Massacro al grande canyon
regia Sergio Corbucci (sotto pseudonimo di Stanley Corbett)
cast :: James Mitchum
:: Jill Powers
:: Giorgio Ardisson
ITALIA 1965
TRAMA
Wes vuole vendicare l’assasinio del padre ed è coinvolto nelle aspre faide di paese scatenate per il possesso di alcuni terreni.
Mentre la sua pistola risolve tutti i problemi, il suo cuore batte per Nancy.
Il film era disponibile in DVD import edito dalla Koch media con solo Audio tedesco!
Non mancherò di farlo, anche questo è un film che bramo da parecchio tempo! chissà se è un piccolo gioiellino come un altro suo western poco conosciuto, con Tomas Milian e Telly Savalas, La Banda J&S cronaca criminale del far west
Film mediocre…
Copia tirata fuori da cesso, il formato pare corretto ma il master è molto graffiato e con una luminosità e contrasto stile fogna old school…
Finalmento ho visto questo film, primo western di Corbucci
Film mediocre, con solo qualche scena che anticipa il grande regista di Django, Il Grande Silenzio, Il Mercenario …
Grande la fotografia di Enzo Barboni, ma girato in Croatia, il film (e il western town) mi ricorda i film tedeschi di Winnetou
C’è anche l’audio Inglese sul DVD KOCH
La colonna sonora della versione Tedesco è differente della collonna sonora della versione Inglese (almeno durante i primi dieci minuti); no so se il compositore delle due colloni e lo stesso Gianni Ferrio
regolarmente andato in onda: il master non era così pessimo come qualcuno si era lamentato: pellicola non restaurata questo si, ma in condizioni decisamente vedibilissime.
Il primo western totalmente italiano, anche se poi uscirà dopo altri (il primo a tutti gli effetti è l’infimo “Jim il primo”). Girato in Jugoslavia sui set dei “kraut western”.
Western poverissimo ad imitazione dei classici americani. Poterebbe essere un film di serie C degli anni ‘40. La povertà della messa in scena è tale che diventa (involontariamente?) quasi una scelta di stile, con i lunghi piani sequenza al risparmio, la laconicità del commento musicale e l’immobilità degli attori. Molto bella la fotografia di Enzo Barboni, futuro regista ed inventore di Trinità, che sfrutta i bellissimi paesaggi jugoslavi e colora in modo molto “americano” anche gli interni e il paesino. La sceneggiatura straripa di luoghi comuni, ma non è male: c’è un eroe svuotato da una vendetta appena compiuta che deve mettere fine ad un faida tra due famiglie e almeno all’inizio non è ben chiaro chi siano i buoni e i cattivi. Non mancano cose interessanti, che preannunciano la stagione degli “spaghetti”: un procedere del film più a scene ad effetto che seguendo una trama (tra tutte, molto bella la rapida resa dei conti davanti all’ufficio dello sceriffo), una certa laidezza e la crudeltà di alcuni personaggi (il capo della famiglia Manson(!) che si intrattiene per giorni con una prostituta, il padre disposto a far ammazzare il figlio per il proprio tornaconto), la profusione dei morti (minimo una cinquantina), qualche inquadratura bislacca. James Mitchum ha delle incredibili espressioni da pesce lesso, ma la straordinaria somiglianza fisica col padre e un’ indubbia prestanza fisica gli donano un certo carisma. A dispetto da quanto dichiarato dallo stesso Corbucci non si vede l’ombra di un indiano. Film di sicuro valore storico e di dubbio valore artistico, ma potabile.
Visto anch’io, sul canale Iris del digitale terrestre merdaset (comunque benemerito perché quasi ogni mattina trasmette un western diverso, in chiaro e senza pubblicità).
Sinceramente non l’ho trovato poi così povero, anzi mi è sembrato un prodotto professionalmente abbastanza valido, che potrebbe benissimo essere scambiato per un western americano di seconda fascia.
Certo, ci sono varie ingenuità e cadute di tono, ma sono difetti che spesso e volentieri caratterizzavano anche molti analoghi prodotti americani del tempo.
E’ il primo western italiano in assoluto e credo sia il film che diede la conferma che questo genere poteva benissimo essere affrontato anche dai nostri registi.
Ci sono già molti dei nomi che renderanno grande una stagione del nostro cinema: Sergio Corbucci, Franco Giraldi, Stelvio Massi, Enzo Barboni…
Sembra che Corbucci in realtà sia subentrato a film già iniziato (da Albert Band) e infatti non lo riconosceva come suo, ma probabilmente l’esperienza gli è servita come una sorta di prove generali per il suo western (che però poi prenderà parecchio le distanze dai modelli americani).
Qualcosa del Corbucci che verrà sforzandosi forse un po’ si può intravedere: certe originali soluzioni di montaggio, la violenza più marcata rispetto agli americani (il massacro del titolo non è un eufemismo: i morti sono decine e decine), le caratterizzazioni dei cattivi come psicopatici in balia delle loro pulsioni sessuali, la solitudine dell’eroe…
Manca totalmente, invece, il famoso look alla Corbucci, che è ancora molto all’americana, e la coreografia delle scene di violenza, cioè la grande innovazione dello spaghetti western. C’è già però la lotta tra le due famiglie contrapposte.
Il protagonista è il figlio di Robert Mitchum, James, indolente e dinoccolato come il padre, che offre tutto sommato una dignitosa interpretazione.
Girato in Jugoslavia, infatti certi posti mi pare anche di averli riconosciuti.