Per darmi un tono da intellettuale, ho acquistato l’ultimo numero del mensile cult “Micromega”, pomposamente denominato “Almanacco del cinema italiano”.
Molte le firme illustri. Da Mario Monicelli a Marco Tullio Giordana, da Marco Bellocchio a Gianni Amelio, da Gabriele Salvatores a Paolo Sorrentino, da Furio Scarpelli a Gabriele Muccino, da Anna Galiena a Jasmine Trinca.
E, dulcis in fundo per i complottisti in servizio permanente effettivo, Carlo Lucarelli, il padre di tutti i misteritaliani.
Un’unica perplessità: ma perché non c’è un bell’articolo di Marco Travaglio sul rapporto cinema italiano e galera, cinema italiano e manette e così via? Sarà un caso o trattasi della vecchia, cara censura?