Motta Visconti: uccide la famiglia e va al bar a tifare Italia

La storia di Carlo Lissi è su tutti i giornali/siti italiani in questi giorni. Link

In sostanza l’uomo, 31 anni, residente a Motta Visconti (MI), nella serata di sabato 14 giugno ha sterminato la propria famiglia; la moglie 38enne (con la quale aveva appena avuto un rapporto sessuale), la figlia di quasi 5 anni e il figlio di 20 mesi soltanto. A coltellate. Poi si è lavato, ha simulato un tentativo di rapina finito male (cassetti rovesciati, gioielli spariti ecc.), si è fatto una bella doccia ed è uscito per andare a vedere la partita Italia-Inghilterra al bar con alcuni amici. Secondo le testimonianze di chi era con lui in quei momenti, era tranquillo, allegro e ben predisposto a tifare per gli Azzurri.

Quest’ultimo elemento è centrale in quasi tutti i titoli che si leggono in rete (compreso questo, adesso), probabilmente anche sulla carta stampata, almeno credo. Quasi che a dare fastidio sia più il fatto della partita vista tranquillamente al bar, che non l’avere accoltellato moglie e figli. Bizzarro.

Onestamente non credo tanto alla storia dell’altra che lo ha rifiutato. Mi sembra una scusa piuttosto risibile ma va considerato che siamo dei semplici spettatori e molte cose non le vediamo e non verranno mai a galla.

I più vicini alla famiglia sono piuttosto sorpresi e garantiscono di non aver trovato la minima ombra nel loro rapporto, poi chissà quanto di vero e simulato c’era.

In ogni caso, un delitto molto efferato e brutale.

Tutto ciò mi ha riportato alla mente un film di Julio Bressane del 1969 : Uccise la famiglia e andò al cinema. Così come Maso uccise i suoi genitori e se ne andò in discoteca (ma solo per crearsi un alibi, non con l’intento primario spassarsela). Questo tizio qui fa ancora più spavento perché oltretutto aveva appena fatto l’amore con sua moglie, s’è fatto la doccia (a omicidi compiuti) ed è uscito come nulla fosse a guardare la partita, e pure con partecipazione l’ha vista. Follia nella follia, pensava davvero di darla a bere agli inquirenti con l’attuazione (maldestrissima, tra l’altro) d’una rapina finita male.

Due creature, le TUE creature, di cinque anni e venti mesi, ma come si fa?

Ma infatti io non riesco a comprendere perché ci si soffermi su quello che ha fatto dopo gli omicidi… in modo così forte, perlomeno.

Se Erika e Omar dopo il duplice omicidio fossero andati al cinema il loro delitto sarebbe stato più grave? Meno grave?

Questo triplice omicidio forse è il più agghiacciante degli ultimi anni… ad ogni modo secondo me a vedere la partita c’è andato perché, da quanto ho sentito, aveva un appuntamento con amici per vederla, probabilmente fissato giorni prima, quindi se non fosse andato qualcuno si sarebbe insospettito, senza contare che non avrebbe potuto mettere in atto la messinscena della rapina andata male.

Riguardo le motivazioni… naturalmente in un caso come questo nessuna motivazione può minimamente giustificare o spiegare l’accaduto. Lui stesso ha chiesto di avere il massimo della pena, ma vedrete che poi a mente fredda qualche avvocato chiederà l’infermità mentale. Da quello che si legge parrebbe che la moglie fosse quella ricca dei due, quindi potrebbe trattarsi di un matrimonio d’interesse (in qualche modo “avvalorato” anche dalla maggiore età di lei) che, al momento dell’invaghimento per la collega (peraltro non corrisposto), ha fatto perdere al colpevole ogni remora e motivo di interesse nei confronti della famiglia. Senza contare le voci indicanti 3400 euro di alimenti che avrebbe dovuto versare alla moglie e ai figli in caso di separazione chiesta da lui.

