Murderock - Uccide a passo di danza (Lucio Fulci, 1984)

mi rispondo da solo: master molto buono ma sub forzati.

Ho riguardato il film a distanza di parecchi anni dall’ultima visione e devo dire che l’ho rivalutato moltissimo.
Merito dell’inconfondibile mano del maestro ed anche di un cast super cult (Ray Lovelock, Claudio Cassinelli, Olga Karlatos e Silvia Collatina, la bambina fantasma di Quella villa accanto al cimitero).
Il blu-ray della Scorpion è ottimo ed i sottotitoli inglesi sono rimovibili una volta fatto partire con la traccia italiana.
Negli extra un intervento (in inglese) della simpaticissima (ed ancora fisicamente da urlo) Geretta Geretta ed un’intervista in italiano a Franco Casagni a cura di Freak-O-Rama.
La regione indicata sulla confezione è la A ma il mio lettore multiregion l’ha riprodotto senza richiedere lo switch e dunque presumo sia all.

in arrivo blu-ray Artus

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leggendo i messaggi della forbice 2-27 sono a quanto pare l’unico ad averne sempre apprezzato la ost, forse per averla acquistata (in una musicassetta rosa shocking che dovrei ancora avere) prima di vedere il film, facendomelo fantasticare mettendo l’immaginazione assieme alle frattaglie viste (memorizzate) nel trailer trasmesso ad nauseam grazie a quella santa donna della stubing. anche scollati dalle immagini e dalla verifica filmica a posteriori, streets to blame è un honkytonky trascinantissimo ancora oggi, don’t go in the shower è quasi morriconiana e the spillone è secondo me una delle cose migliori mai fatte da emerson non solo per il cinema (va pur detto che fulci l’ha davvero utilizzata coi piedi) ma in tutta la sua discografia. forse la sola cosa davvero no è la title-track, che fossi stato fulci non avrei assolutamente messo nel film.

il film invece ho paura di morire di imbarazzo nel rivederlo oggi, specie le coreografie che sono un inno all’ingenuità e alla goffaggine. lo ricordo con momenti medioalti (il puntiglioso rituale omicida) e altri decisamente vergognosi (i titoli di testa respingenti con quel goffissimo numero di breakdance, oggi anacronistico). una cosa di molto buono ce l’ha e tutt’oggi è la migliore del film: la prestazione di cosimo cinieri, un attore tanto incredibile a teatro (l’unico con cui bene si trovò a casa ed è quanto dire; vinse anche l’ubu per il suo otello) quanto sacrificato ma sempre autorevole al cinema. e il parco belle figliole, parliamone, un bel vedere ancora oggi (una mi ricordava pure sharon gusberti)

compare anche, non accreditata, la collatina che già abitò la villa accanto al cimitero, nel ruolo dell’antipatica paraplegica che testimonia l’omicidio della baby sitter.

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