Titolo: Mai Stati Uniti
Regia: Carlo Vanzina
Anno: 2013
Paese: Italia
Genere: Commedia
Cast: Anna Foglietta, Ambra Angioini, Vincenzo Salemme, Ricky Memphis, Giovanni Vernia, Maurizio Mattioli
Produzione: Lucisano/IIF/RAI
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Mai Stati Uniti è una rappresentazione plastica del cinema più recente dei Vanzina. Prosegue la linea di condotta del precedente Buona Giornata, ovvero l’idea di una commedia all’italiana più sobria e misurata, cinema della “maturità”, dei buoni sentimenti, per famiglie.
Carlo Vanzina di mestiere ne ha da vendere, ed il film si fa senz’altro apprezzare per la fotografia e le immagini. Gli scenari naturali aiutano parecchio, uno sguardo dentro l’America più verace, iconica e profonda; tuttavia anche tanta bellezza bisogna saperla riprendere e valorizzare, e Vanzina lo sa fare. Le locations scelte sono una più suggestiva dell’altra, e con la nitidezza del bluray si può davvero quasi sognare di essere ai piedi del monte Rushmore, inghiottiti dalle gole del Grand Canyon o tra le mille luci tentatrici di Las Vegas.
Il grosso limite del film è a mio parere la caratterizzazione dei personaggi, vistosamente macchiettistica e superficiale. Gli attori si dedicano generosamente a delineare i rispettivi tratti comportamentali, ma nel farlo ottengono addirittura il risultato di amplificare la vuotezza della sceneggiatura, mettendo ancor più in risalto quanto, oltre il cabarettismo della loro interpretazione, non ci sia altro. Ambra Angioini è iperansiosa, la sua fisicità centrifuga sempre in movimento, condita da faccette e mossette, è estenuante. Giovanni Vernia (l’ineludibile dazio da pagare alla comicità televisiva) tenta la strada di un Jim Carrey all’italiana, ma nella maggior parte dei casi è pesante (anche se l’imitazione di De Niro fa ridere). Anna Foglietta trova una miracolosa via di mezzo; schiettamente comico, il suo personaggio, ancorché stupidello, sta più in piedi di quello pretenzioso della psicolabile Ambra (il personaggio non lei). Ricky Memphis fa poco e niente, siamo al minimo sindacale, credo più per difetto del copione che dell’attore, che non sarà Laurence Olivier ma insomma, un po’ meglio di così si. Discorso che si può tranquillamente estendere a tutto il resto del cast. In questo contesto, Salemme è titanico, grazie al mestiere con la M maiuscola che tira fuori ad ogni ciak. Citazione a latere anche per l’eterno Maurizio Mattioli, che praticamente interpreta se stesso e proprio per questo non sbaglia una battuta.
Alla fine si rimane con un senso di incompiutezza, esattamente come per Buona Giornata; il film è carino, a tratti divertente, ma l’impressione è che sarebbe potuto essere molto molto di più se si fosse curato storia e personaggi tanto quanto la fotografia. Pensare di risolvere tutto affidandosi al nome degli attori è decisamente infelice. Il finale poi è sbrigativo e tirato via.
Dvd che come comparto extra conta: un breve e poco interessante backstage, le papere, il trailer e scene tagliate.