Visto nello splendido bluray “Le chat qui fume”, che ha fatto un eccellente lavoro di restauro in 4K a partire dai negativi originali.
Si tratta di una pellicola pulp che parla di una banda di criminali che rapisce ed avvia alla prostituzione delle giovani donne. In realtà tutti i personaggi sono improbabili e sopra le righe, risultando quasi caricaturali; le molte sequenze violente sono grottesche e manieristiche. È evidente come l’obiettivo non fosse quello di fare un film che trasudasse tensione e suspence quanto piuttosto quello di schiacciare l’acceleratore sul versante sesso e violenza, mettendo in scena sequenze estremamente ardite. Nudità, perversioni, relazioni saffiche e lubricità generalizzata sono il cuore di questa pellicola, il cui obiettivo era probabilmente quello di osare, di spingersi al di là di quelli che erano all’epoca i paletti entro i quali doveva mantenersi un’opera cinematografica (ed in effetti questo si capisce già dal titolo). Ed infatti il film venne bloccato in Francia, venendo però venduto all’estero (in Belgio, Lussemburgo, Italia, USA). La ricerca di questa trasgressione a tutti i costi, come dicevo, portava a degli eccessi così insistiti ed esagerati da risultare grotteschi, ed infatti il regista non fatica ad ammettere, nella lunga intervista presente nei bonus, che sul set erano spesso piegati in due dalle risate durante le riprese.
Uno dei punti di forza di questo bluray è sicuramente il comparto bonus.
L’intervista a Bastid è molto interessante per ciò che il regista racconta ma mi ha colpito di più soprattutto per come lo racconta. Qualche anno fa l’autore è stato colpito da un ictus ed ha perso completamente la facoltà di esprimersi a voce e per iscritto. Pensate come dev’essere frustrante questo per uno che di mestiere era principalmente scrittore (Bastid ha in curriculum decine di romanzi e una ventina di sceneggiature) non essere più in grado di esprimere ciò che si vuole dire. Per tornare ad essere in grado di parlare il regista si è sottoposto a 4 anni di riabilitazione, eppure è ancora evidente la fatica che fa nel ricercare le parole per esprimersi correttamente.
Altra intervista estremamente interessante è quella al produttore Gilbert Wolmark, che fondalmente era uno che si occupava delle vendite estere dei film francesi. Wolmark racconta una valanga incredibile di aneddoti sul mondo della distribuzione, aprendo uno squarcio su un aspetto del cinema del quale noi appassionati ci interessiamo davvero molto poco ma che in realtà fu estremamente importante anche per la direzione e lo sviluppo dei sistemi produttivi, decretando in qualche modo quale fosse il trend delle pellicole che venivano prodotte e realizzate.
Sempre da questa intervista si evince come il film Massacro per un’orgia fosse stato realizzato praticamente per caso, per sfruttare una serie di rulli di un film di gangster incompiuto (dal titolo “I trafficanti di Anversa”) di cui Wolmark era entrato in possesso.
Altro interessantissimo bonus è il ritratto del produttore e distributore statunitense Bob Cresse, che importò in America il film di Bastid e che fu uno dei pionieri alla base della moda delle pellicole nudies negli USA.
Ultimo bonus degno di nota, il riversamento della vhs SWV contenente la versione americana del film (che prima di questa uscita targata Le chat qui fume, era l’unica edizione disponibile in tutto il mondo).
Filmetto mediocre sotto il profilo artistico ma acquisto consigliato sotto l’aspetto storico/critico.