Realizzato e interpretato da un cantante lounge locale e “ispirato” a Il Padrino, si eleva al di sopra della media grindhouse per l’atmosfera da mafia di provincia e un montaggio non disprezzabile. Violenza, razzismo, sessismo e gli imperdibili discorsi socio-filosofici del Mitchell (pieni del gergo italo-americano insegnatoci dai Soprano) fanno perdonare anche le calate di ritmo.
Mi sono divertito un sacco, e il disco americano è pieno di extra sulla realizzazione del film e sulla figura di Duke Mitchell, incluso un film anni 50 con Bela Lugosi in cui scimmiotta (abbastanza bene) Dean Martin in coppia con un sosia di Jerry Lewis.
La Grindhouse ha fatto uscire anche il suo secondo film inedito rimontandolo da zero, ancora più gonzo ma meno godibile.