Uno dei film più spinti del cinema italiano, secondo me.
Basta vedere tutte le “allusioni” negli episodi.
Il film ha un cast favoloso, pieno di attori straordinari e d’esperienza, ma il regista non è Nando Cicero, Mariano Laurenti, Michele Massimo Tarantini, né tanto meno Domenico Paolella o Vittorio Sindoni (soliti a dirigere magistralmente un cast simile in quegli anni).
La regia (ma anche il soggetto e la sceneggiatura) è di Giovanni Narzisi, regista che pochissimo a lasciato a noi.
Il primo episodio si avvale di due attori pieni di verve come Gianfranco D’Angelo e Vittorio Caprioli, ma le buone gag che potevano scaturirne fuori, sono tutte bloccate dalle scene che alludono alla “solita cosa”, anche troppo libere e buttate lì. Buone battute, ma i due attori sono limitati.
Nel secondo episodio troviamo Gino Bramieri e Gloria Guida. Si ride in alcuni spunti, grazie alla vena istrionica di Gino Bramieri e la bellezza di Gloria Guida, ma anche qui i buoni propositi si dissolvono in un altro contesto. Non a caso Gloria Guida si trovò male a lavorare con Giovanni Narzisi. Divertente però la scena a casa di Gloria Guida con Gino Bramieri già ritoccato simil-Valentino.
Il terzo episodio è forse il migliore. Aldo Maccione è in grande vena, ma altrettanto lo è il sempre straordinario Luciano Salce, qui in una caratterizzazione di un Colonnello. Quasi tutto l’episodio si svolge in una sola stanza. Lo scambio di battute tra i due è efficace e, almeno qui, non ci sono allusioni o nudi integrali. E’ infatti forse il migliore.
Nel quarto episodio abbiamo come protagonista Orazio Orlando, figura cara in film come “La Poliziotta” di Steno o “Bello come un Arcangelo” di Alfredo Giannetti, che qui interpreta l’emigrante Gennarino. L’episodio parte bene e funziona, ma la trama porta a delle scene davvero troppo dirette, libere e messe lì come se niente fosse.
Il quinto episodio, dopo il terzo, appartiene ai migliori, grazie alla vis comica di Carlo Giuffrè che sa come far scaturire la risata. Anche qui ci sono troppe gag “sporche” (addirittura quasi tutto l’episodio è girato tra i “negozi” di Amsterdam). Divertente Adriana Asti. L’episodio è un po’ spinto e volgare, ma a salvarlo c’è la classe del protagonista e la sua improvvisazione.
Un film che mi dispiace parlarne in questo modo, ma con un cast così si poteva fare davvero un capolavoro.
Meravigliosa la colonna sonora di Lelio Luttazzi.
Però la pellicola può essere vista come documento d’epoca, non solo dai costumi e dalle mentalità d’epoca (visibili nel personaggio di Adriana Asti), ma anche dalle varie marche presenti (J&B, Fernet Branca…).