L'Ultima notte di Amore (Andrea Di Stefano, 2023)

Visto stasera questo noir di Andrea Di Stefano, piaciuto abbastanza. Atmosfere da noir dileiano anni 70, con un’idea di partenza che fa tanto cose storicizzate come Il Poliziotto è marcio ma vede in Favino un protagonista sfigato che ricorda più il Mario Adorf de La Mala ordina: un mite che si trova coinvolto in faccende più grandi di lui e sfodera la grinta adeguata per tirarsi fuori dai guai. Ci riuscirà? Ovviamente non spoilero, andate al cinema. Taglio realistico lontano dalle contaminazioni western dei polizieschi nostrani di una volta, ma qualche scena d’azione e momenti trucidi li regala (una madamina accanto a me se ne lagnava col compagno; non oso pensare alla sua reazione di fronte a un Lenzi o un Gariazzo di quelli pesi), di sicuro non ci si annoia. Plot abbastanza convenzionale, colpi di scena prevedibili ma che vi devo dì… sarà la nostalgia di rivedere un poliziesco tricolore su grande schermo, fatto sta che sono uscito soddisfatto dalla visione. Attendo vostri pareri.

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Anche a me, meccanismi perfetti e ritmi esemplari…
…un’orchestra perfetta non da oscar ma quanto basta, certamente, a trascorrere (due ore, esatte peraltro) in armonia… :grinning:

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Lo vedrò quanto prima sebbene Favino mi stia leggermente sugli zebedei…

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Io invece lo andrò a vedere proprio per Favino. Da qualche anno dico “Mettetegli una pistola in mano, vivaddio!!”. Finalmente, qualcuno mi ha ascoltato. Di Stefano, già per questo, ha la mia simpatia e rispetto. Non scordiamo che Favino, deve farsi perdonare roba come i 2 film sui moschettieri, e una tripletta come “Corro da te”, “Nostalgia” e “Il colibrì”. Ti fa venir voglia di passare dalla cinefilia alla filatelia… :skull_and_crossbones::imp::face_vomiting:

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Visto ieri, piaciuto moltissimo, condivido i giudizi lusinghieri sentiti in giro. Mi ha fatto tornare la voglia di andare al cinema in Italia.
Ottimo poliziesco thriller noir interamente girato in notturna in una Milano spietata e nelle sue tangenziali , peraltro riconoscibilissime per chi come me ci è passato, vissuto, guidato.
Strizza l’occhio riuscendoci peraltro benissimo ai tanto amati polizieschi '70.
Favino non sbaglia un colpo, molto bene Di Leva , espressiva e macchiettistica la Caridi, caricaturale e ambiguo Gerardi , brava la Semino Favro carabiniere. Molto belle le riprese aeree ed il sonoro. Cattivoni Cinesi riciclasoldi credibili quasi sempre.
Finale un pò troppo risolutivo , forse inaspettato, ma per il 90% del tempo il film funziona alla grande e tiene incollato letteralmente alla poltrona. Ci voleva.

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Ha già detto tutto, o quasi, il caro BMW. Regia rocciosa, girato alla perfezione, Favino alfine assolutamente in parte. E, appunto, con la pistola in mano è fighissimo. In certi momenti notturni, oso dire che il film mi ha ricordato il miglior Michael Mann, tipo “Heat” o “Collateral”, per capirci. Unico neo : un certo abuso del dialetto stretto, calabrese suppongo. Non aiuta, oltretutto, il sonoro in presa diretta. Che purtroppo, nel 2023, nel cinema italiano costituisce ancora un problema. Ma non cerchiamo il pelo nell’uovo: il noir di qualità, da sala cinematografica, in Italia si può fare. Di Stefano, lo ha dimostrato… :+1::+1::+1::+1::+1::+1::tada::tada::tada::tada::sunglasses::sunglasses::sunglasses::sunglasses:
P.S. Solo a me, certe musiche, parevano “alla Stelvio Cipriani”? Ed è un complimento… :blush:

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Confermo quanto detto dagli illustri “colleghi”. Film molto bello, e Favino, per una volta, l’ho sopportato. Comunque, anche a me ha fatto un po’ storcere il naso certi dialoghi in Calabrese, talvolta non riuscivo a capire cosa dicevano. Film da vedere, in somma, possibilmente in una bella sala cinematografica.

