Finalmente approdato anche in Italia il nuovo, attesissimo, film di Sofia Coppola. Dopo una accoglienza decisamente tiepida a Cannes il film esce in praticamente tutte le sale d europa, tranne in Italia. Fortunatamente meglio tardi che mai.
Posso dire con tutta sicurezza che il film è uno di quelli da me più attesi in tutta la stagione. A fine visione esco con un sentimento che sta a metà tra l estasiato ed il parzialmente deluso. La coppola riscrive la storia di Maria Antonietta in chiave ultra pop, dove i veri protagonisti del film sono i colori che spaziano dal pastello dei continui cambi di abito di Kirsten Dunst e le sue servitrici, a colori più caldi e autunnali che ricordano tanto Barry Lindon, quando vengono fotografati gli esterni, stupendi, di Versailles. Il film si basa quasi completamente sull aspetto visivo, un iimmagini, un caleidoscopio coadiuvato da una colonna sonora decisamente rock e dura. Se l occhio vuole la sua parte qui ci siamo decisamente. Cosa non va allora?! La coppola in Lost in Translation sperimenta ed utilizza un linguaggio parzialmente nuovo per descrivere un misto di sentimenti, amore, trasgressione, noia, ribellione, che ritroviamo anche in Maria Antonietta. L intero film è pervaso da queste sensazioni che spesso convivono e che vengono mostrate attraverso un uso ultra barocco di immagine e colore. In lost in translation invece per distillare amore e trasgressione era sufficiente una parrucca fuxia indossata per andare ad una serata di karaoke. Quello che viene esasperato in Maria Antonietta è tutto in poche immagini di Lost in translation. A voi seguitare il ragionamento.
Ovviamente tutto imho.
visto ieri e mi è piaciuto molto. anche io ho notato similitudini con lost in traslation. le pause, i momenti privati, certi dialoghi che possono apparire come inutili ma che invece danno un senso di realismo che nella maggior parte dei film manca. ad esempio in lost in traslation trovavo perfettamente reali e plausibili i momenti di noia dei protagonisti e i dialoghi (vedi quello di bill murray al telefono con la moglie). in maria antonietta le ore di svago a le petit trianon e i dialoghi (o non-dialoghi, vedi quando rivolge la parola a madame du barry). però in questo film i momenti estremamente realistici sono compensati dalle musiche e dagli abiti, le prime decisamente ottime e indovinatissime anche se immagino spiazzanti per uno spettatore “tradizionale”, (come potrebbe essere mia mamma ad esempio…), gli abiti sgargianti e forse sopra le righe. la figata, quasi subliminale è l’apparizione di un paio di all star in mezzo alle altre scarpe “d’epoca”, per una frazione di secondo! ti lascia shockato per qualche minuto!. Questa cosa, come ho già letto in una recensione, conferma e rende esplicite le intenzioni della Coppola che non erano quelle di fare un film storico tradizionale. Positivo il fatto di fare soltanto intuire la rivoluzione, tanto si da’ per scontato che tutti sappiano come andrà a finire (un po’ come oliver stone non ha fatto vedere gli attentati alle torri, parallelo azzardato ma non troppo credo…).
Quindi plaudo alla Coppola che in pochi film ha trovato uno stile suo personale ed originale, prevedo dei bei film anche per il futuro.
Nota: le musiche originali, solo pianoforte (molto belle tra l’altro) sono state realizzate da Dustin O’Hallaran, metà dei Devics, gruppo indie americano ma ormai stabile in Italia. Lui infatti vive a Lugo.
La colonna sonora in questo caso è un esempio di come, per una volta, non sia solamente accompagnamento musicale, ma parte integrante dell immagine. Niente sarebbe stato uguale senza canzoni del genere sotto. Tutto stupendo, mi ripeto, ma certo un po ruffiano e forse macchinoso.
Ci andrò stasera con una mia amica che si chaiama, ironia della sorte, Maria Antonietta. Non mi aspetto granchè da questa sopravvalutata regista, ma neanche entro al cinema con i preconcetti. A risentirci.
non sarà alfred hitchcock, ma nemmeno cinzia th torrini… (che cazzo vuol dire poi TH…)
A me è piaciuto, tornano le atmosfere della regista, in una serie di cose “non detto”, momenti di pausa ecc, come ha fatto notare Johnny.
Le musiche le adoro (gang of four, new order, adam & the ants, cure, siouxsie, ecc), le messa in scena me l’aspettavo un pò più surrelae, al di là delle all star non ci sono troppi elementi destabilizzanti, ma forse è meglio così, queste cose le aveva già fatte Derek Jarman (idolo).
Johhny, ma hai iniziato ad andare al cinema tutti i giorni? Io non ti sto più dietro!
quei “bastardi” dell’UGC mi fanno i biglietti di sconto ogni volta quindi sono “costretto” ad andare, in più ho la tessera che dovrò spfruttare entro un tempo limite (se continuano a farmi gli sconti però non la posso usare perchè non mi conviene, quindi è un cane che si morde la coda… alla fine dei giochi sono sempre al cinema).
cerco di alternare film cazzoni con film più seri. solo che questa settimana i primi sono finiti… ahimè.
mi scuso umilmente con la direzione per l’off-topic ma sono stato tentato dal diavolo nascente.
Non mi aspetto granchè da questa sopravvalutata regista, ma neanche entro al cinema con i preconcetti. A risentirci.
Si, non sarà Hitchcock, ma chiamarla sopravvalutata mi sembra esagerato. Per svariati motivi, primo dei quali ovviamente la qualità delle sue opere, delle quali si è gia discusso a lungo, e comunque non è questa la sede per farlo (apriamo un altro topic se vogliamo parlare degli altri film). Altro motivo è per esempio le critiche tutt altro che entusiasmanti che sta ricevendo M.A. in giro per il mondo. Se questo è sopravvalutare un regista.
Nummèppiaciuto. Troppo sovraccarico di paccottiglie scenografiche. Il suo essere a meta’ tra il ‘‘film in costume tradizionale’’ e l’esperimento moderno, per me, non gli ha giovato. Un plauso, però, all’originalità e al coraggio della regista. Belle anche le musiche, come in ogni film della Coppola.
Kirsten Dunst deliziosa.
Sapete che la Coppola propose ad Alain Delon il ruolo di Luigi XV?
Passo falso per la grande Sofia Coppola: peccato, mi e’ piaciuto molto Il giardino delle vergini suicide, e come certamente saprete sono innamorato di Lost in translation. Dopo un film cosi’ e’ difficile ripetersi. Sarà per la prossima volta, ho molta fiducia Sofia, buon sangue non mente!