Marquis de Sade: Justine - ovvero le disavventure della virtù (Jess Franco, 1969)

Segnalo il film del 1969 JUSTINE OVVERO LE DISAVVENTURE DELLA VIRTU che ho in dvd nella versione integrale e restaurata della Eurociné.

Un bel film. 1.58 minuti di puro divertimento al luna park dei generi cinematografici dove tutto funziona anche la protagonista R.Power.

Paragonato con la copia trasmessa in tv pochi i tagli censori dato che il film non è propriamente un erotico. (Praticamente mancano tutte le scene, a volte solo dei flash, dove Romina mostra il seno.).

Un po’ perplesso dal finale con quel pistolotto morale che chiude la storia che è sicuramente uno sberleffo del regista. Ma per colpa sua credo che il Divin Marchese si stia ancor oggi rivoltando nella tomba.

Onestamente il finale filmico non lo rammento, per dire quanto mi sia rimasto impresso. Sicuramente quello letterario aveva il suo perchè, dal momento che illustrava la filosofia materialista e pessimista del Marchese. In linea di massima un gran bel film, comunque; Palance nei panni del libertino è impagabile.

E’ il dvd Anchor Bay?

Uscito in dvd italico per la DNA http://www.amazon.it/Justine-Ovvero-Disavventure-Della-Virtu/dp/B00CDGKV9O/ref=wl_it_dp_o_pC_nS_nC?ie=UTF8&colid=Y6QJYEKDGPB1&coliid=I2NC3HU1WEZ1KN

Qualcuno l’ha preso o visionato? Notizie su qualità e integralità del master?

Ecco il dvd DNA:

Audio ITA-ENG 2.0
Sottotitoli ITA
Video 1.66:1 16/9
Durata 1h58m38s
Extra -

La traccia audio italiana ha dei buchi e viene sostituita da quella francese con i sottotitoli che si attivano automaticamente

l’ho preso anche io… almeno è la versione integrale.
quello che risulta strano è perché, se la traccia originale è quella inglese, durante i buchi dell’ita ne parte una francese…
il magico mondo DNA :smiley:

ieri sono riuscito a vedere tutto il dvd…
la qualità del master è decente, come è possibile vedere dagli screen postati da Xtorm. tuttavia a volte la qualità cala e l’immagine presenta qualche problema. per fortuna si tratta di momenti sporadici.
cmq, alla fine un disco che si lascia guardare… il film paradossalmente è il meno sadiano del regista, tutto giocato su toni comici e grotteschi. non lo dico da detrattore, perché cmq il film continua a piacermi e anzi lo considero uno dei più sottovalutati -ingiustamente- di Franco.
tuttavia è tirato in ballo un romanzo epocale come Justine, quindi chi si imbatte in questo film sperando di trovare anche solo un barlume della vera essenza di Sade… non può che restare deluso.

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Ieri, dopo tanto tempo, ho rivisto il film “Marquis de Sade: Justine” (1969), prodotto e scritto da Harry Alan Towers, e sono rimasto inorridito dalla mediocrità della sceneggiatura. I critici spesso criticano la mancanza di espressività dell’attrice e cantante Romina Power (figlia del celebre Tyrone) e minimizzano problemi ben più gravi. Citerò una scena per illustrare il mio punto.

Dopo essere fuggita da una banda di criminali guidata da Madame Dubois (Mercedes McCambridge), Justine viene rapita e colta in stato di incoscienza da un pittore di nome Raymond (un personaggio assente nel romanzo originale del Marchese de Sade). Al risveglio, qualche giorno dopo, Justine dice a Raymond che non può stare a casa sua perché non ha modo di pagarsi il soggiorno. Se Raymond fosse un personaggio creato da Sade, avrebbe detto a Justine che avrebbe potuto pagarlo soddisfacendolo sessualmente, ma in realtà è un personaggio creato dalla mente mediocre del produttore inglese Harry Alan Towers, e quindi dice a Justine che può ricambiare il favore posando come modella per i suoi dipinti. Lei accetta, e Towers distorce la moralità del personaggio originale di Sade: a un certo punto, Justine si spoglia e si sdraia sul letto affinché Raymond possa dipingerla nuda! Lui rifiuta, la copre con un mantello e le fa una “commovente” dichiarazione d’amore. I due si innamorano. Raymond è un personaggio virtuoso, così come Justine (cosa impensabile in un’opera di Sade). Inoltre, proprio all’inizio di questa imbarazzante scena, Franco mostra un primo piano di un crocifisso nella casa di Raymond. In altre parole, è virtuoso perché è un vero cristiano.

