Mockingbird (Bryan Bertino, 2014)

Una famigliola modello, un rincoglionito e una single emancipata, ricevono rispettivamente un pacco regalo contenente una videocamera e un biglietto, dove dice che hanno vinto un esclusivo gioco a premi, di continuare a filmare ad ogni costo in ogni momento e di eseguire gli ordini che riceveranno, una sorta di caccia al tesoro.
Anche se vi sembrerà incredibile e imprevedibile, ordini e richieste si faranno sempre più anomali e sempre più terrificanti…

Pallosissimo found-footage mal riuscito, l’idea di fondo è anche buona e avrebbe potuto essere anche divertente, ma è realizzata male, una sceneggiatura più accurata avrebbe sicuramente giovato alla riuscita del film, l’inesperienza di chi lo ha realizzato è palpabile, si ha la palese idea di un qualcuno che si è trovato con soldi e risorse a realizzare un qualcosa di più grande di lui.
Assolutamente sconsigliato.

Una curiosità, nel film un blasfemo scempio, ossia viene usata Dies Irae di Hector Berlioz, composizione che nessun film è degno di utilizzare, soprattutto in una porcata come questa ove è assolutamente fuori contesto.

Beh, Bertino non è proprio inesperto, “The Strangers” era discreto e comunque professionalmente ineccepibile.
Io non mi sono annoiato, ma alla fine il film lascia ben poco e vanifica alcuni sottotesti interessanti:


da una parte l’ossessione del filmare, dall’altra la feroce ricerca dell’americano medio e senza qualità del colpo di fortuna, della sorte che ti sceglie come protagonista di un concorso. Tutto questo però non pervade il film, che rimane un onesto home invasion con variazioni.
La parte finale nella casa piena di palloncini rossi è visivamente affascinante.
La chiusa, con i bambini assassini, mi ha invece lasciato perplesso…

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