Mank (David Fincher, 2020)

Fincher è sicuramente un regista che mi piace, da Se7en a The Social Network, Zodiac, Fight Club, Panic Room, The Game, Benjamin Button. Qui ha deciso di affrontare il soggetto di Herman J. Mankiewicz, co-sceneggiatore assieme a Welles di Citizen Kane. È un film fatto molto, molto bene, girato in bianco e nero e in maniera molto particolare, montato altrettanto bene, con musiche d’epoca (fatte solo con strumenti analogici) composte da Trent Raznor & Atticus Ross (Nine Inch Nails), attori come Gary Oldman & Amanda Seyfried bravissimi. Il problema è il film è un falso clamoroso, che perpetua una balla sparata dalla famosa critica USA Pauline Klein nel 1971 col suo articolo Raising Kane:

In cui sostanzialmente dice che il merito di Kane è tutto di Mankiewicz e Welles era solo un fenomeno da baraccone miracolato da altri. Questo odio verso Welles da parte dell’establishment americano non si è fermato nemmeno con la sua morte, anzi prosegue senza fine fino a questa opera di Fincher, basata su una sceneggiatura di suo padre buonanima. Fortuna che stanotte Hollywood ha fatto un pochino ammenda, Mank aveva il più alto numero di nomination, s’è portato a caa solo 2 Oscar tecnici (più che meritati, peraltro). Per chi abbia voglia, consiglio questo articolo:

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