Penultimo tassello della carriera registica di Vani. Commedia bucolica fuori tempo massimo condotta al ritmo di fisarmoniche e accoppiamenti sul prato. Si mantiene nei limiti.
Francesca Rover, nel ruolo di Angela, è presente anche per pochi minuti ne La croce dalle sette pietre (1986) di Andolfi. Vi è anche uno sfoltito Giuseppe Curia, in un ruolo di discreto margine.
Se ne parla in giro come originalmente hardcore ma per adesso non è emerso niente di concreto (deduco che la notizia provenga dall’unica intervista rilasciata da Vani, a Nocturno, nell’ormai lontano 2001).
Certo è che invece il film, in entrambe le sue ipotetiche versioni, mai raggiunse le sale cinematografiche ma solo le reti locali, grazie alle quali oggi il titolo è reperibile.
Con le credenziali e il visto censura del film di Vani, circolerà sugli schermi nel 1995 La depravazione, un hard di Franco Ludovisi originariamente girato in digitale.
Mi dispiace correggerti perché non mi piace fare la figura del maestrino. Lo faccio solo a beneficio dei posteri, non volermene. Il film di Vani è uscito in prima visione italiana nel dicembre 1989 in provincia di Bari, per la precisione a Gravina di Puglia. Guarda caso in quello stesso cinema dove era avvenuta la prima proiezione pubblica di Casa dell’amore di Polselli. Immagino fosse la versione soft. Quel che è certo, in ogni caso, è che il film vaniano non è mai uscito né a Roma né a Milano né a Torino.
Questo film è incuriosisce soprattutto perché essendo l’ultimo in cui si è mai apparso Giuseppe Curia, questo significa che dal precedente Fantasia erotica in concerto di Elo Pannacciò, uscito nel 1985, erano passati ben quattro anni. È singolare che qualcuno si sia ricordato di lui dopo tutto quel tempo. Non sarà che il film è stato realizzato qualche anno prima?