beh diciamo che in tutta evidenza certi fattacci di cronaca assumono rilevanza e valenze diverse anche per l’impatto che hanno sulla opinione pubblica

per dire anche la storia di ieri della povera ragazzetta di bergamo è (sembra) il finale di uno sforzo che veramente ha pochi precedenti nella cronaca nera italiana, con una valle intera profilata col dna e indagini mastodontiche, chissà quante adolescenti hanno fatto secche di cui non si è mai saputo chi è stato e mai lo si saprà, però questa storia per molte ragioni ha toccato in modo profondo e si è stabilito che il colpevole doveva saltare fuori punto e basta

quest’altra storia invece è finita molto presto, però pure colpisce assai, forse perchè ha un non so che di particolarmente surreale, qualcosa che persino solletica macabro umorismo perchè è veramente oltre pure se invece è una tragedia orribile

A me questa storia ha realmente fatto gelare il sangue nelle vene e non solo per la freddezza con cui questo tizio ha ammazzato la moglie e, soprattutto, i poveri figlioletti, tanto per il fatto che mi terrorizza la possibilità che una persona apparentemente normale dal punto di vista psichiatrico possa compiere un atto così folle.
Di omicidi per amore ce ne sono stati a vagonate, però ammazzare i proprio bambini perché sarebbero stati di impiccio nel momento in cui il Lissi avesse divorziato e si fosse messo con l’altra tipa, beh questa è una cosa che non riesco proprio a concepire, se non in individui con grossi disturbi mentali (un po’ come per la strage di Erba, insomma).

Mah, i meccanismi che rendono più agghiaccianti certi fatti di cronaca rispetto ad altri possono essere molteplici. Gli omicidi familiari non sono così rari, è successo e succederà ancora che un padre di famiglia massacri moglie e prole. Magari le motivazioni economiche (crisi finanziare seguite da fallimenti, licenziamenti etc) le rendono più distaccate e ‘comprensibili’ rispetto a quello di Motta Visconti. Secondo me è dipeso anche dal particolare della partita, insomma è una cosa che hanno fatto più o meno tutti in Italia ma nessuno ha massacrato la famiglia prima. Sarà stato anche questo elemento che lo ha reso più vicino alla gente toccando lati emotivi più scoperti.

E meno male!

Beh non mi pare di poco conto quello che ha fatto dopo gli omicidi, e’ il particolare che rende il tutto piu’ “intrigante”, in senso giornalistico ovviamente.
Significa che questo tizio per almeno due ore dopo l’omicidio si e’ comportato come niente fosse, e non e’ che ha passato due ore passeggiando o andando a fare la spesa, le ha passate in compagnia probabilmente ridendo e scherzando senza destare sospetto alcuno. Io mi metto nei panni di uno dei suoi amici che quella sera stava con lui: e’ un attimo cogliere lo sguardo crucciato di un amico, o rendersi conto che c’e’ qualcosa che non va, o che non si comporta come al solito, invece niente…e’ questo che rende il tutto pauroso, psicologicamente passa l’idea che potrebbe capitare a chiunque.

Da padre, questa cosa mi ha turbato moltissimo. Sull’onda dello sconcerto diventerei pure favorevole alla pena di morte, ben sapendo che è un abominio assolutamente inutile.

Non è “inutile”: proprio in casi come questo, darebbe appena “soddisfazioni”. Nel vedere un mostro simile eliminato dalla faccia della terra…

Pensa che io sono rimasto turbato “semplicemente” da zio… Poveri bimbi. E povera mamma, comunque.

Considerando l’assassinio dei due figli la perizia psichiatrica mi sembra un aspetto non evitabile. A Maso venne riconosciuta una semi infermità mentale per un disturbo della personalità, la Franzoni di fatto è stata considerata inferma, la donna che ha ucciso le tre figlie è già ricoverata a Castiglione delle Stiviere.