La firma registica ambasciatrice di trovate senza mezze misure al punto da divenire argomento di controverse discussioni, addirittura una trama gialla nelle mani del suddetto autore che suona come una sfida a ogni tradizionale buonsenso, l’attonito sgomento che trasuda dal commento al film su Luce rossa… tutti gli indizi portano a pensare sia da vedere una volta nella vita. Ah! C’è pure Sandra Sesal!..l ho apprezzata in Movie in the movie per la bocca sempre aperta al sorriso, non è poca cosa nel porno.
Inoltre mi viene da pensare che l’introvabile “Marina calda e morbida” con Laura Prati, Don Tim - così viene riportato sul Patalogo - possa essere in realtà questo.
Mai sentita questa Laura Prati.
conoscevo ella prati ma e venuta dopo
Avrà fatto 2/3 film, non di più
In programmazione (ancora non visionato, ma deve essere tremendo).
Ne ho scoperto l’esistenza sul “solito” Luce rossa ma quasi quasi credevo di aver letto male. E invece… eccolo qua! Questa perla di bigiotteria fu distribuita in VHS in Germania e pure da un marchio prestigioso.
Tutti credits fittizi quelli riportati sulla cover: Sophia Silvetta, Sylvia Brasso, Claudia Conti. Regia di Umberto Secco.
Le foto sul retro (impubblicabili) dovrebbero essere prese dal film.
Titoli di testa italiani sicuramente originali - si nota la solita cura del regista, tutti i cartelli fatti alla buona, tipo “REGI A: DUDY STEEL” - doppiaggio tedesco.
Essendo andato a stanare pure l’edizione tedesca mi dovevo pur prendere la bega di vederlo. È il solito Dudy Steel, punta l’intera posta in gioco sul sesso trascurando tutti gli altri aspetti, appassionato drammaturgo ci propina i tormenti di un giovane Don Tim che continua a visionare diapositive della sua fiamma per riuscire a capire che fine abbia fatto. Lei (Laura Prati) è una modella che condivide l’appartamento e un rapporto d’amorosi sensi con la pittrice Sandra Sesal, le due si congiungono in un saffico abbraccio con gran baci a tutta lingua e un furibondo massaggio digitale di Laura a Sandra che esibisce un pube depilato. La prima invece una sgocciolatura da orgasmo davvero straordinaria (e finta). La scena è molto piaciuta a un esaminatore di quelli pignoli (DizionHard) perché di certo emana molta più morbosità di altrettanti rapporti lesbici proposti nel porno italiano, anche e soprattutto di quelli della seconda ondata dove migliorano le qualità estetiche delle attrici ma spesso la temperatura scende sotto zero. Tim non fa che andare e venire dallo “studio d’arte” alloggiato nella villetta dove abitano le donne a bordo di un’auto da corsa biancorossa anni ‘70, Arduino presta attenzione alle vetture da impiegare nei suoi film scegliendone di sovente fra i modelli più strambi. Laura ricambia le attenzioni concedendosi abbondantemente, stantuffando anche mediante l’uso dei piedi e accogliendo in faccia tutto il versamento. Sandra invece si dedica a ben tre giovanotti (di cui due sconosciuti) in salotto: uno non ce la fa, gli altri si irrigidiscono, possiedono la bionda a turno riuscendo a raggiungere l’apice del piacere. Lei esibisce una extension più che altro fastidiosa nei movimenti con un atteggiamento che è un mix fra l’imbarazzo e il “quasi quasi mi piace”, a tratti sembrerebbe intendere "Ragazzi, fate un po’ quello che volete" ma evita lo spruzzo in viso. Ahiahiahi, il via vai del Don viene notato, durante un incontro segreto in cantina Laura si inserisce fra le gambe, accovacciandosi, quella che sembrerebbe una grossa candela impiantata in cima a una damigiana (sic!) sotto lo sguardo di disapprovazione della compagna che spia di nascosto. E mo’ so’ cazzi, penserete voi. E invece no, il giovane viene a sapere che Sandra si è suicidata per amore. Tenete a mente nome e cognome del responsabile… i tre finiranno presto per comporre un triangolo godereccio dove il variopinto regista ci mostra di saper usare il caleidoscopio, una delle sue manie, Laura invece di avere un posteriore tondo e appetitoso, al contrario dell’altra che gli amanti della mortadella (io primo fra questi) potrebbero arrivare a bollare crudelmente come una “senza-culo”. Credevate finisse qui? Macché… un pianoforte addolorato accompagna il drammatico epilogo. Il titolo non c’entra nulla, il montaggio è alla sua nevrotica maniera, la pretesa di raccontare una storia d’amore non a lieto fine con tre attori (!) incapaci di recitare pure il Padre Nostro, scontatamente ci si tiene ben lontani da qualsiasi approfondimento psicologico, l’intrigo lei-più-lei-diviso-lui di per sé stuzzicante non infonde soluzioni particolarmente perverse all’autore che si dedica però alle schizzate maschili riprendendole da angolazioni diverse e quindi riproponendole, il 95% del film sono corpi nudi in congiunzione, non ci sono grandi bellezze (figurati!) o attrici capaci di muoversi con scioltezza e disinvoltura anche se a me personalmente la faccia della Sesal fa venire in mente una cosa soltanto, anzi più di una. Bisogna ammettere che rispetto ad altre esibizioni qui le protagoniste ci danno dentro, infatti forse pensando che ci sia già troppa carne al fuoco la copia di matrice tedesca elimina un “ricordo” del protagonista che mostra Marja Armi alle prese con un terzetto. Apprezzo come ben sapete l’originalità, le bizzarrie innestate in un minimo di storiellina, una caratterizzazione sia pure da macchietta, dei dialoghi impreziositi da qualche botta e risposta stimolante anche se sconcio, una spruzzatina di humour che non guasta mai, almeno una superficiale cura delle regole elementari di fabbricazione cinematografica perché vanno a costruire quell’illusione di stare a guardare per davvero un film “normale”… in linea di massima non è questo il caso. Ma guardando e riguardando ripetutamente sto arrivando alla conclusione che in fin dei conti avesse ragione Sacco: cari miei ricordiamocelo SEMPRE, it’s just a porn movie!
Laura Prati, Don Tim, Sandra Sesal (da retrocover VHS Germania).
continuo a pensare che con un regista migliore tipo il Joe D’Amato dei primi anni 80, il simpatico Don Tim avrebbe beneficiato sia per qualità dei film che per qualità di partner, tuttosommato questo è uno dei meno peggio del qui da molti sopravvalutato Sacco..
avrei due domande per gli esperti o chi sa rispondere:
1- che caspita di macchina è quella guidata da Don Tim?
2- forse un pò ot, l’attore Angelo Raffaele Sacco che non compare in questo film ma spesso in quelli di Joe, è parente di Arduino?
Domande strambe assai haha
L’attore da te citato si chiama Angelo Raffaele Sasso. Quindi, ovviamente, nessuna parentela.
hai ragione mi ha confuso il sito vintage8mm sul film Le ereditiere superporno
“Scene 2. Pauline Teutscher, Angelo Raffaele Sacco”


