Monamour

Purtroppo no, ormai ci ho registrato sopra l’ultimo film di Garrel, film che per quanto mi sforzi non riesco a finire di vederlo…

Per me peggio di così si muore.
Neanche a 13 anni mi facevo le pippe con quei cessi di film di Scolorito.
Figuriamoci 23 anni, un matrimonio, tre figli, una moglie, due cambi di città dopo.

E perché mai, per lo meno vdiamo il film prima. Tianto a volte fa roba come Trasgredire, ma ogni tanto ci tira fuori un Senso 45… :slight_smile:

Sono quasi sicuro che questo film sarà sullo stile di trasgredire, cmq a me trasgredire non dispiace soprattutto per la presenza di quella superpatonza di Yulyia Mayarchuk (si scriverà così il nome???), talmente figa che gli (a lei e a Brass) si può perdonare tutto…

Annunciata l’uscita in DVD per l’ 8 marzo by CVC…

intanto pare che per il suo prossimo film il buon Tinto nazionale abbia reclutato “nientepopòdimenoche” quel cessofante di Lollopop (la ex pornostar, ed ex di Luca Damiano), Max Parodi (aridajjje), ed un altra ex pornostar, Desirè Vinci

http://www.freeforumzone.com/viewmessaggi.aspx?f=21008&idd=605

La Lollipop faceva dei bocchini magistrali…e faceva pure delle IN-CRE-DI-BILI seghe COI PIEDI!!Da vedere per crederci…

Non mi pare così malvagia…:smiley:

http://www.freeforumzone.com/viewmessaggi.aspx?f=1263&idd=47867
http://www.tintobrass.it/360/press15.htm

Accattato il DVD di Monamour, visto ieri pomeriggio.
Il film m’è piaciuto, l’ho trovato una piacevole sorpresa rispetto ad alcune delle ultime prove di Tinto (Fallo!, Trasgredire).
Per prima cosa la sceneggiatura: anche qui, come con La Chiave o L’Uomo Che Guarda, ci si basa su un libro, in questo caso “Amare Leon”; la sceneggiatura scorre, e in questo caso viene in aiuto degli attori, spesso non all’altezza nei più recenti film brassiani, dato che molte parti sono in voice-over, come pensieri dei personaggi.
E qui si passa alla recitazione, convincente a parte rari casi, anche Max Parodi sembra in parte, caso più unico che raro. Anna Jimskaia, oltre ad essere splendida, è perfetta per la parte.
Splendide le musiche, siamo più dalle parti de L’Uomo Che Guarda, per intenderci, rispetto alle marcette di Monella e Trasgredire.
Il film è il primo girato da Brass interamente in digitale, e la piacevole sorpresa è che il “Brass Touch” riesce a rendere anche il digitale “caldo”, vedere per credere.
Riassumendo: la trama scorre, attori in parte, colonna sonora all’altezza, riprese impeccabili (ma con Brass non è una novità), con alcune vette particolari come la panoramica degli affreschi a Palazzo Te. Spettacolare la scena prefinale al “dancing”, con “Non, je ne regrette rien”…
Raccomandato.
Il DVD è buono, ha un making of di 26 minuti + il trailer, purtroppo niente sottotitoli.

appena finito di vedere, e devo dire che tutto è esattamente come me lo aspettavo e in parte come lo temevo.
Stessa storia di tradimento, stesse inquadrature (questa volta però con un uso dello zoom quasi “amatoriale” in alcune sequenze), stessi dialoghi, stessa scenografia piena di specchi, stessa faccia da schiaffi inespressiva del Parodi, stessi falli di gomma a volontà, nessuna sorpresa insomma.

Il maggior pregio è il magistrale uso del digitale che Brass ha saputo creare, molte scene sembrano infatti girate in pellicola! Temevo che esteticamente i risultati sarebbero stati come gli ultimi film in digitale di Mattei, invece qui siamo su alti livelli!
Anche i nudi della Anna Jimskaia sono notevoli, ma il resto è in linea con tutti gli ultimi film di Brass.

