Maria Schneider racconta i retroscena del capolavoro del regista italiano
E sulla famosa scena erotica rivela: “Mi sono sentita quasi violentata”
“Il burro? Bertolucci mi ha ingannato”. Parla la star di Ultimo Tango a Parigi
La star di Ultimo Tango a Parigi racconta i retroscena del film che nel 1972 la rese, appena ventenne, il sex symbol di un’intera generazione. Sulla celebre scena erotica: “Fui ingannata da Bertolucci. Quella scena non volevo farla e mi sono sentita quasi violentata. Sì, le mie lacrime erano vere”
Vabbè, manco l’avessero sodomizzata davvero… a volte “quelli del cinema” fanno ridere, da quanto le sparano grosse.
Forse non è stata “sodomizzata davvero” ma comunque è stato sempre un abuso. Un abuso, secondo me, non fa mai ridere.:pissed:
“L’ingroppata è artistica”; così affermava Noiret nell’episodio La cavalcata 8Il comune senso del pudore).
Sticazzi…Piuttosto sapete che il Maestro Moretti presto sodomizzerà Isabella Ferrari?
maestro del far godere opossum per interposta persona, parrebbe.
None…La Ferrazza mi pare troppo vissuta…E devo ancora vedere Amatemi.
Abuso di che? Ti pare che Bertolucci e Brando l’avrebbero immobilizzata a terra e le avrebbero calato le brache a forza davanti alla mdp? Siamo seri. Probabilmente quella scena non voleva farla, ma dubito che il copione non lo prevedesse e che lei non ne fosse stata messa al corrente. Che poi mica ci voleva tanto a utilizzare una controfigura, al limite. Molte attrici nei 70 facevano le bizze al momento di spogliarsi, ma alla fine capitolavano. Non prenderei troppo sul serio le affermazioni della Schneider; se proprio non avesse voluto fare quella scena poteva rifiutarsi e stop. Parliamo di un film di Bertolucci, mica di uno snuff girato a Tijuana.
Sono ragionamenti un po’ banali. Non dico di fare la persecuzione tipo Polansky in America ma, appunto, siamo seri, perché rifiutarsi a prendere sul serio una donna che parla di essersi sentita umiliata?. Forse rifiutarsi a uno come Bertolucci non è facile se sei una debuttante di 20 anni.
Io a vent’anni un panetto di burro dove non batte il sole non me lo sarei fatto infilare manco se me lo avese chiesto Fulci in persona. Evidentemente il suo tornaconto la Schneider l’ha avuto; se poi s’è sentita umiliata ribadisco che poteva tirarsi indietro. Seguendo il tuo ragionamento certamente meno banale del mio, pure Janet Leight avrebbe potuto rifiutarsi di fare la scena della doccia in Psyco perchè spogliarsi davanti alla mdp la metteva a disagio, e non avremmo avuto una delle più grandi sequenze thriller di tutti i tempi. Comunque ognuno creda a quello che vuole; se ti fa pena la Schneider mandale un telegramma di solidarietà assieme ad una copia di Paranoyd, son sicuro che apprezzerà.
Premesso che io non avrei mai nessun problema col infilarmi del burro, ti dico solo che spero che non ti tocchi mai sentirti umiliato, eh si, ognuno faccia caso solo alla sua sensibilità e creda a quello che vuole. Il telegramma con la copia di Paranoyd non lo posso mandare, non ho l’indirizzo e oh sorpresa!nemmeno la copia di Paranoyd.
…come ti è già stato ampiamente detto non può esservi stata, tecnicamente, alcuna violenza giacchè la scena de quo (come potrai constatare anche tu, rivedendo il dvd o la vhs) è intuitiva e non reale…
…se poi l’Attrice ha avuto imbarazzi di tipo psicologico, sentendosi umiliata o violentata, non ti pare che il tutto esca fuori a scoppio ritardato ?..:rolleyes:
beh sai, il mutuo da pagare, poi con l’euro è difficile superare la terza settimana del mese… i panetti di burro ora non glieli vuole infilare più nessuno… dovrà pure campare dignitosamente con qualche scoop!
…reputo le cose stiano, squallidamente, proprio così…
Sbaaavvvvvvvvvv!!! Supersluuuuurpppppppppppppppppppppp!!!
Il burro è la mia passione!!!
