mi è piaciuto moltissimo, uno dei film più belli di Lars degli utlimi anni
entusiasmante nella forma, ti rapisce anche con questa doppia storia che (con mia sorpresa, visto quanto si leggeva in giro e a dispetto delle tematiche) fila liscia con semplicità per due ore e 10 senza annoiarti un secondo
Mi è piaciuto, ma ha parecchi limiti. La prima parte, è una versione BEN riuscita (non ci voleva poi molto…) di “Festen” (film alquanto di merda…), Von Trier è sostanzialmente sobrio con la macchina da presa, non ci sono cose irritanti o fini a sè stesse ecc. Ma nella seconda parte manca il pathos, il senso della tragedia incombente (in ogni senso…), c’è insomma troppa “freddezza” (tipicamente nordica?!), epperò a livello estetico ci sono tante soddisfazioni (a cominciare dai “tableaux vivants” sui titoli di testa). Inoltre il “passaggio” della Dunst (peraltro molto brava, anche se forse la Gainsbourg la supera) da creatura angelica (con un “passato oscuro”?Forse,mah,chissà…Von Trier infamone, dovevi spiegarcelo, porcalatroiaputtanacciainfame!!) a sciatta “tossicona” (e pure rompicoglioni, e non poco…) è troppo repentino,e ingiustificato. Nel complesso, ha ragione Mereghetti: un film che VORREBBE essere un capolavoro, ma è parecchio lontano dall’esserlo davvero…
P.S. Mi sa tanto che negli anni me lo ricorderò per la scollatura della Dunst: due boccione che-strizzate nell’abito da sposa-paiono sul punto di “esondare” da un momento all’altro. E ad un certo punto del film, si mostrano in tutta la loro SQUISITEZZA…mmmm!!
Odio Von Trier (del quale sposo in pieno la definizione di Mereghetti - credo che fosse lui - che lo definì “un abile friggitore d’aria”) però questo Melancholia non è male, lo ammetto anch’io.
Certo, l’inizio, per me, è una roba da fucilazione, quasi 10 minuti di musica classica con immagini fighette al ralenti mostrate come se fossero lo spot di un profumo (esattamente come l’orrido incipit dell’orrido Antichrist) farcite di citazioni a quadri famosi (l’Ofelia di Millais e I Cacciatori Nella Neve di Bruegel, che originalità, wow!).
Davvero insopportabili, ero già predisposto malissimo…
E invece poi inizia il film e in qualche modo mi è piaciuto. Non so nemmeno perché dato che alla fine, sempre per me, non va da nessuna parte e alla fine è solo aria fritta ma ha un suo fascino che me l’ha fatto guardare fino alla fine.
Gli attori sono tutti bravi (menzione speciale per John Hurt, uno dei più grandi attori viventi. Meriterebbe maggiore considerazione) e il film ha una sua atmosfera anche se non è quella apocalittica che si vorrebbe respirare (almeno nel finale).
Però la tristezza del matrimonio mi è piaciuta, certi momenti sono davvero riusciti e certi personaggi (come la madre di lei, Charlotte Rampling) lasciano il segno.
Il nudo della Dunst è assolutamente gratuito e senza senso (se non per dire “c’è la Dunst che mostra le tette”), poi ci sarà chi ne trova una sua utilità e poesia (come qualcuno dice per il prologo) ma per me sono solo chiacchiere miste pugnette mentali.
Von Trier, si sa, è uno molto furbo e ne è consapevole lui per primo.
In ogni caso per me è sicuramente uno dei suoi migliori film.
Il blu ray italiano è un pacco perché la qualità video non è nulla di che (ma forse la cosa era volutà, chissà) ma soprattutto perché la versione in inglese ha i sottotitoli obbligatori e per di più sono quelli per non udenti che sottotitolano cose che in inglese non ci sono e in ogni caso sono spesso diversi da quello che viene detto. Una cialtronata tipica italiana.