Man on High Heels (Jin Jang, 2014)

Curioso questo film coreano che ha per protagonista un giovane poliziotto durissimo, spietato, rispettato e temuto dagli stessi gangster, che in una scena alquanto pirotecnica a inizio film vediamo sconfitti, malmenati e massacrati praticamente a mani nude – e sono i primi dieci minuti – ma poi si cambia registro e, quasi con una deriva almodovariana, ecco il nostro eroe alle prese con i suoi tormenti di aspirante transessuale, a farsi iniettare ormoni in una strana e dubbia clinica, e poi a indugiare in sofferti ma anche dolci e commoventi flashback alla “Chiamami col tuo nome” (uso questo paragone forse a caso, dato che non ho visto il film di Guadagnino – ma insomma ci siamo capiti).

E così, la storia prosegue su questi 3 binari: poliziesco/gangsteristico con scene anche molto violente, flashback coming-of-age, e un terzo piano di ombre/tormenti di travestitismo e oltre – e devo dire che questo filone appare quello più interessante ma sembra anche quello meno sfruttato; e alla fine è tutto abbastanza canonico, voglio dire che è canonico ogni filone preso a sé, ciò che è originale è magari il mix.

Non lo definirei un film del tutto riuscito, ma mi ha spiazzato un po’ l’andamento – oltre che il tono - e più di una volta mi sono trovato a chiedermi dove si volesse andare a parare; infatti il finale dolciastro è quanto di più prevedibile e proprio per questo non l’avrei mai previsto.

Sufficienza piena e mezzo punto in più di incoraggiamento, dai.

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devo dire che col primo paragrafo me l’avevi già venduto. leggendo il resto mi è proprio andata la catena fuori dalla corona…

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E probabilmente io l’ho comprato per gli stessi motivi; tuttavia il film ha i suoi momenti - momenti su cui io avrei spinto di più, ma ne sarebbe uscito fuori un prodotto totalmente diverso e non necessariamente migliore.

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