Potrei morire abboffandomi di burro io…
Torno giusto ora dalla spesona al Super e va che mi son fatto cinque o sei panetti di Lurpakko, il burro danese leggermente salato (gustosissimo ma al contempo estremamente delicato), che mi fa del tutto impazzire e che io non mi fo mai mancare in grandi quantità nella mia non spoglissima dispensa.
Sulle penne, sui tortiglioni, sui bucatini, sulle tagliatelle, sugli spaghetti, sulle farfalle, sulle conchiglie, sui ravioloni, sul davanti, sul didietro, a tergo e a latere me lo fo!!
Liscio, a riccioletti, fritto, soffritto, con la salvia, al naturale , all’innaturale, spalmato, disteso, colato, dorato, brunito, servito, guarnito, lucupletato (certo!, lo si può dire pure per il burro) e pure un poco inchiappettato.
Comunque son contento che una volta tanto si parli di qualcosa di serio, pregnante, assolutamente cinefilo e del tutto in linea con quelle che sono le reali esigenze nonché necessità di un uomo che sappia vivere a fondo il proprio tempo, i propri vizi, le proprie libidini, le proprie debolezze e tutte quelle robe là insomma che dicono sempre alla televisione.
Per andare poi leggermente off-topic (per una volta, concedetemelo) mi sorprendo di come nessuno qui abbia messo in giusta luce le indubbie comunanze e i richiami semantici spintissimi fra il nobile alimento e la fisicità della signora Schneider.
Sta appunto tutta lì la grande intuizione registica da cui esplode, dolorosissimo, quel senso di grandissima prostrazione psicologica che la Maria per sempre soffrirà.
Ma non carpite?
Ma non intuite?
Ma non vi capacitate?
La donna col fisico burroso per eccellenza (quel genere di voluttuosa, generosa e non tesissima femminilità insita nelle curve leggermente traballanti e semi-sospese della gloriosa attrice) costretta- seppur nella finzione - ad ingurgitare parte del proprio elemento costitutivo in un atto di sfrenato ed osceno cannibalismo erotico.
Burro mangia burro.
Sommo delirio, immane eresia, sublime peccato.
Stasera me ne fo una ricca scorpacciata!!!
L’umiliazione tocca a tutti, prima o poi. Mai fatto il militare? Mai dovuto presentarti ad un colloquio di lavoro/esame? Così è la vita. Alla Schneider non è andata neanche male, una bella imburrata e zac! E’ entrata nella leggenda. Quel che non riesco a digerire (eh, sì, mi sa che a Marcello chiederò in prestito il panetto di burro testè comprato, dicono aiuti) è l’affermazione della diretta interessata, secondo la quale Bertolucci l’avrebbe ingannata. Corbezzoli e perdindirindina! Le hanno dato da leggere un copione cut? Non sapeva che avrebbe dovuto girare quella scena? Fatico a crederlo. E fatico ancor di più a credere che al momento di girare la scena in questione le abbian puntato un revolver alla tempia, mettendola di fronte a scelte drammatiche (“o il burro o la pelle. Scegli!”). Magari considerava più umiliante un futuro da impiegata alle poste, di fronte all’alternativa di diventare una star imburrata. E magari non si differenzia dalle tante attricette anni 70 che al momento di spogliarsi facevano le schizzinose, pur sapendo che era previsto dalla sceneggiatura (Cesare Canevari ha tanti gustosi aneddoti al riguardo). Burro, burro, la voglia di fama è un delicato sussurro…
Per me il vero “scandalo” (se di questo si può parlare) è che sia stata pagata solo 5000 dollari…
Sempre che sia vero…
Pienamente d’accordo; coi prezzi attuali del burro mi sembra un compenso vergognoso. Ma chi l’ha detta, 'sta cosa? La Schneider?
Sì, nell’intervista linkata:
“Non ho ancora perdonato Bertolucci per il modo in cui mi ha trattata e anche quando l’ho incontrato a Tokyo 17 anni fa l’ho ignorato. Lo ricordo ancora bene sul set. Era grasso, sudato e ci ha manipolati, sia Marlon che me. Alcune mattine sul set era molto gentile e salutava, altri giorni non diceva niente, solo per vedere le nostre reazioni. Io ero troppo giovane e ingenua. E sfruttata. Per il film mi diedero solo 5mila dollari”.