del sito lavoce.info, ricorre alla retorica dei figli e alla comparazione asettica dei requisiti europei di pensionamento.
Pur auspicando un graduale aumento del pensionamento manterrei l’opzione su base volontaria (incentivi\disincentivi). La stessa individuazione dei lavori usuranti è ambigua e di difficile definizione.

Questa è una tua opinione.
E’ ovvio che, essendo gli iscritti dei lavoratori, il sindacato finisce col tutelare anche i non iscritti, anch’essi lavoratori (nelle fabbriche però questi ultimi non sono molto ben visti). Ti sei dimenticato comunque la tutela dei pensionati.

Partecipa attivamente alla cura degli interessi generali del Paese??? :confused: :confused: :confused: :confused: :confused:
Secondo me i sindacati hanno contribuito in modo determinante alla formazione dell’enorme debito pubblico, uno dei più alti d’Europa.
Hanno chiesto e ottenuto le pensioni di anzianità (fine anni '60, credo) e questo non mi sembra interesse generale del paese.
Avevano, addirittura, richiesto e ottenuto le baby pensioni per gli statali (ora per fortuna abolite). Si incontravano per la strada ragazze di 30-32 anni in pensione. Sono interessi generali del paese questi?

Non parliamo poi di ciò che hanno fatto nella scuola. Il discorso porterebbe OT, ma se la scuola italiana oggi è tra i fanalini di coda dell’Europa la colpa è proprio in grandissima parte dei sindacati (su questo posso argomentare).

Base volontaria o no, scalone o non scalone, l’importante è che le eventauli modifiche alla legge Maroni siano almeno a costo zero, come giustamente ha affermato Lamberto Dini.
In ogni caso le aspettitive di vita media degli italiani sono in costante aumento; andare in pensione per anzianità di servizio, già privilegio attualmente insostenibile economicamente, sarà in futuro impossibile per cause di forza maggiore.
Ci saranno sì, giustamente, eccezioni alla regola (prepensionamenti per i più svariati validi motivi) ma tra non molti anni si andrà in pensione solo per vecchiaia.

La follia del debito pubblico italiano trova principale origine nella deriva del clienterismo partitocratico. I sindacati non hanno saputo o voluto opporsi efficacentemente. Ma organi istituzionalmente deputati al controllo si sono dimostrati accomodanti (la Corte Costituzionale e la Magistratura).

Il ruolo del Sindacato è di chiara evidenza: nella tutela di interessi di parte occupa al contempo una precisa funzione nell’ambito delle relazioni industriali e in questo, anche per quanto concerne il disegno costituzionale, concorre a rafforzare gli equlibri dello sviluppo economico del Paese.
Certo concretamente tale funzione può anche essere esercitata in modo approssimativo; ma ciò non rileva riguardo alla funzione astratta del sindacato.

Il ‘virtuoso’ Dini ha occupato un ruolo di primaria importanza in Banca d’Italia (Direttore Generale) in anni cruciali per la crescita della spesa pubblica.

Mi risulta che gli organici (estremamente sovrabbondanti) del pubblico impiego siano stati concordati con i sindacati. I sindacati hanno sempre auspicato la crescita del pubblico impiego: ovviamente, visto che un dipendente pubblico in più equivale ad un potenziale iscritto in più. E la sovrabbondanza di stipendi da pagare è stata la principale causa dell’incremento esagerato del debito pubblico.

Hai fatto bene a fare una leggera retromarcia: l’affermazione che avevi fatto nel post precedente sembrava quella di un sindacalista. :smiley:
Io non ho mai detto che i sindacati sono solo negatività. In questo accanirsi contro lo scalone però, mi pare vadano evidentemente contro gli interessi generali del paese, dei giovani in particolare, per cercare di soddisfare quei 100000-200000 clienti interessati dalla legge Maroni sulle pensioni.
E tutto questo caos poi per cosa? Per evitare ad alcune persone 2-3 anni di lavoro in più!? Quasi come se lavorare fosse una tortura medievale.

Su Dini, su Montezemolo, su Berlusconi, su D’Alema, su Giordano, su Bertinotti, su Casini, su Rosy Bindi, ecc (praticamente su tutti :D), ce ne sarebbero tante da dire.
Come ho già detto nel topic “Sindacati e fannulloni” non sto lì a disquisire sui pulpiti dai quali vengono le prediche, in quanto ciò appesantirebbe i discorsi e porterebbe OT.

Pare che l’accordo raggiunto dal governo con i sindacati per superare “l’iniquo” scalone, se approvato, in sostanza avrà queste conseguenze: pantalone (leggasi i giovani lavoratori, coloro che non beneficeranno dei nuovi scalini), con un piccolo aiuto da parte dei pensionati più abbienti, dovrà pagare 10 miliardi di euro in 10 anni (circa) per permettere ad un pugno di mosche di andare in pensione un po’ prima dei 60 anni; coloro che pagheranno oggi, non riceveranno quasi niente domani (in pensione tardi con pochi soldi).

Eliminato lo scalone per i più agevoli scalini:

http://www.corriere.it/economia/08_gennaio_15/calcolo_pensioni_aad9a432-c362-11dc-b859-0003ba99c667.shtml

Ma l’introduzione delle finestre per le pensioni di vecchiaia potrebbe causare qualche problema: cessato il rapporto di lavoro c’è un vuoto di qualche mese prima dell’erogazione della pensione (quindi senza stipendio nè pensione)