Mi avevi incuriosito, e ho recuperato il film, sul quale non avrei scommesso una lira. Invece è stata una piacevolissima sorpresa. Il materiale è quello di sempre ma questa volta è trattato benissimo. Brass dimostra di saper perfettamente usare il digitale e conferma e rinnova il suo talento. Ci sono scene splendide (il bagno, le terme) e alcune oniriche del Tinto dei vecchi tempi. Montaggio super (sempre Tinto) e ottima fotografia. Abbondano le citazioni del passato (La Chiave, Cosi’ fan tutte e tanti altri) ma stavolta non ci si annoia e non si dice ‘‘già visto’’. Gli attori non sono malaccio, Anna Jimskaia mi è piaciuta parecchio. Brass c’è, nonostante tutto, meglio questo di tante cialtronate italiote che riempiono i cinema.

Spettacolare la scena prefinale al “dancing”, con “Non, je ne regrette rien”…

Si, assolutamente.

a mio parere si tratta di un buon film, sorprendentemente migliore anche di alcune delle pellicole più recenti di Brass.

A livello di contenuti, insiste per l’ennesima volta sui concetti chiave disseminati ampiamente in tutta la sua filmografia; adulterio, tradimento e gelosia come potentissimi afrodisiaci per rivitalizzare rapporti di coppia “ammosciati”, diari segreti e loro scoperta, voyeurismo, parentesi oniriche, fotografia erotica, culto del deretano e sodomia. Molte situazioni citano episodi già visti in altri film di Brass, i bidet delle attrici, il difficile confronto con i critici, il dialetto veneto, i rapporti sessuali in pubblico, i suonatori di colore che possiedono contemporaneamente la bianchissima Jimskaya - anche se si tratta solo di un sogno - (come in Nerosubianco), la fotografia del corpo nudo come preludio al rapporto sessuale (La Chiave), la tenuta di un diario e la sua scoperta da parte del partner (La Chiave), l’enunciato incendiario che le donne vogliono essere “prese e non comprese” (L’Uomo Che Guarda), la spiccata propensione alla ninfomania (Così Fan Tutte…e qualsiasi ogni altro dil di Brass da La Chiave in poi :-p).

Detto quindi che Monamour non apporta sostanziali novità alla “poetica” erotica di Brass, e che anzi continua a raschiare il barile, spezzo una lancia a favore delle immagini nude e crude (soprattutto nude). Monamour è probabilmente il film più spinto di tutta la carriera brassiana, il porno è a un passo, i genitali (veri e posticci) dominano incontrastati, sono loro i veri protagonisti della storia, naturalmente insieme alle chiappe della bellissima Jimskaya (scelta felicissima, simpatica, fisico perfetto, anche se non maggiorata). In questo senso, il film è assolutamente dirompente, decisamente forte e trasgressivo; non un erotico concettuale, né tantomeno “delicato” o “autorale”, ma metri di pellicola con gli attributi, che non temono di mostrare tutto quello che c’è da mostrare, senza arroganza o violenza, ma con il consueto registro ludico, solare, dissacrante ed epicureo che appartiene a Tinto.

La critica di una recitazione troppo “sopra le righe” degli attori mi pare inadeguata, poiché non coglie l’obbiettivo di Brass, che non è quello di dare verosimiglianza e cronaca alla sua storia, che anzi intende essere paradigmatica e in qualche misura “didattica”, per chi è ben disposto ad accettarne i suggerimenti e le indicazioni. In questa ottica, la Jimskaya mi è parsa anzi particolarmente brillante nella sua mimica; deliziosa ad esempio la scena nella quale immersa nella vasca da bagno, intende confessare il primo tradimento al marito Max Parodi. Questi la ignora bellamente, e lei calca sempre di più la mano nel racconto cercando di impressionare il marito; assai divertenti le espressioni di rabbia e stupore della Jimskaya

segnalo che è uscito anche il blu ray per la Cult Epics che contiene gli stessi extra del dvd.