Non so se Franco fosse considerato uno dei registi più pericolosi dalla Chiesa cattolica prima o dopo questo film, ma se lo fosse stato prima, il Vaticano avrebbe dovuto annullare la condanna di Franco, dato che ha diretto questo adattamento distorto (e moralizzatore) di una delle opere più famose e controverse del Divino Marchese. Buñuel si sarebbe vergognato se avesse visto questo film.

Dissento fortissimamente. Era una persona che ha avuto le sue debolezze (pagate a caro prezzo), ma aveva una mente estremamente brillante e creativa. Ti consiglio, tra l’altro, di leggere la sua autobiografia.

Concordo invece con il resto. Il film non funziona assolutamente, soprattutto come film “sadiano”. Ma questo è dovuto, come accade spesso, alle circostanze produttive (Towers produceva con i soldi americani, e la committenza Usa, si sa, non autorizzava particolari trasgressioni). Pensiamo al De Sade cormaniano, anch’esso nullo come film tratto da De Sade.

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Towers fu per molti versi un cialtrone, e un gran porcello (cosa purtroppo comune a vari produttori, anche in tempi recenti.:relieved_face:Rileggersi comunque la testimonianza di Bruno Mattei, sul vecchio dossier by Nocturno). Ma, e qui mi accodo a Mastro Napoli, finanziò non pochi film che mi piacciono. Fra questi, vari Franco d’annata e di pregio, incluso quel gioiello di “Paroxismus”. Insomma, i cinefili gli devono un minimo di affetto e gratitudine, a prescindere dalla sua vita privata.:victory_hand::smiling_face_with_sunglasses::cocktail_glass:

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porcello nel senso dei processi a suo carico per sfruttamento del meretricio?ah nonche’ marito della bionda maria rohm..comunque condivido ,mi piacciono parecchio i film dell’accoppiata towers-franco,anche perche’ i due simpaticoni avevano ingaggiato spesso la meravigliosa rosalbona

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Porcello nel senso di un Harvey Weinstein. :face_with_open_eyes_and_hand_over_mouth:Del suo lato da pappone, non sapevo. Ma non sono stupito. Sposarsi con la Rohm? Probabilmente il suo più alto traguardo personale, fuori dalla produzione dei film.:+1::wink:
P.S. Si va OT, ocio.

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La filmografia di Harry Alan Towers è deludente e lo considero uno dei peggiori produttori con cui Jess Franco abbia mai lavorato.

Rivedendo “Marquis de Sade: Justine”, ciò che mi ha infastidito di più è stato il messaggio finale del film: il produttore e sceneggiatore Harry Alan Towers ha completamente stravolto la filosofia del Marchese de Sade (e ha avuto persino il cinismo di includerlo come personaggio del film, oltre a mettere il suo nome nel titolo).

Nella scena finale, Towers distorce ancora una volta la caratterizzazione del personaggio originale di Sade: dopo essersi riunita alla sorella Juliette, ora ricca e sposata con un aristocratico e ministro del Re, Justine le dice di capire che la virtù porta solo infelicità e che, se sopravvive, intende comportarsi diversamente, ma la sorella non è d’accordo e afferma che, con la sua vita dissoluta piena di vizi e ricchezze, ha sentito un grande vuoto esistenziale e che ora intende compensare la sorellina infelice accogliendola nella sua casa di campagna. Poi, Franco ingrandisce un dipinto religioso e sentiamo una narrazione che afferma che solo la virtù porta felicità e che se Dio permette la sofferenza dei giusti, è per ricompensarli nel regno dei cieli con la salvezza eterna. Infine, vediamo Justine che cammina con il suo “principe azzurro”, Raymond (un personaggio ovviamente assente dal romanzo originale di Sade).