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Visto ieri al cinema, soddisfattissimo della visione. Funziona praticamente tutto.

Un dettaglio: su alcuni dei dialoghi in calabrese sarebbe stato opportuno sottotitolare.

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Mi fa piacere che venga rilevata questa cosa, della scarsa comprensibilità di alcune battute in dialetto. Vuol dire che non è un problema, o presunto tale, mio. Quando uscirà in br, tali dialoghi mi saranno più chiari, grazie alla presenza di sottotitoli. Ad ogni modo, questo di Di Stefano nel panorama italiano attuale, solitamente deprimente, mi pare davvero un UFO. Complimento migliore, non mi viene in mente … :heart_eyes::heart::ok_hand:

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Non si può certo gridare al miracolo, ma il film regge bene e non annoia mai, nonostante ci siano tutte le premesse per una storia trita e ritrita. Probabilmente merito di regista e (ottimi) attori (Favino per me si conferma il miglior attore italiano del momento), ma anche grazie ad una colonna sonora che “avvolge” il film per tutta la durata. Spacca la ripresa inziale a volo d’angelo su una Milano “sberluscenta” (così facciamo il pari col calabrese) come ormai siamo abituati a vedere, ed emozionante vieppiù la scena finale. A Milano diremmo “inscì veghen…”

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Bel film, ma credere che un uomo di 53 anni, tanti ne ha Favino, possa andare in pensione oggi come oggi mi pare fantascienza.

Beh, ha cominciato a lavorare a 20 anni. E in polizia. Mica come muratore. Quindi, la cosa è plausibile… :sunglasses::v:

Io sono trent’anni che faccio l’infermiere, ho 60 anni, e ancora non vedo vie d’uscita. Troppo bassa la pensione! :frowning:

Infermiere, appunto. Non sei considerato “servitore dello Stato”. In ogni senso, nel bene e nel male… :grimacing::wink::roll_eyes:

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Se non ricordo male i carabinieri possono decidere di andare in pensione con 33/34 anni di servizio. Probabilmente vale anche per i poliziotti. E l’ Amore del film si sarà fatto i conti bene. Avrebbe venduto a 5x il prezzo che la aveva comprata l’abitazione milanese e sarebbe tornato al paesello in calabria dove immancabilmente la moglie avrebbe già avuto sicuramente “un pò di terra” (Ettari ed ettari a olio, vino e frutta e rivendere i frutti che avanzano in nero agli amici) e avrebbe campato di rendita per i successivi 100 anni. Se a questo ci aggiungi qualche extra più la cifra che scuce alla fine al cinese…

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Prima di tutto segnalo agli admin che si trova in ottimo master su Prime.

Una gioia per gli occhi. Un noir che omaggia in ogni fotogramma la trilogia del milieau di Di Leo e che fa respirare a pieni polmoni l’atmosfera dei ‘70 grazie alla colonna sonora che, prima di leggerne l’ autore, avrei giurato fosse dei Calibro 35.
Favino è un grande ma questa non è una novità. La novità è Di Stefano che, oltre a dirigere benissimo, è l’autore di questo soggetto che pur non essendo originale riesce a farlo apparire tale.
Grande anche il finale aperto con l’ombra che si staglia dal finestrino.
Promosso senza se e senza ma.

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Un’aggiunta. Vi siete lamentati in tanti delle battutte incomprensibili in calabrese. Io un po’ di dialetto meridionale in senso ampio nelle orecchie ce l’ho ma ho fatto una fatica bestia a capire alcuni passaggi. Mi sentirei di dire che è proprio il suono in presa diretta che è orrendo ed in fatti mi scappavano anche alcune battute in italiano quando sussurravano.

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Tale impressione, rivedendo il film in br, l’ho avuta anch’io. Il sonoro in presa diretta, è un problema in Italia da sempre. Mai capito esattamente il perché. Sarà che la maggior parte dei registi, ha sovente ragionato con “Tanto che ci frega, poi aggiustiamo tutto col doppiaggio”. Così, le colonne audio originali avevano un valore secondario. E il livello professionale, per riguarda la registrazione, di conseguenza non è mai stato elevato. Con le conseguenze che possiamo vedere, anzi sentire, nell’anno di grazia 2023… :grimacing:

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