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Arriva ‘Monamour’, la crisi di coppia secondo Tinto Brass
Dopo ‘Fallo!’, ecco ‘Monamour’. Il Maestro Tinto Brass torna a giocare con le parole (il veneto ‘mona’ e il francese ‘amour’) e con il sesso, in un film che racconta cinque gioiosi giorni di fuoco tra un’insoddisfatta mogliettina veneziana e un prestante parigino.
Stavolta davanti all’obiettivo indiscreto del regista c’è la bionda Anna Jimskaia, venticinquenne russa che, come dichiara il suo pigmalione, incarna perfettamente il credo poetico che muove tutta l’opera brassiana: “il culo è lo specchio dell’anima”. “Dopo aver lavorato con lei - spiega il Maestro - posso affermare con cognizione di causa e tranquilla sicurezza che Anna ha un’anima davvero bellissima!”
Doppiata con un accento veneziano, la Jimskaia è Marta, moglie dell’editore milanese Dario (Max Parodi, già diretto da Brass in ‘Monella’). A Mantova con il marito per l’annuale festival di letteratura, la bella Marta confida alle pagine del suo diario segreto la propria insoddisfazione. Dopo soli sei mesi di matrimonio, infatti, l’impegnatissimo coniuge sembra aver perso ogni voglia e fantasia, malgrado lei faccia davvero di tutto per risvegliare i suoi istinti. Durante una solitaria visita a Palazzo Te, Marta si imbatte nel focoso Leon (Riccardo Marino, ‘Fallo!’), disegnatore francese con cui intreccia un passionale rapporto e grazie al quale ritroverà le perdute attenzioni del distratto marito. Perché, si sa, la gelosia è il migliore afrodisiaco.
Solare e gaudente, come il sesso nei suoi film, il regista ha presentato oggi il suo ultimo lavoro accompagnato dall’inseparabile moglie ‘Tinta’. Si dichiara soddisfatto di ‘Monamour’, dove oltre al sesso c’è anche un bel po’ di umorismo, ma non risparmia critiche al direttore della Mostra del cinema di Venezia, Marco Mueller: “Dopo aver visto il mio film - rivela Brass - mi aveva fatto i complimenti dicendomi che lo avrebbe inserito nel programma, con l’intenzione di ‘sdoganare’ finalmente il mio cinema. Poi, da bacchettone lacché qual è, ha cambiato idea per non contrariare i suoi amici potenti e moralisti”.
Amareggiato per il voltafaccia veneziano, il Maestro non perde però la sua grinta godereccia e si lascia fotografare con gioia insieme alle protagoniste del suo film. In barba, come lo chiama lui, al “vento di ordine e disciplina” che spira dalla sua Venezia, e non solo.
Anna Zippel 26-08-2005