Maria (Pablo Larrain, 2024)

L’ultima settimana di vita di Maria Callas (Jolie) a Parigi. Vive quasi isolata dal mondo esterno solo in compagnia dei suoi fedeli servitori: il malandato Ferruccio (Favino) e Bruna (Rohrwacher) più i suoi due cagnolini. Inappetente (passa giorni senza mangiare) e, soprattutto, dipendente da una miriade di medicine tra cui il Mandrax (noto anche come Quaalude): un potente sonnifero (ma è anche un antidepressivo) usato per la sua insonnia cronica che si fa arrivare clandestinamente dalla sorella Yakinthi (Golino). In tutto questo si immagina di farsi intervistare da un giovane ed efebico giornalista chiamato guarda caso Mandrax (Smit-McPhee) con cui va in giro per Parigi in compagnia di un operatore (Madsen che somiglia molto a SWAT!). Alternati alla storia cornice vediamo, in bianco e nero, importanti fatti dalla sua vita tra cui l’incontro con Onassis (Bilginer).

Complessa co-produzione fra Italia, Germania e Stati Uniti, molto ricco produttivamente, non si può dire un film particolarmente riuscito. Si vede che la protagonista si è preparata a dovere (impressionanti movimenti di labbra che fa durante i primi sei minuti quando viene ripresa in primo piano mentre canta l’Ave Maria dell’ Otello di Verdi), ma non riesci a credere neanche per un secondo che possa essere una cantante lirica; certamente il mestiere c’è tutto (dopo 30 anni vorrei vedere). Il problema è che la Callas era una donna di fortissimo temperamento mentre alla Jolie sembra che tutto le passi sopra. Poi c’è il fattore lingua. Il film è recitato totalmente in inglese, ma sappiamo che la Callas parlava almeno quattro lingue tra cui la nostra. Dunque in compagnia di due italiani avrebbe dovuto parlare comunque italiano, ma se nelle scene in cui c’è lei possiamo passarci sopra (evidentemente era troppo chiedere ciò a un’attrice americana), è imperdonabile che in una sequenza in cui parlano tra loro Favino e Rohrwacher anche loro si esprimono in inglese (però, chissà perché, in una scena ambientata in un caffè, Favino si rivolge al maitre del locale parlandogli in francese). Ovviamente quando incontra la sorella sempre in inglese parla. E poi, diciamocela tutta, Angelina Jolie è troppo famosa. È una diva che interpreta una diva. Non ti ci identifichi mai nel personaggio. Vedi solo l’attrice.

Il film è già disponibile in quanto negli Stati Uniti è passato direttamente su Netflix.

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