Ieri notte sono tornato a casa e ho beccato su La7 gli ultimissimi secondi (peraltro orrendi) di questo film di Francesca Comencini con Nicoletta Braschi protagonista assoluta, già visto più o meno al momento della sua uscita.
Lo trovai molto brutto, oltre ad essere cinematograficamente nullo era davvero irritante e prevedibile.
L’atmosfera che poteva essere quasi da horror (in fondo la situazione opprimente e paranoica si prestava bene) diventava un coacervo di banalità messe a caso con un contorno di attori tremendi (non aiutati dai dialoghi).
Io credo che la Braschi sia una delle peggiori attrice mai esistite in Italia però in questo film funziona in maniera sorprendente. Sembra un ruolo cucitole davvero addosso. Intendiamoci, funziona perché ha la faccia e gli atteggiamenti giusti ma le sue capacità interpretative restano comunque di infimo livello.
È molto brava invece la bambina che interpreta sua figlia (che peraltro è la figlia della regista).
Tutto è incredibilmente telefonato (la storia del cappotto, il saggio della figlia, la rivolta degli operai…) e alla fine si viene a creare un clima quasi grottesco anche se la storia ha pretese di realismo.
Che poi magari tutto quello che si vede nel film è qualcosa che è accaduto mille volte nella realtà ma la messa in scena e la sceneggiatura banalizzano tutto.
Comunque ho trovato molto scorretto il continuo ricorso a situazioni ricattatorie verso lo spettatore. Lo intendo nel senso che viene obbligato a soffrire per la protagonista che si trova sempre in situazioni meccaniche e prevedibili. Tanto per dire:
La Braschi si compra un vestito consigliatole dalla figlia perché lo trova bellissimo -> Al lavoro la prendono in giro perché sembra un pigiama
La figlia della Braschi ha il saggio di danza alla quale lei non mancherebbe per nulla al mondo -> La trattengono in ufficio così se lo perde
Cose così, insomma, tutta roba più che prevedibile.
E poi, ma qui forse parlo per me, non si crea nessuna empatia con la Braschi vessata al lavoro. Si crea forse qualcosa con il personaggio della figlia ma la Braschi è così antipatica e incapace che, personalmente, non me ne fregava granché di vederla maltrattata in ufficio, se capite cosa voglio dire.
Se in un film il protagonista (che dovrebbe essere una figura positiva) non mi ispira nessun altro sentimento oltre all’indifferenza e all’antipatia vuol dire che c’è qualcosa che non va.
Il finale, poi, è davvero tremendo.