Niente giustifica questo. È comprensibile che un film ad alto budget prodotto alla fine degli anni '60 non potesse mostrare scene ad alto contenuto erotico, ma cosa impedì a Towers di essere fedele all’ateismo e all’anticlericalismo della filosofia del Marchese de Sade? Buñuel attaccò la Chiesa e dimostrò l’inutilità della carità cristiana in “Viridiana”, un film spagnolo uscito nel 1961 (immagino cosa avrebbe pensato Buñuel di Franco se avesse visto Justine). A mio parere, il produttore di “Marquis de Sade: Justine” avrebbe dovuto essere Serge Silberman, lo stesso produttore che aveva lavorato con Franco a “Attack of the Robbots” (una satira dei film di spionaggio che certamente non aiutò la reputazione di Franco presso i critici cinematografici dell’epoca).

Dopo quest’affermazione, che trovo priva di ogni fondamento, ogni replica è inutile. Spero che il mio amico Zardoz inorridisca anche lui di fronte a cotanta assurda generalizzazione.

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Io dico solo che, insieme allo svizzero Erwin Dietrich, Towers fu il miglior produttore che Franco ebbe durante la sua lunga e colorita (nonché discontinua, come sappiamo bene…:smiling_face:) carriera. Basta riguardarsi i titoli che l’inglese gli finanziò, per capirlo. Il resto, è silenzio.:face_without_mouth::relieved_face::wink:

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Credo che il gusto personale non debba essere motivo di insulti personali. Se qualcuno qui dice che il produttore Harry Alan Towers è stato un grande genio del cinema, dirò semplicemente che, per me, la filmografia di Towers è insignificante e quasi nulla di ciò che ha prodotto mi interessa.

A mio parere, i migliori film di Franco sono stati prodotti in Spagna (Tenemos 18 años, La muerte silba un blues, Rififí en la ciudad, Eugenie [historia de una perversión], La casa de las mujeres perdidas, ecc.) e in Francia (Cartes sur table, Miss Muerte, La contesse perverse, Plaisir à trois e Kiss Me Killer). Ci sono anche alcuni buoni film in Germania (She Killed in Ecstasy e Vampyrus Lesbos). I film di Franco prodotti da Towers sono tra i meno personali della sua carriera (come afferma correttamente lo studioso di Franco Robert Monell).

Ma ripeto: non intendo insultare o maledire personalmente nessuno che affermi che le migliori opere di Jess Franco siano i suoi film più costosi e, quindi, i meno personali (dopotutto, film come Marquis de Sade: Justine e The Castle of Fu Manchu hanno molte più probabilità di attrarre un vasto pubblico rispetto a progetti personali e sperimentali come Necronomicon e Mil sexos tiene la noche).

Per il grande pubblico, questo è vero: i film migliori di Jess Franco sono quelli prodotti da Harry Alan Towers ed Erwin Dietrich (oltre, ovviamente, Faceless prodotti da René Chateau). Io, invece, preferisco i film più personali e sperimentali di Franco (ecco perché apprezzo così tanto i suoi film prodotti dal francese Robert de Nesle e dallo spagnolo Emilio Larraga). Ciononostante, rispetto le opinioni diverse dalla mia.

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Towers ha prodotto 9 film di Franco (10 se consideriamo anche Hula Hula, che secondo alcune testimonianze sarebbe stato ultimato da Jess). Ebbene, almeno 3 di questi film, cioè il 30% circa, rientrano tra le opere migliori del regista (99 donne, Paroxismus, Eugenie), e uno di essi (Paroxismus) è a giudizio pressoché unanime forse il capolavoro assoluto del Nostro. Percentuali simili parlano da sole.

De Nesle ha prodotto 21 film di Franco, tra cui almeno un capolavoro assoluto (Sexy Nature) e molti film di altissimo livello. Ma non si può paragonare la fase De Nesle (che è la mia preferita) con la fase Towers: Towers produceva con capitali americani tra il 1968 e il 1970, De Nesle in un contesto incomparabile, la Francia dal 1971 al 1978, proprio nel periodo della liberalizzazione degli schermi, nel passaggio tra erotismo soft e erotismo hard, ciò che consentiva a Jess di avere ovviamente le mani molto più libere, conferendogli una maggiore possibilità di trasgredire.

Se si trascura il contesto storico e si paragonano in astratto i film, prescindendo dalle specifiche situazioni produttive, si commette il più grande errore di valutazione che si possa commettere. Se posso dare un consiglio al forumista Maxime è di evitare i giudizi apodittici e di meditare (e, prima ancora, di valutare con un minimo di attenzione) le argomentazioni altrui.